TAVOLA 111. i7
e al velo di color verde, che ha in tefta W ; è da of
fervarfi la tonaca parimente di color verde (?) coli' orlo di
color roffb, e colle maniche fino a' polfi (*°) . Nella fò-
pravvefte guarnita di frangia (u) merita particolar riflef
fione quel pezzo di panno r#//<? bislungo, che vi fi ve-
Tom.II.Pit. D de
dalla campagna il fuo principio -, e /ebbene degenerale
dopo dal fuo fare antico , ritenne fempre un caratte-
re umile , e privato , e vi fi framifcbiavano fpef-
fo delle perfine di contado . Anche la Tragedia
dalla Villa entro in Citta, come d;remo a fuo luogo:
e generalmente, dice Scaligero nel cit. cap. 14. della
Poét. che ogni fina di poefia tra' Pajtorì ebbe co-
minciamento ; e perciò , fiegue egli a dire , che sulla
Scena s'introduffero ancora i barioni paftorali. Polluce
IV. Seg. 119. deferìvendo le di vi fé degl' Iftrioni dice:
mjpcc, fizxxYipla,, hfidÉgx ini tuv dypoi'xuv : la bifaccia,
il barione, e la pelliccia convengono alle perfone di
campagna. Nel Segni, feguente dijlingue due forte di
verghe, che fi tifavano nella Comedia: Ylipvofioffy.ol S'è ...
p/3Jby èvdsì'xu fiépxaiv ■ tkgeoxoq- wttélrou rjas r\ pdfiSòg ...
toìg dypoucig (npócrsg-i) X.ayufìóXov : I Ruffiani porta-
no una verga diritta : quella verga fi chiama are-
fico . A' Contadini conviene il lagobolo . Teocrito
Idyl. VII. chiama lagobolo nel v. 130. quel che
nel verf. 18. e 19. ave a chiamato poixàv xopùvuv
curvo barione , che corrifponde al pedum de Latini.
Pedum , virga incurvata , unde retinentur pecudum
pedes : dice Servio Ecl. V. v. 88. e Fejto nella pa-
rola Pedum. Efichio d,finifice l' Arefco così: Kpsaxog
.....)j oiòo^sv/j pd(3ò~og Toig y.u[XiKol'g : cioè , Areico
.....quella verga , che fi dà a' Comici . All' in-
contro l' Autor della vita di Sofocle ficrive : Ldrupog
às @Y)cnv ori xxl rrjv xx[A,7tvXi)v ^ou.TY\plccj dvrèg èitsvorjcre:
Satiro dice, che lo ftelTo Sofocle invento il curvo
baflone . E in fatti vedremo nelle Tavole feguenti
tnafchere anche tragiche accompagnate col curvo ba-
flone . Sembra dunque , che il pedo convenire pro-
priamente alla Tragedia , e 7 diritto baflone alla
Comedia. Ma 'Plutarco Tom. IL p. 2. D. De puer.
inft. generalmente dice : rdg \ih xxy,7rvXag tuv V7toy.pi-
twv ficty.'tYiplccg dxevduvetv dy.r^ocvov : egli è imponìbile
il dirizzare i curvi ballon! degl' Iflrioni . E per ve-
rità fu comune d Tragici, e a' Comici il pedo , come
fi vedrà nelle mafehere comiche rappefentate nelle
Tavole feguenti , e coinè qui fenza alcun dubbio fi
•vede .
(8) Efiodo chiama le Mufe 8scy. v. 916. Xjouraw-
Tt-jy.ag , adorne d' aurei veli. Polluce IV. Segm. 15-4.
parlando delle perfone Comiche , dà la mitra di varii
colori alla Meretrice , detta perciò diamitro . Giove-
nale Sat. III. V. 66. . . . pitia lupa barbara mitra .
