96 TAVOLA XX.
Jfe ^ . La vefle interiore poi della prima è di un verde
chiaro \ e 1 panno efieriore è roffo : nella feconda all' in-
contro la vejfe è rojfa , e 1 panno è verde cangiante in
giallo , Tiene la prima una gran fronde , o fimil cofa,
di color giallo nella deftra ^) 9 e fi appoggia colla fmiftra
sul cufcino : la feconda tiene colle ^///<? mani un ^#/& ra-
con fogliami nel fuperiore , e col fondo anche
convello % di color $ argento 3 che appoggia suUa (6)
(4) De* Cufcini ufo delle fedie , e de' letti ha , che Venere era la donatrice de' pomi d'oro : fi
Ji è anche parlato nel Primo , e nel Secondo Tomo, veda lo Scoliajle di Teocrito Id. III. 40. e i Comen-
Può vederfi il Chimentelli de Hon. Bifel. cap. 28, tatori dì Igino Fav. 30. e Fav. 185. E fe fi confi-
dove cfferva minutamente il cojìume , e 7 lujfo de' dera V acconciatura de' capelli , e tutti gli altri or"
Greci , e de' Romani ne' cufcini per federe , i quali namenti delle due figure ; non femhrerà improprio il
da princìpio furono di pelle, e poi fi fecero delle ma-- penfiero , Si veda anche la nota feg.
tene più dilicate, e funtuofe. (6) Si volle , che quejìo potejjè dirfi un vafo da
(5) Molto in molti luoghi fi è detto di fimi li unguento : delle figure diverfe , e delle dìverfe mate-
fiondi , che più volte in altre pitture fi fono incon- rie de' vafi unguentarii lungamente parla Spanemio H.
frate; avendo ufo 0 per ventagli , 0 per afperforii , 0 in Pallad. v. 13. Teocrito Idyll. XVIII. 45. così fa
per altri mifiici fignificati nelle fiacre funzioni . Più- dire alle compagne d'Elba '
(arco de If. p. 365. fpccialmente avverte , che gli Up&Ttzi <T dpyvpéag oPjriSog ùypòy aTiSiQctp
Hgizzii portavano nelle fejle loro la foglia del fico AxlpfJLSVCti ^ixysujisg uno GKiépav 7i?.mùi<;ou ;
per fimholo della generazione. Qui veramente non par Verferern prime da un argenteo vafo
che pojfa dirfi adoperata ne per flabello , non corrifpon- Unguenti a quell'ombrofo platanetto.
dendo la forma ; ne per afpergillo, non vedendovifi il Quanto a Venere poi convengano gli unguenti olire a
vafo dell' acqua luftrale , nè potendo certamente corri- quel che altrove fi è avvertito con Sofocle prejjò A.te~
fpondere a quejìo il vafo, che tiene l'altra figura; fi neo XV. p. 687. che chiama Venere fjLupq d?.Si$ofJis'-
fropofe dunque a efaminare , fe forfè poteffe indicare VW piena di unguento ; ed oltre alle fatue , ed ah
qualche facra funzione , e tal deità , a cui quella tri antichi monumenti, che ce la rapprefentano co' vafi
fronde avefife del rapporto . La forma, e 7 color giallet- unguentarii accanto : fe le vede w/^Antologia I. Ep.70.
to par che potrebbero convenire aduna fronda di aran- offerto un vafo da unguento', come per altro era foli-
zio '.e fi è altrove anche accennato \ che fieli evi e gli aran^ to di offerirfi a quejla dea anche degli Specchi, e de-
ci , 0 fieno le poma d'oro , 0 pomi dell' Efperidi, gli altri filmili ijlrumenti della lellezza donnefca. Po-
conveniffero a Bacco, come dice Clemente Aleffandri- trelle da ciò dedurfi, che le due figure rapprefentate
no Tlporg. p. 14. anzi generalmente a tutti gli dei, ne' due pezzi ^'intonaco qui incifi appartengano a,
come praticarfi da' Lacedemoni attejla Timachide preffo qualche offerta , 0 altra facra funzione da farfi a
Ateneo III, 7. p. 82. ad egni modo propriamente ap- Venere', di cui non può darfi intiera ragione , perchè
yarteneano a Venere: dicendo il poeta Erifo preffo lo mancano le altre figure , eh' erano, nello fieffo luogo,
Jìejfo Ateneo III. 8. p. 84. che Venere piantò que- ma interamente perdute , e dalle quali nulla potè ri*
fto albero folo in Cipro .• e infatti dalla favola fi cavarfi.
