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SILVIO FERRI
III.
Il panellenismo ellenistico.
Ragioni storiche e letterarie consigliano di delimitare questo
periodo colle due date terminali del 320 e del 300 a. Cr. : dalla
morte di Alessandro, in cifra tonda, alla stabilizzazione dell’ Im-
pero romano.
È il periodo panellenico per eccellenza, nel quale le tendenze
già universali dell’atticismo si estendono a tutto l’oriente e, in
parte, all’occidente. Il mondo mediterraneo si ellenizza spiritual-
mente: un imperatore semi-barbaro aveva portato la civiltà greca
all’ India, molti re e dinasti barbari ne continuano gloriosamente
l’iniziativa nei nuovi imperi: accanto ad Atene, e più ancora di
Atene, rifulgono nella letteratura e nelle arti Alessandria, Per-
gamo, Antiochia, Rodi.
Senonchè la novella attività in letteratura e in arte non si
prefigge più di creare nuovi tipi e nuovi atteggiamenti. Le opere
d’arte, i tipi son tutti creati nel periodo precedente della polis
chiusa, nel periodo del dialetto locale.
Mentre da un lato la prosa si livella e sparisce, eppure si scrive
in prosa un’infinità di opere le più svariate, la poesia tende all’ar-
caismo, fa rivivere le antiche forme non più sentite ma ricreate
dal freddo raziocinio e ricercate dal gusto raffinato del ricco
signore che, negli intervalli della vita presente, vuol darsi l’illu-
sione di rivivere artificialmente il passato. Non più l’odio delle
fazioni cittadine, e della polis colla polis, non più la catarsi del
dramma, non più il senso epico delle cose, non più, in una parola,
l’artista in diretta comunione o contrasto colla religione, colla
natura, coll’uomo; ma l’artista guidato dalla ragione, l’artista
cerebrale, l’arte di riflesso, l’arte per l’arte. Diminuisce quindi
il carattere personale del singolo artista e aumenta l’elegante uni-
formità del prodotto.
Tutto ciò non vuol dire decadenza. Vivendo sul passato, appli-
cando e svolgendo i ritmi e i motivi del passato l’arte ellenistica
colla sua tendenza retrospettiva ha attuato e divulgato e mesco-
lato e portato alle sue ultime conseguenze tutti i germi e tutte le
possibilità dei periodi antecedenti : tutti anche i più contrastanti
tra loro. Accanto a uno stile rimbombante e sonoro, la più dome-
stica e mite semplicità accanto ai grandiosi porticati asiatici e agli
olimpici altari di Pergamo, un’arcadia di piccole casette di campa-
SILVIO FERRI
III.
Il panellenismo ellenistico.
Ragioni storiche e letterarie consigliano di delimitare questo
periodo colle due date terminali del 320 e del 300 a. Cr. : dalla
morte di Alessandro, in cifra tonda, alla stabilizzazione dell’ Im-
pero romano.
È il periodo panellenico per eccellenza, nel quale le tendenze
già universali dell’atticismo si estendono a tutto l’oriente e, in
parte, all’occidente. Il mondo mediterraneo si ellenizza spiritual-
mente: un imperatore semi-barbaro aveva portato la civiltà greca
all’ India, molti re e dinasti barbari ne continuano gloriosamente
l’iniziativa nei nuovi imperi: accanto ad Atene, e più ancora di
Atene, rifulgono nella letteratura e nelle arti Alessandria, Per-
gamo, Antiochia, Rodi.
Senonchè la novella attività in letteratura e in arte non si
prefigge più di creare nuovi tipi e nuovi atteggiamenti. Le opere
d’arte, i tipi son tutti creati nel periodo precedente della polis
chiusa, nel periodo del dialetto locale.
Mentre da un lato la prosa si livella e sparisce, eppure si scrive
in prosa un’infinità di opere le più svariate, la poesia tende all’ar-
caismo, fa rivivere le antiche forme non più sentite ma ricreate
dal freddo raziocinio e ricercate dal gusto raffinato del ricco
signore che, negli intervalli della vita presente, vuol darsi l’illu-
sione di rivivere artificialmente il passato. Non più l’odio delle
fazioni cittadine, e della polis colla polis, non più la catarsi del
dramma, non più il senso epico delle cose, non più, in una parola,
l’artista in diretta comunione o contrasto colla religione, colla
natura, coll’uomo; ma l’artista guidato dalla ragione, l’artista
cerebrale, l’arte di riflesso, l’arte per l’arte. Diminuisce quindi
il carattere personale del singolo artista e aumenta l’elegante uni-
formità del prodotto.
Tutto ciò non vuol dire decadenza. Vivendo sul passato, appli-
cando e svolgendo i ritmi e i motivi del passato l’arte ellenistica
colla sua tendenza retrospettiva ha attuato e divulgato e mesco-
lato e portato alle sue ultime conseguenze tutti i germi e tutte le
possibilità dei periodi antecedenti : tutti anche i più contrastanti
tra loro. Accanto a uno stile rimbombante e sonoro, la più dome-
stica e mite semplicità accanto ai grandiosi porticati asiatici e agli
olimpici altari di Pergamo, un’arcadia di piccole casette di campa-