T)el reflo a tutte le donne conveniva la cuffia . Ari-
fio fané Qscry.. v. 164?. Kexgvfidte ài udì y.l'tpag. Il Ce-
crifalo è generale , e Scaligero crede effer detto cor-
rottamente per KpvyJ<p%?.c$, dal covrire la tefta. On-
de fembra , che ivi Ariftofane non diftingua il Ce-
crifalo dalla Mitra , e che la congiuntiva vaglia per
cioè. E in fatti Agatone dà a Mnefiloco , che dee
veftirfi da donna , il fuo bcrettino di notte , perchè
gli ferva di mitra , 0 di cuffia . Es da ejfervarfi,,
che Talia , e Melpomene fidamente hanno in tefta si
fatto velo : le altre Mufe 0 han la fola corona , 0
una fafeetta , che le circonda , e firinge i capelli.
(9) 'Polluce IV. Segm. 115?. dice affolut amente:
la velie comica è i' efimide : quella , egli fi-gue a
dire , è una velie bianca fenza alcun diflintivo : STI
&s yirùv tevxòg dcYiyioG . Lampridìo in Alex. Sev. di-
ce : tunicas afemas : dove nota Salmafio : do"/jy.og yj-
tuv e/i, qui purpuram non habet . Cafaubono Anim.
V. 13. avverte, che i Greci chiamavano ffYj^sìov quel
pezzo di porpora , con cui adornavano gli abiti. Si
veda la nota (12) . Non e dunque cfomide quejla,
con cui e qui coverta Talia : ma fi volle , che fife
un' altra forta di vefte comica , detta fimmetria. Si
veda Polluce IV. Segm. no.
(io) Le veftì con maniche, dette perciò chiri-
dote , e carpote , perchè giugneano fino alle mani,
e fino a' polli , erano proprie delle donne , ne con-
venivano, se non che a gli uomini effemminati . Si
vedano i luoghi dì Cicerone , di Gè Ilio , di Servio,
e degli altri preffo il Ferrari de Re Veil. P. I.
lib. III. e. 8.
(n) Il Vojfio Etym. v. Lacinia vuol, che la cla-
mide laciniofa, a cui Plinio V. io. paragona la Cit-
tà d' Alexandria , debba intenderfi di una clamide
colla frangia ; poiché lo ftejjo Plinio XXV. io. chia-
ma le foglie della piantaggine laciniofe . Il Ferrari
de Re Veli. P. IL lib. I. e. 19. crede , che alla fran-
gia propriamente corrifponda la fimbria de' Latini ; e
lo conferma col mede fimo Plinio , che chiama XXI.
15". le foglie dell' urtica fimbriate. Si veda anche il
Vojfio Etym. in Fibrae. T)d Greci le frange fon chia-
mate 8vo*avoi , e y.poac;ol ; e fi dìftinguono da gli orlit
0 eftremità delle veftì , che dì confi xgdcrnEtici- come
nota Polluce VII. Segm. 64. e 65-. Si veda anche
Efichio in Kpoacég , e Snida in Kpacrcóg . Erodo-
to IL 81. chiama yj&uvag èveavonèg, velli colla fran-
gia quelle , che gli Egiziì chiamavano calafiri. E
lo ftejfo Erodoto IV. 189. dice , che i Greci prefero
dall' Affrica l' abito , e l' egide , con cui folcano
rappr e fintar Minerva : poiché le donne Africane fili-
la velie portavano pelli di capre tinte di roffb , e
fimbriate , e le fimbrie non erano férpenti ( come fi
fingeano nell'egide di Pallade ) ma ftrifee di cuo-
jo . E da quelle pelli caprine ( odyéuv ) ebbe 1* egi-
de di Minerva il nome . Omero II. V. 738. chiama
l' egide di Giove Qvaa avo tacca, fimbriata . Or egli è
noto , che Giove colla pelle della capra Amaltea fi
