256 TAVOLA LXVI.
lezza fua di occupare un luogo diftinto.
'Elìde , che fi credea ejfere una di quelle della cafa di
Enomao , e che fola era rejlata intatta dal fulmine,
dal quale era fato incendiato tutto il refto di quell'
edificio, come dice Paufania V. 20.
Kat ydp éyà xeivuv sin'»*> , tettavo» oì'xuy,
TLrfaos sv Qìvopàz nph hot éysoet dópoig •
Ti ili og • 8<T ÓKoy] Ss^xto Qzò'fc f/,s' nugòg .
Anche un avanzo , o foraftiere , io fono,
Delle cafe di Enomao un dì colonna:
Stimata or preffo a Giove in quefti lacci
Io fto, fe il fulmin fuo nè pur mi offefe.
TAVOLA LXVII.
lezza fua di occupare un luogo diftinto.
'Elìde , che fi credea ejfere una di quelle della cafa di
Enomao , e che fola era rejlata intatta dal fulmine,
dal quale era fato incendiato tutto il refto di quell'
edificio, come dice Paufania V. 20.
Kat ydp éyà xeivuv sin'»*> , tettavo» oì'xuy,
TLrfaos sv Qìvopàz nph hot éysoet dópoig •
Ti ili og • 8<T ÓKoy] Ss^xto Qzò'fc f/,s' nugòg .
Anche un avanzo , o foraftiere , io fono,
Delle cafe di Enomao un dì colonna:
Stimata or preffo a Giove in quefti lacci
Io fto, fe il fulmin fuo nè pur mi offefe.
TAVOLA LXVII.