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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 4) — Neapel, 1765 [Cicognara, 2645-5]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9171#0011
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P R E F A

le altre poche fimili, dì cui
Tom.IV. PlT.

gladiatorie , nelle quali per altro non mancano mai ;
e fé in quella del Tommafini di Demetrius Padeni
non fi vedono , è perchè la teffera era taf a in quella
parte , riconofcendovifi ad ogni modo il P : come fi
vede in Fabretti p. 38.11.190. 0 che finalmente voglia
darle altra lezzioneida tutto ciò, che finora fi è det-
può dedurfi con qualche ficurezza , che nè quejìa ,
le altre fimili tefTere , che gli Antiquarii chiama-
vo gladiatorie , abbian potuto aver ufo per far am-
fn et ter e chi le portava , a veder lo fpettacolo. Sembre-
rebbe piuttqfto defiinata a quello ufo l' altra fiorta di
tefTere , molto fimili alle noflre, di figura anche orbi-
culare , e che hanno parimente fegnati i numeri in
Greco t e in Romano ; del qual genere ne rapporta al-
cuna il Fabretti , e altre il Cajlus : fi veda la nota
feg.

(4) // Fabretti Infcr. Ant. p. 530. ne'numeri
XXIIX. XXIX. e XXX. rapporta tre tefTere di offo,
fimili nella figura alle medaglie : nella prima fi vede una
corona lemnifcata , e nel mezzo HT0IA , i giochi
Pitii ; e nel rovefcio il numero IL fopra , e fiotto in
greco B: nella feconda fi .vede la tefia di Apollo col-
ia corona di frondi , e col diadema ; e nel rovefcio
AH OAA&N, Apollo, col numero VIII. fopra >e fiotto in
greco H: nella terza fi vede la tefia di Cadore colpìleo
Laconico; e nel rovefcio KACT&P, Caftore, col nu-
mero XII. fopra , e fitto in greco IB . Crede il Fa-
Iretti , che foffero quefle tefTere del genere di quelle,
che fi fpargeam al popolo per darfi a chi le raccogliea,
qualche cofa,o una tal quantità di rota : fpaifiles eos,
Se in vulgus mifliles arbitrar , ut cui fortuito con-
ti egerent , donaria correfpondentia ex condilo per
Munerarios repraefentarentur. Ma primieramente, fe
così feffe, non fi potrebbe dar ragione dell' Apollo , e
del Caftore , che vi fi vedono , fenza ricorrere ad un
m fiero fuor di bifogno ; e 'l legger fi Uv$ix in una
di effe fa chiaramente vedere , che ayeano rapporto al-
lo fpettacolo : così in molte medaglie fi vede un vafo
con palme dentro , e nel ventre fi legge TÌKiQta , 0 al-
tro nome di giuochi follenni ; e dal Fabri Agon. II.
25. e da altri è fiato già qffervato , che quel vafo , e
quelle palme aveano ufo ne' giuochi , per dinotare i
fremii, che davanfì a' vincitori : / veda anche lo Spa-
nemio de V. & P. N. dhT. IV. p- 2 99- fi pur quel
vaio non dinoti /'urna, in cui fi metteano le forti di
quei, che contendeano ne'giuochi ■ fi veda Suetonio Ner.
21. e Luciano Hermot. 40. Or come la teffera, in
cui è fcritto Uv&tx , è chiaro , che apparterà a quei
giuochi; così l'altra, in cui fi vede Apollo,^ dirfi,
che riguardava propriamente il certame Mufico ( benché i
giochi Pitii, che da principio furono anche Muflci„ erano
parimente fiacri ad Apollo l e Apollo era anche uno de-
gli dei Enagonii, che prefedeano a'giochi ginnici : fi
veda il Fabri Agon. I. 17. e II. 24. ) •* e la terza
teffera, in cui fi vede Caftore, è verifimile, che in-
dicava il corfo equeftre , proprio di Caftore ( fi veda
Pindaro P. V. io. e Orazio I. 12. 26. ) , come il
pugilato di Polluce ( fi veda Teocrito là- 22. )' onde
erano anche effi tra gli dei Enagonii ; f colle ova ,
loro propria infegna , fi numeravano i glfi de cocchi
net Circo: ed è notabile,che tutti due diceanfiCaftores;

