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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 1) — Neapel, 1757 [Cicognara, 2645-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3711#0278
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V

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l66

ALCUNE OSSERVAZIONI.

cui prodotto è il /oggetto di queft' opera ; fi è creduto
proprio aggiugnervi ancora il rame del Cratere.

Tav.I.C2) Nella maggior parte delle tejìate, e de7 finali
delle Tavole fi rapprefentano vedute diverfe di ville, per
lo più folla riva del mare. E noto fin dove giugnefle pref-
fo gli antichi il luffo in quefto genere di piacere (3) :
e fi sa , che 1 teatro delle funtuofe delizie de' Ro-
mani era , più che ogni altro luogo W , il noftro ame-
niflìmo Cratere (s). Se in quelle dunque e nelle altre pit-
ture fimili le vedute appunto de' Cafini, che i noftri li-
di cingeano, fi fodero efprefìe ; non può veramente af-
fermarli . Si potrebbe , forfè non fenza qualche verifimi-
glianza , in più d7 una fofpettar ciò ; in altre raffigurare
qualche cofà Egizia ; e in molte la fola fantafia del pit-
tore riconofcere, che or alcuna, or tutte inficine le par-
ti, di cui fòleano le ville eifer formate (<*), abbia voluto
figurare . Negli edifica , che fi vedono in quefla prima
tefiata, par che fieno accennate le tre parti di una vil-
la . Son graziole le mofle de7 due animali (7).

Tav. II.

f» Nel Catal.N.CCLXXXIII. e N.CCCCLXX.i.

(3) Varrone de Re Ruft. I. 13. parlando delle vil-
le degli antichi , e de' tempi fuoi : Mi faciebant ad
fruftuum rationem, hi faciunt ad libidines indomitas:
Itaque illorum villae rufticae erant majoris quam ur-
banae , quae nunc pleraeque contra. Orazio II, Ode XV.

Jam pauca aratro jugera regiae

Moles relinquunt.....

Si veda il Grenio de Ruftic. & vili. Vet. II. 3. Lipfto de
Magnit. Rom. III. 14. e V Lei/ero Jus Georg. I. 6.
e III. 7. dove parla anche delle altre nazioni.
Il luffo tra! Romani nelle fabbriche delle ville par-
ticolarmente sul mare , par che l'introduceffe Lucullo,
detto perciò Serfe Togato da Pompejo , come dice il
Pater colo II. 33. 0 da Tuberone , come vuole 'Plutar-
co in Lucullo .

(4) Son notijjlmi i Cajìni a Baja , al lago Lu*
crino , a Pozzuoli , e per tutta la riviera . Si ve*
da Seneca Ep. 5*1. e de Ira III. il. dove parla della
belliffima villa di C, Cefare preffo Ercolano . Marziale
Epig. 44. lib. IV". Stazio in Surr. Pollii, e in Herc.
Surrcnt.// Grenio nel cap. i.n. lib. II. enumera quafi
tutte le ville che adornavano que' luoghi .

(<r) StraboneV.p. 247. cosi lo deferive : 'Msypi y.h
ievpo g%ei riXog è wkitog è KpaTqp 7rpQWyop£vó<j,eyog

d^opi^o^svog Svah dxporqpbig, fixézxiri itpog [Mtryiyfipixy
tuts Metrqvfi, y.aì rS KOytjouu • ànctg F ig-ì kuts-
vx.suaoii.ivQg, tSto ftèv rai'g -KcXscnv àg sQapsv, tSto $s
rxl'g oì/.oS'oluicag xoù (pvrsdxig , al [/.STagù cvvs%eTg mai
piag -xóxmg otyiv -Kapi%ovTxi. Qui fìnifee il feno, che
chiamali Cratere : chiufo tra' due promontorii , che
guardano a mezzo giorno, di Mi feno , e di Minerva.
Tutto è cinto così dalle fopraddette Città ( Baja,
Pozzuoli, Napoli, Ercolano, Pompei, Surrento ) co-
me da edificii, e da piantate : e tutte quefte cofe fon tal-
mente continuate, che par che formino una fola Città.

(6) Columella de Re R. I. 6. Modus autem raem-
brorumque numerus aptetur univerfo confepto ,• & di-
vidatur in tres partes Urbanam , Rufticam , &c Fru-
Eìuariam . Quindi fiegue a deferivere i membri, e la
Jìtuazione di quefte tre partì . La parte urbana, 0 no-
bile , detta Pretorio da Palladio , e da altri comune-
mente ; e da Plinio V. Ep. 19. Cafa : era deftinata
all' abitazione del Padrone . La ruftica era occupata
dal villico e dagli altri lavoratori : e comprendea an-
che le Halle per gli animali . La fruttuaria ferviva
per riporre le provifioni neceffarie , e le produzio-
ni di quel terreno . Sopra piefte tre parti della Villa

Jì veda il Leifero nel cit.'eap. 6. e cap. 4. 5-. e 7.

(7) Si volle , che /offe il più grande un Agnel-

lo :


 
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