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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 1) — Neapel, 1757 [Cicognara, 2645-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3711#0279
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ALCUNE OSSERVAZIONI.

267

Tav. II. (8) Ne'due primi perfonaggi di quella &?/?#ta fi
vedono chiaramente i calzoni (9). La torre con fine (Ire ,
che par deflinata ad ufo di abitazione (1°), il nobil edificio,
che pofa fopra archi (") dentroP ^//# (12) 9 e'l potiteli)
fon da notarli . Si vedono con degradazione in diftanza
altri edificii, tra5 quali una piramide (h) .

Tav. III. (15) E vaga la /^?#ta per le diverfe cofe, che
ne occupano il campo. Traile balze fi vede un termine (i6):
fulla porta fi oflerva una rotella dentata C*r).

Tav. IV.

Io : e infatti fi legge preffo Garrone de Re R. III.
2. che non meritava il nome di Villa quella , ove
mancava queflo animale . Ma parvero piuttofto un
Giovenco , ed un Cane : animali egualmente necejfa-
riì, e ricercati nelle ville. Varrone de Re R.I. zi.
e iS.ColumellaVU. 12.

(8) Nel Catalogo N. CCLXXXII.

(9) U'ufode'Calzoni e antichijjìmo: lafciandofa-
re Adamo, gli Sciti, i Perfiani, e i Medi l'ufavano:
e una parte della Gallia dal portarli fu detta Braccata.
I Greci, e i Romani par che non ne ave (fero l'ufo da
prima. Vero è, che Cicerone de off. I. dice: feenicorum
quidem mos tantam habuit a vetcre difciplina verecun-
diam, ut in feena fine fubligaculo prodeat nemo . JB

ateneo XIII. p. 607. Kctl Oli QsrTXXal èpffiTpfàs, XZ-

Octirep dvTaTg sdog èslv, sv -rari; SiaZjào-cpuK; yv^ivoà ùp^v-
70 : e le ballerine della Tenaglia fecondo il loro cottu-
me, ballavano nude colle diazosfe . Ma crede il Bai-
fio de Re Veli. cap. 20., che V fubligacolo , la diazos-
fa , il perizoma non covri fero , che le fole parti vergo-
gnofe, non già le cofee , come le bracae, e l'dvx^apvìsg.
Suetonio parlando di Augufto cap. 8 2. dice, che femi-
nalibus, & tibialibus muniebatur . Ma anche quefte fi
vuol che foffero fafee, non brache 0 calzoni. Lampri-
dio di Alejfandro Severo e. 40. dice che usò le brache.
Si veda ivi il Salma/io . T>a Onorio fu proibito in Cit-
tà portar calzoni: L. 2. C. Th. de habitu quo uti
oport. int. Urb. ove il Gotofredo . Columella XI. 1.
dice , che la famigli ruftica era veftita l' inverno
pellibus manicatis , & fagatis cucullis . Ad ogni mo-
do e chiaro da quefta pittura , che in campagna ufa-
vanfi i calzoni a'tempi di Tito, 0 anche prima .

(10) Vedremo fpeffo delle fimi li Torri in quefte
pitture : frequentiamo in fatti »' era l' ufo nelle
ville . Seneca, 'Plinio , Giovenale ne parlano , come
anderemo notando a' loro luoghi. Qui fembra deftinata
all' abitazione del Villico -, 0 anche per ufo di grana-
io : dice Columella I. 6. Sed granaria, ut dixi, fcalis
adeantur , & modicis feneftellis aquilonibus inipirentur.

(11) Così quefto , come il precedente , e molti al-
tri feguenti edificii nobili 0 urbani , 0 pretorii , che
vogliamo dire, fi vedono alzati fopra un terrazzo y
che pofa fopra archi grandi gettati dentro l' acqua.
Quefto era il gufo de' Romani nell' edificar le Ville.

Seneca Cont. V. S-dice: Maria furhmoventur proje&is
molibus. Così parla anche SaUuflìo , e 'Petronio . 'Dice
Suetonio di Caligola cap. 17. In exftru&ionibus praeto-

riorum , & villani m

jecit moles infetto , ac

profundo mari. Orazio II. Ode. 18.
Marifque Baiis obftrepentis urges

Summovere litoraj

Parum locuples continente ripa .
E III. Ode 1.

Contraita pifees aequora fentiunt
Ia&is in altum molibus .
Or di queftì archi, che qui fi vedono , pub intenderfi
Sidonio Apollinare Ep. I. $. Pontes , quos antiquitas
a fùitdamoms ad ufquc aggerem calcabili Alice eru-
ttatimi crypticìs arcubus fornicavit. Non par che fio. da
confonderli con quefte fuftruzìoni il Criptoportico,
dì cui parla Plinio V. Ep. 6. fubeft cryptoporticus
fubterraneae fimilis . Chiamavafi così un lungo portico
deftinato alpajfeggio , coverto, e chiitfo con fineftre da,
una parte e dall' altra : come lo deferìve lo fteffo
Plinio II. Ep. ij.Si veda pero Cafaub. in Hadrian. p, zo.

(12) Non folamente fui mare , ma anche fuj fiu-
mi , e fu i laghi edificavano le loro ville . E grande
era l'ufo , che faceano dell" acqua . Si veda Columel-
la I. f. Varrone III. x.e$.e VaL Majf. IX. 1. §.t.

(13) Varrone de Re Rutt. III. 5-, Quum habea-m
fub oppido Cafino flumcn, quod per villani fl^t,
liquidum , & altum , marginibus lapideis > latum pe-
des LVII. & e villa in villani psntibus tranicarur.

(14) Sì volle , che fojfe un fepolc.ro . Per altro
nelle ville vi erano fepolcri. Scipione fu fepolto nel-
la fua Villa, e Adriano nella villa di Cicero-ne in
Pozzuoli. Sì veda il Leifero I. 7.

(1 s) Nel Catal. N. CCLXXIV. e N. CCLXXVI.

(16) E" nota , che Numa ordino , che fi diftm-
guejfero preffo i Romani le pofeffiani co' Termini ,
mettendovi delle pietre fagre a Giove Terminale .
'Dionifio Alìcarnaff. lib, II. Si fingea il Ttio Termine
con faccia barbuta , 0 una fìmplice pietra , a un.% co-
lonnetta di legno , 0- dì marmo . SJ veda Apulejo
Florid. 1. Ovidio Faft. II. 64,1.

Termine , five lapis , ttve cs defo/Tos in agris
Stipes , ab antiquis tu quoque numen habea.

(17JI Si volle 3 che fafte una ruota pei attigner

l'acqua,

il!


 
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