72 TAVOLA XV.
de perpendicolarmente alzata tal coià di un colore incerto,
che potrebbe dirli anche un frutto o piuttofìo un fal-
lo , fe pur non iia un femplice ornamento W.
Nel fecondo ^ è dipinto un giovane nudo , coronato
Sederà,
(3) Sentirò quejlo frutto a molti un citriolo , il rejlo quando fi volere credere dipinto nel nojlro into-
qvmle dogli antichi era comprefo /otto il genere de* co- naco un frutto , 0 fintile produzzione di campo-
corner i . Crede Salma fio Hyl. jatr. cap. 35. p. 39. gna i potrebbe anche dirfi una carota , la di cui
che quel che i Latini de' tempi baffi differo citrullus forma più fi accollerebbe alla pittura , e che ap-
( e anche Citrolus ; fi veda il Du Cange in tal vo- parterrelbe propriamente a Venere , 0 a Priapo ;
ce ) » f°£~e da&ti mtichi comprefo fiotto il nome gene- effendo di quelle piante , che promovono la libidine :
rico di o~ix.ucg , e da'Greci pqjìeriori detto XiTgdyyU- Ateneo IX. 2. p. 371. wQbìiyog ^> .. . ìxuv&g às-
poj , e TSTodyyHoou : forfè corrifpondente a quel che da ysgTixòg ngcg dQgoSicict • èiò yeti Qi?vToov ùn ivìav
Plinio XIX. 5. è nominato cucumis citrinus, 0, come xateTTOti: la paftinaca ... è molto ftimolatnce alla
legge Arduino , cerinus dal colore . E vi fu chi of- Venere ; e perciò da alcuni è detta anche filtro .Pli-
fervò potere il Citriolo appartenere a Vertunno, come nio poi XX. 5. Orpheus amatorium inette Stapbjlino
a dio degli orti , in cui particolarmente coltivuvanfi : dixit, fortafiis quoniam Venerem ftimulari hoc cibo
Properzio IV. EI. II. 42. così fa dire a Vertunno certuni efe : ideo conceptus adjuvare aliqui prodide-
Jìejfo : runt : fi veda il Nonno R. Cib. I. 24. Ma fe ben fi
Honorum in manibus dona probata meis: corfideri la pittura; fembra veramente tutto altro,
Caeruieus cucumis, curvoque cucurbita ventre che frutto , 0 pianta: fi veda la nota feguente.
Me notat, & junco braiLca vin&a levi. (4) Si è in altro luogo accennato quanto , e per-
E per la fiejj'a ragione potrebbe anche appartenere a che fefife onorato da' gentili il fallo, che rappiefenta-
Priapo ; a cui converrebbe anche, perchè fecondo V eti- va la parte della generazione : ed è noto ancora V
fnologìa di Demetrio Ifiiore , come fi legge commemen- abufo , che faceano di tal figura , adattandola anche
te in Ateneo III. 2. è detto il cocomero Gixuog duo a* vafi da bere; Giovenale Sat. II. v. 95. vitreo bi-
aa csùoOtxi, y.ai klsii> , dall'eccitare il defiderio del bit ille priapo: e anche a' pani y che fi mangiavano:
congiungimento : 0 % come legge Cafaubono , v.lsiv, Marziale XIV. 69.
dall' impeto alla generazione. Benché veramente il co- Si vis effeifatur , nofìrum potes effe priapum.
cornerò , di fua natura refrigerante , fia contrario al- il quale IX. 3. parla anche de' pani rapprefentanti la
la Ver ere : onde fi fpiega il proverbio rammentato da parte delle donne . Dalla Priapea^? ha, che a Pria-
Arinotele, e riferito da Ate eo III. 1. toV cixóov rpd- po fi offerivano de' falli di legno :
ysctx, yusctt idi/ yVjxivoiV vQaivs • o donna, che man- Et quot no&e viros peiegit una,
gi il cocomero , tefli la clena : quafi che voleffe rim- Tot phallos tibi dedicat falignos.
