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136 TAVOLA XXVII
capelli fono ftretti da una corona di verdi frondi (5) -, e
intrecciati formano sulla tefia un ?iodetto a modo di na-
ftro ben rilevato (6) : e dalle orecchie le pendono due fot-
ti li cerchietti a color d'oro ^ . Nella feconda pittura (8*
fi vede un' altra fimile giovanetta feduta nello fteffo mo-
do , che tien ravvolte nella maniera medefima le gambe,
e le cofce in un panno anche di color Salacca , che gi-
randole per dietro hfchiena covre piccola parte del de-
Jìro braccio, con cui fi appoggia ad un cembalo cinto nel
giro da lunghe firifce o di najìri , o di fonagli ^ : nel-
la
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io
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. I
■gìone delle piante fi attribuiva alle Ninfe, alcune del-
ie quali ebbero il nome di Driadi dagli atteri appunto,
dalla cui confervazione fi credea dipendere la loro vi-
ta : e fi volle anche notare che le frondi tenere, e le
foglie delle piante furono il primo cibo degli uomini:
fi veda lo Scheff'ero , e 7 Perizonio ad Fliano V. H.
XIII. 26. Del refio avremo occafione di parlar anche
altrove di tali fondi : vedendofi in un'altra nojlra gra-
ziofa pittura una Venere nella fui conca con una fi-
mi l fronde in mano.
(5) Pojfono dirfi ellere, 0 pampini; l'uno-, e Val-
fra fronde convengono alle Baccanti; e ficcomegeneral-
mente tutte le frondi fin proprie delle Ninfe, così que-
Jle fpscialmente apparterrebbono alle Ninfe nutrici di
Bacco.
{6) Traile molte maniere di acconciarfi i capelli
tifate dalle donne antiche , è nominata anche la galea
in una ifcrizione prejjò il Pignorìo de Serv. p. 392.
Calpurnia.L. Et. O. L. Galeae . Ornatrix .LoScolia-
Jle di Giovenale Sat. VI. al v. 120,
Sed nigrum flavo crìnem abfcondente galero.
fcrive: crini luppoli ti tio , rotundo, in modum galeae
faóto , quo utebantur meretrices : onde conchiude il
Pignorio che il galero , e la galea eran lo fxefifo : chia-
mando anche Tertulliano de Culto femin. cap. 6. il
galero , 0 fila V acconciatura de' capelli , a quel modo,
vàginam , & operculum verticis. Ad ogni modo vi
fu eòi dijfe poterfi leggere nello Scoliajle galeri , che
corrifponderebbe a quel che dice il poeta : e difiinguen-
do il galero dalla galea , foggiunje , che ejfendo l' or-
namento , che più dìfiìngue , e abbellìfee il cimiero ,
quel pennacchio 0 crefta , che ha nel mezzo , potrebbe
quejla nojlra pittura dar qualche idea della vera ac-
conciatura di tefia , che dal cimiero prendea il nome.
Può anche dalla nojlra pittura trarfi qualche lume
per fpiegare V acconciatura a modo di lira mentova-
ta da Ovidio Art. III. 147.
Hanc placet ornati tefludine Cyllenea :
dove il Burmanno crede ejfer fatta tal pqfitura di ca-
melli in modo , che sulla tefia fi vede fé come una
cetra colle due maniche , come due ali ; e penfa anche
aver rapporto a tal forma quel che dice V antico -poeta
JLcheo J>rejjd Ateneo XV. 12.
TÌTspoig dvd<;a.ncc npcisiìlav tpr-^x
Colle ali alzando i capelli anteriori.
Ma vi fu chi trovò riparo nell' una , e nell' altra,
Jpieg'izione del Burmanno : la teftudine Mercuriale
par , che fpieghi piuttojto quella tale acconciatura di
trecce , che formi come la forza della tefiuggine , fe-
condo il penfiero di Turnebo Adv. IV. 23. E la
chioma anteriore alzata in ale fimbra che convenga
all' altra acconciatura di capelli , che formava un no-
detto sulla fronte coli'efiremità delle trecce , come fio-
glìon talora legarfi de' najìri , che fi firingono in un
nodetto, che forma come due ali: così Ovidio Lev. 139.
Exiguum fumma nodum fibi fronte relinqui.
Or ficcome i capelli alle volte fi jlringeano in nodello
sulla j'ronte ; così qui fi vedono fretti in un fimil no-
do sulla fommità della tefia , per imitar forfè , come
fi è detto , le penne del cimiero . Virgilio in Ciri
v. 500. parlando dell'uccello Ciri , dice
Purpuream conciilit apex in vertice criftam.
e Scaligero al v. 122. j'piega così: Ut apex enim ex-
tabant ii crines : ed apex era detta ancora, la fom-
mità del tutulo de' Flamini , e de' Pontefici . Forfè
anche a ciò potrebbe trarfi la nojlra pittura , trovan-
dofi fatta da Tertulliano , e da altri menzione del tu-
tulo delle tejìe delle donne : fi veda il Kobierzjck de
luxu Rom.I. 6. e in una ifcrizione prejfo lo fi fio Pi-
gnorio 1. e. p. 394 fi legge: a tutulo ornatrix : ben-
ché per altro il tutulo avea una fola punta ; come fi
vede nelle medaglie prejfo il Pignorìo 1. e. p. 412. e
prejfo altri.
(7) Polluce V. 97. traile altre forte di orecchini
nomina 'é?uxccg, ed SAiKT'ijpxg cerchietti così detti, co-
me egli fiejfo avverte , dalla loro figura : Telici , e
/'elitteri dinotano ancora ì cerchietti , che fi portava-
no a' polfi delle mani : ti 7rspì T8c xccpTràc ^sTiTiicc,
dice Pfichio: fi veda Eujìazio Od. XXIV. 49. che m
fpiega l'uno , e l'altro fignìficato . Si veda il Teforo
To.I. p. 1185. e 1187.
(8) Nella Caffi N. CMLXXVI1I.
(9) In più luoghi dei I. e del il. Tomo fi è par-
lato di filmili fonagli de' cembali , eie in più altre
pitture abbiamo incontrato.
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