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ETTORE BORTOLOTTI
della piramide, e per aver promosso la dottrina delle curve che
nascono dalle sezioni di solidi, delle quali, in particolare, stu-
diava la generazione organica, cioè la descrizione mediante mec-
canismi.
Tale studio, di cui già Archita aveva dato notevole saggio, si
presentava necessariamente nella rappresentazione del moto dei
pianeti, secondo il sistema da lui ideato, del quale era cardine fon-
damentale una elegante lemniscata sferica, da Eudosso detta
« Ippopeda ».
È attribuito ad EUDOSSO anche gran parte del materiale onde
Euclide ha costituito il V Libro degli Elementi, ed in particolare
la concezione del rapporto fra grandezze omogenee, come ente a
sè, indipendente dalla commensurabilità numerica, di cui abbia-
mo fatto parola trattando dell’incommensurabile.
Le scuole di Atene: Platone - Aristotele.
24. — Le opere di Platone e di Aristotele, a differenza di
quelle degli scienziati fino ad ora considerati, ci sono pervenute
nella loro integrità, e sono talmente note agli studiosi, che non
occorre che su di esse mi indugi, tanto più in quanto che esse non
hanno, per lo sviluppo delle scienze matematiche, quell’altissimo
valore che hanno per la filosofia e per le altre scienze.
25. — Platone (427-347) scolaro ed amico di Socrate, dopo
la morte del maestro fece lunghi viaggi : a Cirene, in Egitto, in
Italia, a Siracusa. Nel corso di questi viaggi e durante la sua
permanenza in Italia prese contatto colla scuola pitagorica (a
Siracusa tornò poi altre due volte (—368, —361) ).
Tornato in patria comperò presso il Ginnasio di Academio
un giardino dove fece costruire dei portici, per ivi conversare
cogli amici, raccolti in una società scientifica, che, dal luogo,
prese nome di Academia. Questa, anche dopo la morte di Pla-
tone, si adunava colà una volta al mese per un banchetto cui
facevano seguito le conversazioni filosofiche. L’Academia aveva
un capo (Diadoco); ma non leggi, nè dottrine ufficiali, ed era
aperta a tutte le tendenze ed a tutte le dottrine. Perciò soprav-
visse a tutte le altre scuole, conservando il culto del suo fondatore,
ma interpretandone liberamente gli scritti.
Dopo Platone ebbe a capo Speusippe, nipote di lui, poi Era-
clide da Ponto, Senocrate....
Dal pitagorismo Platone aveva derivato, non solo le cogni-
zioni scientifiche, ma gli indirizzi e le vedute, specialmente nella
ETTORE BORTOLOTTI
della piramide, e per aver promosso la dottrina delle curve che
nascono dalle sezioni di solidi, delle quali, in particolare, stu-
diava la generazione organica, cioè la descrizione mediante mec-
canismi.
Tale studio, di cui già Archita aveva dato notevole saggio, si
presentava necessariamente nella rappresentazione del moto dei
pianeti, secondo il sistema da lui ideato, del quale era cardine fon-
damentale una elegante lemniscata sferica, da Eudosso detta
« Ippopeda ».
È attribuito ad EUDOSSO anche gran parte del materiale onde
Euclide ha costituito il V Libro degli Elementi, ed in particolare
la concezione del rapporto fra grandezze omogenee, come ente a
sè, indipendente dalla commensurabilità numerica, di cui abbia-
mo fatto parola trattando dell’incommensurabile.
Le scuole di Atene: Platone - Aristotele.
24. — Le opere di Platone e di Aristotele, a differenza di
quelle degli scienziati fino ad ora considerati, ci sono pervenute
nella loro integrità, e sono talmente note agli studiosi, che non
occorre che su di esse mi indugi, tanto più in quanto che esse non
hanno, per lo sviluppo delle scienze matematiche, quell’altissimo
valore che hanno per la filosofia e per le altre scienze.
25. — Platone (427-347) scolaro ed amico di Socrate, dopo
la morte del maestro fece lunghi viaggi : a Cirene, in Egitto, in
Italia, a Siracusa. Nel corso di questi viaggi e durante la sua
permanenza in Italia prese contatto colla scuola pitagorica (a
Siracusa tornò poi altre due volte (—368, —361) ).
Tornato in patria comperò presso il Ginnasio di Academio
un giardino dove fece costruire dei portici, per ivi conversare
cogli amici, raccolti in una società scientifica, che, dal luogo,
prese nome di Academia. Questa, anche dopo la morte di Pla-
tone, si adunava colà una volta al mese per un banchetto cui
facevano seguito le conversazioni filosofiche. L’Academia aveva
un capo (Diadoco); ma non leggi, nè dottrine ufficiali, ed era
aperta a tutte le tendenze ed a tutte le dottrine. Perciò soprav-
visse a tutte le altre scuole, conservando il culto del suo fondatore,
ma interpretandone liberamente gli scritti.
Dopo Platone ebbe a capo Speusippe, nipote di lui, poi Era-
clide da Ponto, Senocrate....
Dal pitagorismo Platone aveva derivato, non solo le cogni-
zioni scientifiche, ma gli indirizzi e le vedute, specialmente nella