proverarfi alle tejitrici di efifer tutte luffurioje, e im- Suida in QaìMi parla de' falli di cuojo di color rof-
pudiebe : fi veda il Rodigino XIV. 4. Jebbene il Ca- fo : fi veda anche Petronio cap. 138. e ivi i Co-
faubono V intende diverfamente, quafi che fi rammen- mentatori ; e Cafaubono , e gli altri a Capitolino in
tafife con tal proverbio alle donne, che quando fi man- Pertinace. E' noto ancora , che /'Itifallo , eòe altro
già il cocomero , l'inverno è proffìmo , e bìfogna ap- non era , che un gran fallo , metteafì per cuflodia
pa-recchiar la clena , eh'è V abito di quella Jìagione. degli orti , e così l' Arduino , e'I Tomafino fipìega-
Altri vollero , che il frutto qui dipinto fojfe una no Plinio XIX. 4. che dice efifer folito metterfi faty-
zucca , la quale infiems con pomi , mela , e fimi li rica figna per cujlodia degli orti : forfè per rimedio
cofe ofjerivafi a Priapo : così efprejfamente Catullo del fafe ino , e dell' invidia ; come per tal caufa fi
Car. 19. dice, che a Priapo fi offerivano fole ano appendere al cello de' ragazzi i falli di me-
Pallentefque cucurbitae, & iuaveolentia mala. tallo: fi veda il Rodigino IV. 6. e V Alfari de In-
E fi notò a quejlo propofito , che la zucca conveniva vid. & Falc. To. XII. A. R. p. 895. e forfè per la
anche a Venere ; vedendefi tra le Lucerne antiche del filefifa ragione faceafi la luflrazione de' campi, portan-
Liceto lib. VI. cap. 80. p. 994. una formata da una do in giro fopra un carro un gran fafeino , che poi
ruota di più zucche mejjè infieme , in mezzo alle era coronato da una matrona ; fi veda S. Agojlino
quali giace una donna nuda: ed è grazi ofo il leggere C. D. VII. 21. e *l Rodigino 1. c. Ed ejpndo ver'fi-
la diverfità delle opinioni ivi rapportate ; volendo al- mile, che quefto primo tondino appartenga a Bacco,
tri , che quella lucerna rapprefentando Venere appar- a cui gli altri tre tondi compagni chiaramente ap-
teneffè a' lupanari , dove le meretrici teneano ciafeuna partengono ; ben converrebbero a Bacco le frutta ,
avanti alla fua cella appefa una lucerna ; ed altri, e 'l fallo , come fi è in più luoghi de' Tomi prece-
Che efprimeffe Giona, e foffe propria de'fiacri cemeteri denti avvertito ; e può vederfi Clemente Aleffandrino
de'martiri ; dove veramente s'incontra fpeffo figurato Uporp. p. 22. del perchè fi offerijfero a Bacco / falli.
Giona , che dorme nudo fiotto l'ombra di una pianta (5) Tutti gli altri tre tondi fono uniti in una
di zucca : fi veda il Bcfio Roma fubterr. III. 23. p. cafletta fegnata nel Catal. col Num. DXJL
«25. e altrove ; e Buonarroti ne' Vetri p. 18. Del
de perpendicolarmente alzata tal coià di un colore incerto,
che potrebbe dirli anche un frutto o piuttofìo un fal-
lo , fe pur non iia un femplice ornamento W.
Nel fecondo ^ è dipinto un giovane nudo , coronato
Sederà,
(3) Sentirò quejlo frutto a molti un citriolo , il rejlo quando fi volere credere dipinto nel nojlro into-
qvmle dogli antichi era comprefo /otto il genere de* co- naco un frutto , 0 fintile produzzione di campo-
corner i . Crede Salma fio Hyl. jatr. cap. 35. p. 39. gna i potrebbe anche dirfi una carota , la di cui
che quel che i Latini de' tempi baffi differo citrullus forma più fi accollerebbe alla pittura , e che ap-
( e anche Citrolus ; fi veda il Du Cange in tal vo- parterrelbe propriamente a Venere , 0 a Priapo ;
ce ) » f°£~e da&ti mtichi comprefo fiotto il nome gene- effendo di quelle piante , che promovono la libidine :
rico di o~ix.ucg , e da'Greci pqjìeriori detto XiTgdyyU- Ateneo IX. 2. p. 371. wQbìiyog ^> .. . ìxuv&g às-
poj , e TSTodyyHoou : forfè corrifpondente a quel che da ysgTixòg ngcg dQgoSicict • èiò yeti Qi?vToov ùn ivìav
Plinio XIX. 5. è nominato cucumis citrinus, 0, come xateTTOti: la paftinaca ... è molto ftimolatnce alla
legge Arduino , cerinus dal colore . E vi fu chi of- Venere ; e perciò da alcuni è detta anche filtro .Pli-
fervò potere il Citriolo appartenere a Vertunno, come nio poi XX. 5. Orpheus amatorium inette Stapbjlino
a dio degli orti , in cui particolarmente coltivuvanfi : dixit, fortafiis quoniam Venerem ftimulari hoc cibo
Properzio IV. EI. II. 42. così fa dire a Vertunno certuni efe : ideo conceptus adjuvare aliqui prodide-
Jìejfo : runt : fi veda il Nonno R. Cib. I. 24. Ma fe ben fi
Honorum in manibus dona probata meis: corfideri la pittura; fembra veramente tutto altro,
Caeruieus cucumis, curvoque cucurbita ventre che frutto , 0 pianta: fi veda la nota feguente.