fece il fuo torace, perciò detto egide , e da lui dona-
to poi a Minerva . Sì veda il Munkero ad Albrico
de Deor, Im. in Minerva n. 5-. potrebbe dunque dirfi,
che
e al velo di color verde, che ha in tefta W ; è da of
fervarfi la tonaca parimente di color verde (?) coli' orlo di
color roffb, e colle maniche fino a' polfi (*°) . Nella fò-
pravvefte guarnita di frangia (u) merita particolar riflef
fione quel pezzo di panno r#//<? bislungo, che vi fi ve-
Tom.II.Pit. D de
dalla campagna il fuo principio -, e /ebbene degenerale
dopo dal fuo fare antico , ritenne fempre un caratte-
re umile , e privato , e vi fi framifcbiavano fpef-
fo delle perfine di contado . Anche la Tragedia
dalla Villa entro in Citta, come d;remo a fuo luogo:
e generalmente, dice Scaligero nel cit. cap. 14. della
Poét. che ogni fina di poefia tra' Pajtorì ebbe co-
minciamento ; e perciò , fiegue egli a dire , che sulla
Scena s'introduffero ancora i barioni paftorali. Polluce
IV. Seg. 119. deferìvendo le di vi fé degl' Iftrioni dice:
mjpcc, fizxxYipla,, hfidÉgx ini tuv dypoi'xuv : la bifaccia,
il barione, e la pelliccia convengono alle perfone di
campagna. Nel Segni, feguente dijlingue due forte di
verghe, che fi tifavano nella Comedia: Ylipvofioffy.ol S'è ...
p/3Jby èvdsì'xu fiépxaiv ■ tkgeoxoq- wttélrou rjas r\ pdfiSòg ...
toìg dypoucig (npócrsg-i) X.ayufìóXov : I Ruffiani porta-
no una verga diritta : quella verga fi chiama are-
fico . A' Contadini conviene il lagobolo . Teocrito
Idyl. VII. chiama lagobolo nel v. 130. quel che
nel verf. 18. e 19. ave a chiamato poixàv xopùvuv
curvo barione , che corrifponde al pedum de Latini.
Pedum , virga incurvata , unde retinentur pecudum
pedes : dice Servio Ecl. V. v. 88. e Fejto nella pa-
rola Pedum. Efichio d,finifice l' Arefco così: Kpsaxog
.....)j oiòo^sv/j pd(3ò~og Toig y.u[XiKol'g : cioè , Areico
.....quella verga , che fi dà a' Comici . All' in-
contro l' Autor della vita di Sofocle ficrive : Ldrupog
às @Y)cnv ori xxl rrjv xx[A,7tvXi)v ^ou.TY\plccj dvrèg èitsvorjcre:
Satiro dice, che lo ftelTo Sofocle invento il curvo
baflone . E in fatti vedremo nelle Tavole feguenti
tnafchere anche tragiche accompagnate col curvo ba-
flone . Sembra dunque , che il pedo convenire pro-
priamente alla Tragedia , e 7 diritto baflone alla
Comedia. Ma 'Plutarco Tom. IL p. 2. D. De puer.
inft. generalmente dice : rdg \ih xxy,7rvXag tuv V7toy.pi-
twv ficty.'tYiplccg dxevduvetv dy.r^ocvov : egli è imponìbile
il dirizzare i curvi ballon! degl' Iflrioni . E per ve-
rità fu comune d Tragici, e a' Comici il pedo , come
fi vedrà nelle mafehere comiche rappefentate nelle
Tavole feguenti , e coinè qui fenza alcun dubbio fi
•vede .
(8) Efiodo chiama le Mufe 8scy. v. 916. Xjouraw-
Tt-jy.ag , adorne d' aurei veli. Polluce IV. Segm. 15-4.
parlando delle perfone Comiche , dà la mitra di varii
colori alla Meretrice , detta perciò diamitro . Giove-
nale Sat. III. V. 66. . . . pitia lupa barbara mitra .
