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Bodrero, Emilio; Ducati, Pericle; Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero <Rom> [Hrsg.]
Italia e Grecia: saggi su le due civiltà e i loro rapporti attraverso i secoli — Firenze, 1939

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https://doi.org/10.11588/diglit.42576#0298

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GENNARO MARIA MONTI

cipato di Morea, alleanza che doveva, da una parte, combattere
l’imperatore di Nicea, nemico delle due potenze balcaniche (specie
di Michele II, perchè, come lui, aspirante alla corona d’Impera-
tore di Costantinopoli), dall’altra, apprestare aiuti a Manfredi nel-
l’imminente lotta contro di lui sferrata dalla Santa Sede.
Il 2 giugno 1259, la diciassettenne e avvenente sposa sbarcò
nel porto di Trani e in quel castello furono celebrate le nozze tra
grandi feste (ci dicono i cronisti), poi prolungate ancora in onore
di Baldovino di Courtenay, Imperatore Latino di Costantinopoli,
venuto a cercar soccorsi per il suo vacillante Impero, ridotto a
ben pochi territori. Non sappiamo se davvero, come vogliono alcu-
ni, fu stretta alleanza tra i due Sovrani : è certo, invece, che, nel di-
cembre di quell’anno, Manfredi inviò tremila fanti e cavalieri in
aiuto del suocero contro l’Imperatore Niceno. Anche l’altro ge-
nero, il principe di Acaja, inviò forze a Michele Angelo II, ma
sul campo di battaglia di Pelagonia questi tradì — sembra — gli
alleati per intrighi dei nemici, sì che questi ultimi ebbero ra-
gione delle milizie di Sicilia e di Napoli, e il Principe fu preso
prigioniero. La vittoria fu l’ultima tappa dei vincitori verso la
conquista di Costantinopoli effettuata nel luglio 1261, conquista
che fece ad essi ottenere anche l’omaggio del Despota di Epiro;
ma, venuto di nuovo a guerra quest’ultimo con il Paleologo, Man-
fredi, ancora due volte, e vittoriosamente, inviò milizie al suo-
cero, giungendo a liberare la sorella Costanza, prigioniera del Ni-
ceno, quale moglie del suo predecessore, tenuta in ostaggio per
le lotte dei Latini contro di lui.
Quasi nessuna notizia abbiamo del governo di Manfredi su
Corfù, nè è da far meraviglia per la nota dispersione dei docu-
menti della sua Cancelleria. Sappiamo soltanto che Governatore
dell’isola e delle terre albanesi fu l’ammiraglio Filippo Chinardo
e che nella celebre battaglia di Montaperti, il più grande trionfo ita-
liano di Manfredi, a fianco alle altre milizie del Regno, vi furono
quelle greche e cumane, tratte evidentemente « dalle terre dotali
di Elena e da quelle dei Principi Orientali suoi amici e confe-
derati »?
* * *
La morte a Benevento di Manfredi e la fine della dominazione
sveva nel Regno di Sicilia a opera dei nuovi dominatori Angioini
segnarono egual destino alle guerre già dotali dell’infelice Re-
gina, fatta prigioniera dal vincitore e rinchiusa prima a Trani e

1 Del Giudice, pp. 24 e 26-27.
 
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