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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0251
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VOLA

NCHE in quefti due intonachi bene
e gentilmente dipinti altro non vi è da
oiTervare , che le proprie , e graziofe
moffe de' due Genti , che fi efercita-
no alla caccia (2) : vedendoli nel primo
pezzo una lepre infeguita da un cane
- incitato dal Genio, che ha in mano un
lungo baflone (3) : e nell' altro pezzo un daino già adden-
tato in una co/eia dal cane , e 1 Genio in atto di lancia-
re il dardo.

(1) Nel Catal. N. T>IXXXVII. Furono trovate
quefte due pitture nello fteffo luogo negli fcavì dì Civita.

(2) "Dell' utilità , che produce il nobile e dilet-
tevole efercìzio della caccia , fi è lunga mente parlato
nelle note della Tavola XXXVII. del Tomo Pri-
mo ; e cosi ancora della qualità de* cani , e delle
armi da caccia . Graziofa è la deferìzìone , che fa
Oppiano Kwf]y. II. 30. e fegg. de piaceri della cac-
eia , di cut dice ejfer così grande la paffìone, e co-
sì ferma , che non cede volentieri s e chi Una volta
ha prefo diletto a quefto efercizìo , proprio degli ani-
mi grandi, e de' gran guerrieri, non può mai lafciar-
la . Supera anzi la fteffa paffìone ancora vìolentijfima
d'amore . Si veda Omero H, ili Vcn. v. 17. Orazio
I. Od. I. v. -l$. ne accenna anch' egli il gran potere ,
dicendo :

.... Manet fub Jove frigido

TAVOLA XLIV.

Venator tenerae conjugis immemor .
E notabile ancora , che Terfeo fu creduto /' invento*
re della caccia a piedi, e Cafiore di quella a cavallo.
Si veda lo ftejjb Oppiano nel cit. 1. v. 9. e v. 14.
T)efcrive lo ftejfo Toeta nel lib. 1. V. 8. e fegg. qual
debba ejfere la corporatura del perfetto cacciatore j e
dice , che ne ì pingui , ne i gracili pojfono rìufcirvi j
ma quei fono propriì per tal efercìzio , che fono agili,
fnelli , e di fibra forte > e robujìa.

(3) Eliano H. A. XIII. 14. nota , che le lepri
dì campo fono più veloci di quelle di montagna : e
ojferva ancora un aftuzìa di quefti animali , che nel
fuggire fi regolano dalla velocita del cane , che gì'
infeguifee ; e baftando loro di non ejfere fopraggiunte
mi furano i loro paffi da que' de cani, che vengon dietro,
e fé quefii fi allentano nel corfo , anch' effe vanno più
lente per non confumar le loro forze fenza necejfttà,

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