T)el reflo a tutte le donne conveniva la cuffia . Ari-
fio fané Qscry.. v. 164?. Kexgvfidte ài udì y.l'tpag. Il Ce-
crifalo è generale , e Scaligero crede effer detto cor-
rottamente per KpvyJ<p%?.c$, dal covrire la tefta. On-
de fembra , che ivi Ariftofane non diftingua il Ce-
crifalo dalla Mitra , e che la congiuntiva vaglia per
cioè. E in fatti Agatone dà a Mnefiloco , che dee
veftirfi da donna , il fuo bcrettino di notte , perchè
gli ferva di mitra , 0 di cuffia . Es da ejfervarfi,,
che Talia , e Melpomene fidamente hanno in tefta si
fatto velo : le altre Mufe 0 han la fola corona , 0
una fafeetta , che le circonda , e firinge i capelli.
(9) 'Polluce IV. Segm. 115?. dice affolut amente:
la velie comica è i' efimide : quella , egli fi-gue a
dire , è una velie bianca fenza alcun diflintivo : STI
&s yirùv tevxòg dcYiyioG . Lampridìo in Alex. Sev. di-
ce : tunicas afemas : dove nota Salmafio : do"/jy.og yj-
tuv e/i, qui purpuram non habet . Cafaubono Anim.
V. 13. avverte, che i Greci chiamavano ffYj^sìov quel
pezzo di porpora , con cui adornavano gli abiti. Si
veda la nota (12) . Non e dunque cfomide quejla,
con cui e qui coverta Talia : ma fi volle , che fife
un' altra forta di vefte comica , detta fimmetria. Si
veda Polluce IV. Segm. no.
(io) Le veftì con maniche, dette perciò chiri-
dote , e carpote , perchè giugneano fino alle mani,
e fino a' polli , erano proprie delle donne , ne con-
venivano, se non che a gli uomini effemminati . Si
vedano i luoghi dì Cicerone , di Gè Ilio , di Servio,
e degli altri preffo il Ferrari de Re Veil. P. I.
lib. III. e. 8.
(n) Il Vojfio Etym. v. Lacinia vuol, che la cla-
mide laciniofa, a cui Plinio V. io. paragona la Cit-
tà d' Alexandria , debba intenderfi di una clamide
colla frangia ; poiché lo ftejjo Plinio XXV. io. chia-
ma le foglie della piantaggine laciniofe . Il Ferrari
de Re Veli. P. IL lib. I. e. 19. crede , che alla fran-
gia propriamente corrifponda la fimbria de' Latini ; e
lo conferma col mede fimo Plinio , che chiama XXI.
15". le foglie dell' urtica fimbriate. Si veda anche il
Vojfio Etym. in Fibrae. T)d Greci le frange fon chia-
mate 8vo*avoi , e y.poac;ol ; e fi dìftinguono da gli orlit
0 eftremità delle veftì , che dì confi xgdcrnEtici- come
nota Polluce VII. Segm. 64. e 65-. Si veda anche
Efichio in Kpoacég , e Snida in Kpacrcóg . Erodo-
to IL 81. chiama yj&uvag èveavonèg, velli colla fran-
gia quelle , che gli Egiziì chiamavano calafiri. E
lo ftejfo Erodoto IV. 189. dice , che i Greci prefero
dall' Affrica l' abito , e l' egide , con cui folcano
rappr e fintar Minerva : poiché le donne Africane fili-
la velie portavano pelli di capre tinte di roffb , e
fimbriate , e le fimbrie non erano férpenti ( come fi
fingeano nell'egide di Pallade ) ma ftrifee di cuo-
jo . E da quelle pelli caprine ( odyéuv ) ebbe 1* egi-
de di Minerva il nome . Omero II. V. 738. chiama
l' egide di Giove Qvaa avo tacca, fimbriata . Or egli è
noto , che Giove colla pelle della capra Amaltea fi
fece il fuo torace, perciò detto egide , e da lui dona-
to poi a Minerva . Sì veda il Munkero ad Albrico
de Deor, Im. in Minerva n. 5-. potrebbe dunque dirfi,
che