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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 3) — Neapel, 1762 [Cicognara, 2645-4]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3734#0090
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7o TAVOLA XIII.

nudo : o anche una delle Ninfe fue feguaci (6) , e forfè
la famofa Atalanta (?), a cui fi attribuiva la gloria di avel-
la prima adoperate le frecce nel cacciar le fiere (8) . Ma
i due abiti, e quefìi non fuccinti, e gli ornamenti, che
non fembrano del tutto corrifpondenti all' efercizio della
caccia (9), potrebbero fame dubitare , e rifvegliar altra
idea (I0>.

i



E i deftrì inviolabili avean effe
Omeri, e nuda fempre ia mammella :

Si veda ivi lo Sp anemia , dove traile altre eofe ram-
menta anche Claudiana II. Conf. Stil. v. 243. che co-
sì dice delle compagne di Diana:

. . Veniunt humeros, &c brachi a nudae.

(6) Callimaco nel cit. Inno v. 190. e fegg. nomi-
na le -più famofe , e le più care compagne di Diana
colle loro favole corrifpondenti, Britomarti, 0 Dittinna,
Opi, Cirene, Prccri, Ani idea, e Atalanta.

(7) Due Atàlante egualmente celebri nella favola,
una figlia dì Scheneo , /' altra di Jafio, furono caccia-
tici , e fpejo tra loro fi confondono : fi veda Igino
Fav. 99. 175. e 270. e ivi i Cementatori . Callima-
co 1. e. v. 216, chiama Atalanta , figlia di Jafio,
f Occiditrice del Cignale Calidonio , la qual gloria,
egualmente che V amore di Meleagro., le fon contra-

Jlati dalla figlia di Scheneo: fi veda ivi lo Spanemio,
e Igino nella cit. Fav. 99. e la nota feg.

(8) Oppiano de Venat. lib. II. v. 26.
^ov/iCs Ttpàrn òè yùur/i GiyzTyp K'raTidvTYi
Qyipai (\.éi/ov mspómot q^q'ao; suparo wpvi:
Atalanta di Scheneo illuftre figlia,

L'ucciditrice del Cignal, la prima

Ritro\ò per le fiere alata morte.
Sebbene in quejìe parole di Oppiano fi veda apertamen-
te , che egli intenda delle frecce ; non manco nondime-
no chi avvertifife , che prejjò Apollonio I. 769. Ata-
lanta dona a Ci afone 'éyx°$ ìxt,$ò?ioy, un dardo; e
che con un dardo filmile al qui dipinto è rapprefentattx
f-e£o Gronovio A. G. To. I. p.OOO. come appunto da
Igino Fav. 185. è deferitta con in mano un dardo, te-
lum : onde volle dirfi, che potea anche intenderfi Op-
piano del dardo, che fi lancia a mano. Ad ogni modo
vedendofi Atalanta nel marmo prefifo lo Sponio Mìfc.
Er. Ant. p. 312. che rapprefenta la caccia del Cigna-*
le di Calidone, coli'arco in mano; e dicendofi da tut-
ti quei, che fan menzione di tal caccia , che Atalan-
ta còlla laetta ferì il Cignale : (fi veda Paufania Vili.
4 5. *> Filojlrato il giovane Im. XV. ed altri ) fi fofpet-
tò, che il pittore aveffe ad arte rapprefentata qui Ata-
lanta co//'arco, e con un dardo più, fimile a venabu-
lo , che a freccia, fenza faretra, per efprimere appunto
V una , e l' altra circoHanza , e combinare le due di-
verfe opinioni così sulla perfona di Atalanta, come sul-
le armi da ejja ufate nella caccia.

(9) Sebbene a Diana , e alle Ninfe compagne fue

non convenganogli ornamenti propri i del feffo ; rappre-
fentandofi le Ninfe per lo più con un femplìce man-
to , e talvolta anche nude : fi veda Eliano V. H.
XIII. 1. che parla appunto di Atalanta, la quale nelV
antica pittura di Lanuvio fi vedea nuda , come fcrive
Plinio XXXV. 3. e nuda fi vede prejj'o il Gronovio
nel cit. Tom. I. n. OOO. ad ogni modo fi notò,
che in una medaglia degli Etoli fi riconofee da alcuni
Atalanta col monile al collo ; fi veda il Begero Th.
Br. p. 465. e una tejìa , 0 di Diana , 0 di altra
cacciatrice coli' arco , e colla faretra , e col monile di
perle al collo , e co' pendenti anche di perle fi ojjèr-
va in Montfaucon T. I. P. I. Tav. LXXXVIII, n. 4.
ejlratta da' MSti di Peireskio . Si noto ancora , che
gli ~Etrufci a tutte le deità davano le armille, le col-
lane , e ì pendenti ; come ojfèrva il Buonarroti nella
Giunta a Dernftero Etrur. Reg. § 1, Si veda anche
la n. feg.

(io) Vi fu chi propofe a ejaminare , fé potejfi
qui dirfi figurata Venere , di cui fi legge nell' Anto-
logia IV. 12. Ep. 2X.

ì\Ih jj-sv LiStpeicc (pépsiv dedànvé 0aphpmt
Tó^cc Ti , KOLt èoKiyfic, 'èpyov iy.rfiofr'yìg ;

Sempre a portar apprele Cìterea

Faretra , ed arco , ed il ferir da lungi:
ed ellafeffi prejjò Coluto de RaptuHel. v.y\.dìce dì se)

. . . Hbi/Tpov aytj , y.ai lófyi/ asipco.

Io porto il pungiglione, ed alzo l'arco:
e Mofco Id. II. 75. chiama le faette di Venere im-
perliate, dvuot'soc ìLónpidcg fìs?$, In un Cammeo prejjò
il Begero Th. Br. p. 170. fi vede Venere con un
dardo in mano ; e in un altra gemma.' prejjò lo flefifo
p. 41. Venere toglie ad Amore l'arco , e la faretra:
anzi Coluto 1, e. v. 29. fa comparir Venere nelle noz-
ze di Pelea Tc^einpog é'pccrog i?,aCPpiQi(stit tyapé-
tpr,v , che dell' arderò Amore alza il turcajfo.
Se dunque gli ornamenti , che ha quejìa figura non
fi credeffero convenir del tutto a Diana , può fupporfì
Venere 0 armata del fuo proprio dardo , ed arco ; 0
che ha tolte le armi ad Amore. Ed oltraciò fi avver-
tì , che Diana Anaitide da altri era creduta Venere:
fi veda il Giraldi Svnt. XIII. p. 392. E Omero H.
in Vener. deferivendo quefla dea , che fi prefenta ad
Anch'i fé in forma di vaia Ninfa s'x x°p2 'ApréjJjooc,
del coro di Piana, come egli dice v. 11%.pure le dà
<it&n% si'fJLXTa ( v. 64. e v, 165. ) tutte le vefti ,
e collane , « orecchini, e fintili ornamenti.

TAVOLA XIV.
 
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