TAVOLA XXI.
Jfe ^ . La vefle interiore poi della prima è di un verde
chiaro \ e 1 panno efieriore è roffo : nella feconda all' in-
contro la vejfe è rojfa , e 1 panno è verde cangiante in
giallo , Tiene la prima una gran fronde , o fimil cofa,
di color giallo nella deftra ^) 9 e fi appoggia colla fmiftra
sul cufcino : la feconda tiene colle ^///<? mani un ^#/& ra-
con fogliami nel fuperiore , e col fondo anche
convello % di color $ argento 3 che appoggia suUa (6)
(4) De* Cufcini ufo delle fedie , e de' letti ha , che Venere era la donatrice de' pomi d'oro : fi
Ji è anche parlato nel Primo , e nel Secondo Tomo, veda lo Scoliajle di Teocrito Id. III. 40. e i Comen-
Può vederfi il Chimentelli de Hon. Bifel. cap. 28, tatori dì Igino Fav. 30. e Fav. 185. E fe fi confi-
dove cfferva minutamente il cojìume , e 7 lujfo de' dera V acconciatura de' capelli , e tutti gli altri or"
Greci , e de' Romani ne' cufcini per federe , i quali namenti delle due figure ; non femhrerà improprio il
da princìpio furono di pelle, e poi fi fecero delle ma-- penfiero , Si veda anche la nota feg.
tene più dilicate, e funtuofe. (6) Si volle , che quejìo potejjè dirfi un vafo da
(5) Molto in molti luoghi fi è detto di fimi li unguento : delle figure diverfe , e delle dìverfe mate-
fiondi , che più volte in altre pitture fi fono incon- rie de' vafi unguentarii lungamente parla Spanemio H.
frate; avendo ufo 0 per ventagli , 0 per afperforii , 0 in Pallad. v. 13. Teocrito Idyll. XVIII. 45. così fa
per altri mifiici fignificati nelle fiacre funzioni . Più- dire alle compagne d'Elba '
(arco de If. p. 365. fpccialmente avverte , che gli Up&Ttzi <T dpyvpéag oPjriSog ùypòy aTiSiQctp
Hgizzii portavano nelle fejle loro la foglia del fico AxlpfJLSVCti ^ixysujisg uno GKiépav 7i?.mùi<;ou ;
per fimholo della generazione. Qui veramente non par Verferern prime da un argenteo vafo
che pojfa dirfi adoperata ne per flabello , non corrifpon- Unguenti a quell'ombrofo platanetto.
dendo la forma ; ne per afpergillo, non vedendovifi il Quanto a Venere poi convengano gli unguenti olire a
vafo dell' acqua luftrale , nè potendo certamente corri- quel che altrove fi è avvertito con Sofocle prejjò A.te~
fpondere a quejìo il vafo, che tiene l'altra figura; fi neo XV. p. 687. che chiama Venere fjLupq d?.Si$ofJis'-
fropofe dunque a efaminare , fe forfè poteffe indicare VW piena di unguento ; ed oltre alle fatue , ed ah
qualche facra funzione , e tal deità , a cui quella tri antichi monumenti, che ce la rapprefentano co' vafi
fronde avefife del rapporto . La forma, e 7 color giallet- unguentarii accanto : fe le vede w/^Antologia I. Ep.70.
to par che potrebbero convenire aduna fronda di aran- offerto un vafo da unguento', come per altro era foli-
zio '.e fi è altrove anche accennato \ che fieli evi e gli aran^ to di offerirfi a quejla dea anche degli Specchi, e de-
ci , 0 fieno le poma d'oro , 0 pomi dell' Efperidi, gli altri filmili ijlrumenti della lellezza donnefca. Po-
conveniffero a Bacco, come dice Clemente Aleffandri- trelle da ciò dedurfi, che le due figure rapprefentate
no Tlporg. p. 14. anzi generalmente a tutti gli dei, ne' due pezzi ^'intonaco qui incifi appartengano a,
come praticarfi da' Lacedemoni attejla Timachide preffo qualche offerta , 0 altra facra funzione da farfi a
Ateneo III, 7. p. 82. ad egni modo propriamente ap- Venere', di cui non può darfi intiera ragione , perchè
yarteneano a Venere: dicendo il poeta Erifo preffo lo mancano le altre figure , eh' erano, nello fieffo luogo,
Jìejfo Ateneo III. 8. p. 84. che Venere piantò que- ma interamente perdute , e dalle quali nulla potè ri*
fto albero folo in Cipro .• e infatti dalla favola fi cavarfi.
TAVOLA XXI.