LÙTALIA MERIDIONALE E LA GRECIA NEL MEDIO EVO
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È nel 1080 che ha inizio la prima espansione militare nor-
manna in Oriente e il primo tentativo meridionale di soggiogare,
a sua volta, l’Impero Bizantino da cui era stato il Mezzogiorno
dominato per secoli. Dopo «aver divorato la terra d’Italia», se-
condo l’espressione di un cronista,1 Roberto il Guiscardo, mal-
grado i suoi sessantaquattro anni, pensa di « divorare » quella
dell’ Impero di Oriente, sia per vendicare l’aiuto da quello dato
e l’ospitalità accordata ai suoi vassalli ribelli, sia per un bisogno
di espansione e una necessità strategica, come diremo in seguito,
sia per il prestigio che allora Bisanzio esercitava su tutto l’Occi-
dente e in ispecie sull’ Italia e sui Normanni.
Traendo pretesto dalla caduta dell’ Imperatore Michele VII,
un cui tìglio doveva sposare una sua figlia, e dalla relegazione di
quest’ultima in un monastero, il Guiscardo fa occupare dal figlio
Boemondo Valona ed egli stesso, a capo di un’armata sulla cui
potenza sono discordi i cronisti (da 30.000 a 1000 uomini), occupa
Corfù (maggio 1081) e assedia Durazzo : ma una forte tempesta
gli distrugge una parte della flotta, e altra parte i Veneziani alleati
dell’ Imperatore : ben presto, però, Roberto affronta il nemico a
Durazzo e lo vince in un combattimento asprissimo.
La vittoria diede ai vincitori l’Albania e 1’ Epiro, e nuove
vittorie a Giannina e ad Arta riportò Boemondo più tardi, du-
rante l’assenza del padre, chiamato a Roma da Gregorio VII. In
breve (1082) tutta l’Albania e la Tessaglia furono conquistate,
insieme con parte della Macedonia; ma l’anno seguente queste due
regioni sono perdute e perfino Durazzo è presa dai Bizantini e
Veneziani riuniti.
Il Guiscardo muove, appena può, alla riscossa nell’autunno
del 1084, riunita una flotta di 150 navi, e rioccupa Valona e si di-
rige verso Corfù, sconfiggendovi una flotta bizantino-veneziana,
e occupando l’isola: ma là, il 17 luglio 1085, egli muore. Egli sarà
sepolto a Canosa e l’iscrizione sulla tomba celebrerà come suo
vanto più glorioso il fatto che « l’Imperatore dell’occidente e
dell’Oriente erano fuggiti avanti a lui e i liberi cittadini di Ve-
nezia dinanzi a lui non si erano più sentiti sicuri sul mare »,2 ma
certo la sua morte segnò la fine di quella spedizione in Grecia.
Occorrerà attendere non meno di sessantadue anni per avere
un nuovo tentativo normanno: è la potente flotta di Ruggiero II
1 Cfr. Longnon, p. 27.
2 SCHAUBE, p. 36.
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È nel 1080 che ha inizio la prima espansione militare nor-
manna in Oriente e il primo tentativo meridionale di soggiogare,
a sua volta, l’Impero Bizantino da cui era stato il Mezzogiorno
dominato per secoli. Dopo «aver divorato la terra d’Italia», se-
condo l’espressione di un cronista,1 Roberto il Guiscardo, mal-
grado i suoi sessantaquattro anni, pensa di « divorare » quella
dell’ Impero di Oriente, sia per vendicare l’aiuto da quello dato
e l’ospitalità accordata ai suoi vassalli ribelli, sia per un bisogno
di espansione e una necessità strategica, come diremo in seguito,
sia per il prestigio che allora Bisanzio esercitava su tutto l’Occi-
dente e in ispecie sull’ Italia e sui Normanni.
Traendo pretesto dalla caduta dell’ Imperatore Michele VII,
un cui tìglio doveva sposare una sua figlia, e dalla relegazione di
quest’ultima in un monastero, il Guiscardo fa occupare dal figlio
Boemondo Valona ed egli stesso, a capo di un’armata sulla cui
potenza sono discordi i cronisti (da 30.000 a 1000 uomini), occupa
Corfù (maggio 1081) e assedia Durazzo : ma una forte tempesta
gli distrugge una parte della flotta, e altra parte i Veneziani alleati
dell’ Imperatore : ben presto, però, Roberto affronta il nemico a
Durazzo e lo vince in un combattimento asprissimo.
La vittoria diede ai vincitori l’Albania e 1’ Epiro, e nuove
vittorie a Giannina e ad Arta riportò Boemondo più tardi, du-
rante l’assenza del padre, chiamato a Roma da Gregorio VII. In
breve (1082) tutta l’Albania e la Tessaglia furono conquistate,
insieme con parte della Macedonia; ma l’anno seguente queste due
regioni sono perdute e perfino Durazzo è presa dai Bizantini e
Veneziani riuniti.
Il Guiscardo muove, appena può, alla riscossa nell’autunno
del 1084, riunita una flotta di 150 navi, e rioccupa Valona e si di-
rige verso Corfù, sconfiggendovi una flotta bizantino-veneziana,
e occupando l’isola: ma là, il 17 luglio 1085, egli muore. Egli sarà
sepolto a Canosa e l’iscrizione sulla tomba celebrerà come suo
vanto più glorioso il fatto che « l’Imperatore dell’occidente e
dell’Oriente erano fuggiti avanti a lui e i liberi cittadini di Ve-
nezia dinanzi a lui non si erano più sentiti sicuri sul mare »,2 ma
certo la sua morte segnò la fine di quella spedizione in Grecia.
Occorrerà attendere non meno di sessantadue anni per avere
un nuovo tentativo normanno: è la potente flotta di Ruggiero II
1 Cfr. Longnon, p. 27.
2 SCHAUBE, p. 36.