Me notat, & junco braiLca vin&a levi. (4) Si è in altro luogo accennato quanto , e per-
E per la fiejj'a ragione potrebbe anche appartenere a che fefife onorato da' gentili il fallo, che rappiefenta-
Priapo ; a cui converrebbe anche, perchè fecondo V eti- va la parte della generazione : ed è noto ancora V
fnologìa di Demetrio Ifiiore , come fi legge commemen- abufo , che faceano di tal figura , adattandola anche
te in Ateneo III. 2. è detto il cocomero Gixuog duo a* vafi da bere; Giovenale Sat. II. v. 95. vitreo bi-
aa csùoOtxi, y.ai klsii> , dall'eccitare il defiderio del bit ille priapo: e anche a' pani y che fi mangiavano:
congiungimento : 0 % come legge Cafaubono , v.lsiv, Marziale XIV. 69.
dall' impeto alla generazione. Benché veramente il co- Si vis effeifatur , nofìrum potes effe priapum.
cornerò , di fua natura refrigerante , fia contrario al- il quale IX. 3. parla anche de' pani rapprefentanti la
la Ver ere : onde fi fpiega il proverbio rammentato da parte delle donne . Dalla Priapea^? ha, che a Pria-
Arinotele, e riferito da Ate eo III. 1. toV cixóov rpd- po fi offerivano de' falli di legno :
ysctx, yusctt idi/ yVjxivoiV vQaivs • o donna, che man- Et quot no&e viros peiegit una,
gi il cocomero , tefli la clena : quafi che voleffe rim- Tot phallos tibi dedicat falignos.
proverarfi alle tejitrici di efifer tutte luffurioje, e im- Suida in QaìMi parla de' falli di cuojo di color rof-
pudiebe : fi veda il Rodigino XIV. 4. Jebbene il Ca- fo : fi veda anche Petronio cap. 138. e ivi i Co-
faubono V intende diverfamente, quafi che fi rammen- mentatori ; e Cafaubono , e gli altri a Capitolino in
tafife con tal proverbio alle donne, che quando fi man- Pertinace. E' noto ancora , che /'Itifallo , eòe altro
già il cocomero , l'inverno è proffìmo , e bìfogna ap- non era , che un gran fallo , metteafì per cuflodia
pa-recchiar la clena , eh'è V abito di quella Jìagione. degli orti , e così l' Arduino , e'I Tomafino fipìega-
Altri vollero , che il frutto qui dipinto fojfe una no Plinio XIX. 4. che dice efifer folito metterfi faty-
zucca , la quale infiems con pomi , mela , e fimi li rica figna per cujlodia degli orti : forfè per rimedio
cofe ofjerivafi a Priapo : così efprejfamente Catullo del fafe ino , e dell' invidia ; come per tal caufa fi
Car. 19. dice, che a Priapo fi offerivano fole ano appendere al cello de' ragazzi i falli di me-
Pallentefque cucurbitae, & iuaveolentia mala. tallo: fi veda il Rodigino IV. 6. e V Alfari de In-
E fi notò a quejlo propofito , che la zucca conveniva vid. & Falc. To. XII. A. R. p. 895. e forfè per la
anche a Venere ; vedendefi tra le Lucerne antiche del filefifa ragione faceafi la luflrazione de' campi, portan-
Liceto lib. VI. cap. 80. p. 994. una formata da una do in giro fopra un carro un gran fafeino , che poi
ruota di più zucche mejjè infieme , in mezzo alle era coronato da una matrona ; fi veda S. Agojlino
quali giace una donna nuda: ed è grazi ofo il leggere C. D. VII. 21. e *l Rodigino 1. c. Ed ejpndo ver'fi-
la diverfità delle opinioni ivi rapportate ; volendo al- mile, che quefto primo tondino appartenga a Bacco,
tri , che quella lucerna rapprefentando Venere appar- a cui gli altri tre tondi compagni chiaramente ap-
teneffè a' lupanari , dove le meretrici teneano ciafeuna partengono ; ben converrebbero a Bacco le frutta ,
avanti alla fua cella appefa una lucerna ; ed altri, e 'l fallo , come fi è in più luoghi de' Tomi prece-
Che efprimeffe Giona, e foffe propria de'fiacri cemeteri denti avvertito ; e può vederfi Clemente Aleffandrino
de'martiri ; dove veramente s'incontra fpeffo figurato Uporp. p. 22. del perchè fi offerijfero a Bacco / falli.
Giona , che dorme nudo fiotto l'ombra di una pianta (5) Tutti gli altri tre tondi fono uniti in una
di zucca : fi veda il Bcfio Roma fubterr. III. 23. p. cafletta fegnata nel Catal. col Num. DXJL
«25. e altrove ; e Buonarroti ne' Vetri p. 18. Del