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Ducati, Pericle
L' arte classica — Torino, 1939

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https://doi.org/10.11588/diglit.43346#0642
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594

PERIODO SESTO

e di P. Ouintilio (13 a. C.) feci ritorno a Roma dalla Spagna e dalla Gallia, poiché in queste
provincie tutto fu condotto secondo il desiderio, il Senato, a ringraziamento pel mio
felice ritorno, decretò di dedicare nel Campo Marzio alla dea della Pace Augusta un
altare, su cui dovessero annualmente sacrificare gli alti magistrati, i sacerdoti, le vergini
Vestali ». E nell’anno 9 a. C. l’ara era già compiuta
e fu inaugurata.
Vari rilievi, che provengono dal corso Umberto I
(antica via Flaminia) e precisamente dal palazzo
Fiano (1), sono stati riconosciuti come appartenenti
a questa opera insigne e col loro avvicinamento e
con gli scavi eseguiti nel 1903 e nel 1937 si è potuto
pervenire ad una ricostruzione dell’assieme. Pro-
babilmente, dentro un cortile quadrangolare cir-
condato da portici, si innalzava l’altare della Pace
(fig. 731 e fig. 732), protetto da un recinto di forma
quasi quadrata di m. 11,60 (40 piedi romani) per
m. 10,65 (36 piedi) e costituito da un muro di
marmo di Carrara alto m. 3,68, con due larghe
aperture, una ad oriente e l’altra ad occidente.
Questo recinto marmoreo riproduceva l’effimero re-
cinto ligneo o palco (tabulinum) costruito per la
cerimonia del 13 a. C. L’altare vero e proprio sorge
su quattro gradini ed occupa grandissima parte
dell’interno del recinto.
Ma quel che più interessa è la decorazione a
rilievi del muro del recinto, sia nell’interno che al-
l’esterno. Nell’interno, lungo la parte superiore,
corre una serie di festoni sostenuti da bucrani; nel-
l’esterno la decorazione è divisa da pilastri angolari
e laterali delle porte di ordine corinzio e nella parte inferiore ha un contenuto vegetale
ad esuberanti viticci con piccole figure di animali, mentre nella parte superiore si svolge
il fregio figurato. Lungo i lati meridionale e settentrionale vi è realismo di contenuto,
cioè una processione del mondo ufficiale romano. Alla allegoria ed al mito erano invece
inspirati i quattro rilievi dei lati ad est e ad ovest: a sinistra invero della porta orientale
sta un rilievo allegorico con le figure della Tellus, di una Aura e di una Nereide; a
destra era un’accolta di divinità, tra cui la dea Roma ed il Genio del popolo romano
o l’Onore; ad ovest da un lato a sinistra era il portento della lupa allattante i gemelli
con la presenza di Marte, a destra il sacrifizio di una scrofa ai Penati per parte di Enea.
Tutto dunque rammenta le nobili, divine origini della eterna città, la protezione per
parte degli immortali, la grandezza e la prosperità dell’impero romano, la pia devozione

(da Winier)


Fig. 730. — Ricostruzione parziale
del teatro di Marcello.

(1) Prima della ricostruzione, inaugurata il 23 settembre 1938, i rilievi erano così distribuiti: Roma, Museo
Nazionale Romano; Città del Vaticano, Musei (Belvedere); Firenze, R. Galleria degli Uffizi; Parigi, Museo del
Louvre; Vienna (frammentino con la testa di Marte).
 
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