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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 6): Statue — Neapel, 1771 [Cicognara, 2645-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3710#0018
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2 TAVOLAI.

flra fblito e proprio fuo diftintivo , non lafcia alcun
luogo a dubitarne (6) . Merita attenzione la clamide fo-
fpeìa tutta dal braccio fmìftro , e della quale fi offerva
nelF eftremità pendente il bottone ^ .

nagsicxyXGi B' auro? TSTiti's ùvSpÒQ riAixi'xy sypvTct .
ènei §t£ to' 7txpnxjj.xKÒi; , xts to' sTfoinig efi^xli/ei :
lo rapprefentano in figura di un uomo di età perfet-
ta: poiché non comparifee nè vecchio , nè giovane.
Del refto fi vedano le note ( 2. e 3. ) della Tav. II.
del Tomo I. de' Bronzi.

(5) Per lo più rapprefentavafi Giove col fulmine
«ella defera:,/? veda lo Staveren ad Alarico D.Im. 2.
Omero Ili ad. ?.. v. 184. Io deferive col fulmine i ralle
due mani : '4'/fiiV sepo7[Y)v (xstx yspsiy.

(6) Non è da tacerfi, che tutto il nudo del brac-
cio finiftro è nuovo, e nuovo ancora è lo feettro. Per
altro è verifimile, che aveffe colla fi ni Ara tenuto lo
feettro, dicendo Albrico 1. c.Sceptrum regium in manu
tenens, feilieet finora: ex. altera vero feilieet dextra,
fulmina ad inferos mittens . E così Jpeffb s'incontra,
fpecialmenfe nelle medaglie de' Bruzii . Fu poi forfè
rnoffo V artefice, che riattava allora i bronzi del Mu-
feo Reale, a fargli lo feettro così corto dal vederfi
nella flefia maniera in alcune fatue antiche ( Montfau-
con Ant. Expl. To. I. Tav. IX. e XI. e Bonanni Muf.
Kirch. CI. I. Tab. X. n. 3. ) ; nelle quali per altro è
incerto , fe Jìa intiero , 0 rotto , e fe così fio, flato
fatto dall' antico artefice , 0 fe dal tempo Jìa fiato con-
fumato . E' certo , che in tutti gli altri monumen-
ti antichi , cofìanfemen'e fi vede Giove 0 coli' afta
pura ( vale a dire con un lungo la/Ione ) , 0 collo
feettro anche lungo , febbene alquanto più corto dell'
afta ( come nel marmo dell' Apoteofì di Omero , e
in un altro dell' Adm. Rom. Ant. nel Montfaucon
To. I. Tav. XV. e in una patera , e in un vafo
Etrufco nel Demfiero Tab. I. e Tab. XXX. e nelle
nofire Pitture To. IV. Tav. I. ) , e talvolta con un
globetto in punta ( come nelle medaglie de' Bruzii ),
0 con altro ornamento ( come nelle nofire Pitture To.
I. Tav. VII, ). In fatti febbene lo feettro ( di cui può
vederfi la figura nelle nofire Pitture To. I. Tav. XXIV.
e XXIX. ) jhjfe veramente diverfo dall' afta ; era
però lattantemente lungo per confonderfi con quefla .
Che fojfe lungo, è chiaro, perchè vi fi appoggiavano
fopra, onde anche ebbe il nome fecondo /'Etimologico:
Gxrjirrpoy , napd to gk/jtitm , to ènaycàjx^ify} . ànò t3
GXY,msoQxi , vai ÙTtsgsiSsadai aòrS. In fatti Ovidio
parlando appunto di Giove Met. I. 180.

Cellior ipfe loco , feeptroque innixus eburno :
e Met. VII. 506.

Aeacus in capulo feeptrì nitente finiftra;
e più precifamente Omero 11. j3. 109. e fegg. dice ,
che Agamennone alzatofi in piedi fi pofe a parlare
appoggiato allo feettro. Ed è notabile, quel che hfieffo

Omero dice di quetto feettro, fatto da Vulcano, e da-
to a Giove , da cui pafsò a Mercurio , e da quetto a
Pehpe, da Pelope ad Atreo , da Atreo ad Agamennone.
Or quefio feettro fiefib dice Paufania IX. 40. che con-
fervavafi da' Chercnefi , e foggi unge : tSto to' ayj\n-
ipov aéfiSffl , dópu òi/Ojj.octyvTtg : onorano con parti-
colar culto quefto feettro , chiamandolo l'afta . In
fatti /'afta era lo feettro de'primi Re : Giuftino XLIII.
3. 3. Per ea adhuc tempora Reges prò diademate
haftas habebant , quas Oraeci my\nipx dixere : nani
& ab origine rerum prò di's immortalibus haftas
Vt teres coiuere; ob cujus religionis memoriam adhuc
Deorum fimulacris hattae adduntur. Si veda anche Fe-
fio in Ha Ita; e lo Stanlei al EfcbiloStpt. adTh.v.535.
Del retto fi vedano le note Tav.I To.IV.Pitt. dove
fi è accennato, che lo feettro di Giove, da Ovidio detto
di avorio , e da Fidia formato di tutti i metalli ( ft£-
rJi'/ù.oig rc7g 71x71/ yvQiafiivoy : Paufania V. 11.) da'
Pitagorici era creduto di cipreffo ; Diogene Laerzio
Vili. 10. e ivi Menagi 0 ; e J amili co de Vita Pythag.
cap.28. Si veda anche Servio XII. Aen. 2o5. dove of-
ferva , che ne'trattati di pace fi adoperava lo feettro,
come un'immagine del fimulacro di Giove, il qualefem-
pefi rapprefentava collo feettro in fegno del fuo dominio.
Scrive lo fiefib Servio Aen.XI. 238. Apud majores omnes
duces cum feeptris ingrediebantur Curiam : poftea coe-
perunt tantum ex Confulibus feeptra geftare , &c
iignum erat eos Confulares effe : e quejìi feettri Con-
flati aveano V aquila sulla punta , come V avea quel-
la di Giove, e a fua imitazione lo feettro de'Re To-
fani , da' quali pafsò ai Re di Roma prima , e poi
ai Confoli : Buonarroti Med. p. 185. e Vet. p. 252.
e Ifidoro XVIII. 2. il quale nota , che lo feettro coli*
aquila ufavafi anche dai trionfanti.

(7) Quantunque fia indifferente il vederfi Giove
fidalo, 0 in piedi ; incontrandofi e nell'una , e nell' al-
tra maniera anche nell'atto di fagliare il fulmine
(fi veda il Burniamo de Jove Fulgur. cap. 14. e'I
Begero Thefaur. Palat. Sei. n. IV. ) ; e quantunque fi
offervi ancora e tutto nudo , e in parte veftito, e fpef-
Jò dalla cintura in giù folamente coverto:non è frequen-
te ad ogni modo il trovarfi , come qui fi vede, col
panno pendente foltanto da un braccio. Notabile è pa-
rimente il diftinguerfi chiaramente effer quello panno
una clamide , 0 un paludamento ( eh' era quafì lo
fiefib : fi veda il Kippingio Antiq. Roman. IV. 5.
Voffio Etym. in Paludamentum ) affibbiandofi V uno , e
l' altra sulla fpalla de'ha con un bottone , come fi ve-
de ne' monumenti antichi.

TAVOLA II.
 
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