Z I O N E. v

fi abbia notizia ^. Som que-
c fie

fi veda Plinio VII. 22. Tacito Ann. XV. in fine; e
Tertulliano de Spe&. 4. e 8. e altri . E noto poi,
che i Pi tii , gli Olimpici , e fimili giochi non fi fa-
ceano folo in Delfo, e in Elide , 0 folamente in Gre-
cia; ma in altri luoghi ancora:fi veda SpanemioH.in
Del. p. 318. e nell' Ep. j. acj Morell. §. 5. e V'onda-
le diff. VII. p. 507. Sembra dunque affai verifimi-
le , che le tre teffere del Fabretti fierviffero per
quei fpettacoli ; e fe anche voglia fbfienerfi la fua
congettura , dee fiempre dirfi , che fi fpargeano in
occafione di quei giochi . Dello fieffo genere fon
quelle del Caylus : e nel To. IV. Tav. LIV. n. V.
e VI. pubblica egli come inedita , una teffera , in cui
fi vede una corona lemnifcata colla parola I1T0IA
in mezzo , e nel rovefcio il numero II. fopra, e fiotto
in greco B : la quale 0 è la fiefifa , 0 certamente è com~
pagna di quella del Fabretti, che non è nè pur nomi-
nato dal Caylus ; Nella fiejfa Tav. n. III. e IV. fi
vede un'altra teffera fimi le, in cui in mezzo alla co-
rona fi legge T1ANA0NANIA , per Tlaifadìj/ata , i
giochi Panatenaici , e nel rovefcio il numero XV , e
fiotto una cifra, che forfè corrifponde al numero greco.
Nel To. III. Tav. LXXVII. n. Lfi vede in un'altra
■ teffera fimile una tejla, forfè di Nerone, e nel rove-
vefeio NA . . IC , col numero IL fopra , e fiotto in
greco B ; e nella fiefia, Tav. n. II. fi vede in una fi-
mil teffera una mafehera comica , e nel rovefcio il
numero III. fiotto , e fopra in greco F. Riferifce egli
con ragione tutte quefle teffere a fpettacoli ; e fenza
efitazione alcuna ( benché fenza addurne altra prova )
ne determina V ufo per difiribuirfi al popolo per V en-
trata ne* teatri ; e i numeri , che fono ne' rovefeì, cre-
de , che fiervivano a indicare il luogo , che fi dovea
occupare. Finalmente ( oltre alle altre , che rapporta
anche nel To. Vf. Tav. 98. n. 2. p. 306. e Tav.
C. n. 6. p. 313. e Tav. CI. n. 1. e 2. che fon di
altro genere) nel To. IV. Tav. LXXXVII. n. 1. pub-
blicata un' altra fimil teffera , in cui fi vedono due
figure con una fipecie di palma , 0 fimil cofa in mez-
zo , e nel rovefcio AAfA^O , / fratelli , col nume-
ro X. fopra , e fiotto in greco I: la quale anche par ,
che appartenga a fpettacolo ; febbene l' erudito Editore
la rapporti a i due fratelli Imperatori M. Aurelio, e
L. Vero , e la ffiegbi per teffera militare . Del reflo
anche l' Olftenió preffo il Reinefiolnicx. App. p. 1017-
generalmente avea detto poterfi riferire a teffere teatrali,
e Circenfì : magnani partem fignorum, & nummo-
rum, quos Gotonienfes vulgus antiquariorum vocat.
Confermerebbero quejìa opinione le due noftre teffere,
che non par , che poffano ad altro riferirfi fuorché a
teatro {fi veda la nota ( 8) ) : ma non è altrettanto facile il
provarne l'ufo preffo i Romani , e preffo i Greci. Rafie il
dubbio preffo i Romani da quel che dice Suetonio di^ Caligu-
la cap. 26.1nquietatus fremitu gratuita in Circo loca
de media no&e occupanti uni, omnes fuftibus abegit.
// Lipfio de Amph. cap. 15. deduce da ciò , che fe
vi erano i luoghi gratuiti, doveano effervi anche quel-
li , per cui fi pagava : e per dimofirarlo con altri
ejempii , nota quel che fi legge nel Prologo del Pe-
nulo di Plauto v. 23.

Servi ne obfideant, liberis ut fit locus:

Vel
 
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