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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 6): Statue — Neapel, 1771 [Cicognara, 2645-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3710#0426
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410 ALCUNE OSSERVAZIONI.

zìo ^ /liberto di Cajo (ó) cinereo M -, fupporfi un vo-
to W.

Finale . Oltre air eccellente, e perfettiffimo lavoro , che
fi riconofee in quefìa mano fmìftra (9) , la quale moftra
effere fiata parte di una fìatua ben grande dì bronzo -, è
notabile ndY anetto, che tiene nel dito corrifpondente (l0),

la

avverta Varrone de L. L. Vili. p. ni. che Marco, e (7) Anavos. Il Fabretti Col. Tra], p. 198. e

Numerio eran femore de'majehi, non dicendofi mai nè Infcript. p. 509. n. 139. porta un mattone antico , in

Marca, nè Numeri a ; ad ogni modo ( lafciando Jlare cui fi legge : Ex Pxaediis Ann/2 Veri Ex. Officina

la dea Numeria dallo jlejjò Fanone mentovata prejfo Anaos.

Nnio 1. e e prejfo S.Agofiino CD. IV. 11.) Valerio (8) Nel Tomajìni de Donar, vet. cap. 2. fi vedo-
tra i prenomi delle donne nomina anche Numeria; e'I no varii pezzi trovati nel tempio di Diana Aricina,
Servio Mifcell. cap. 7. porta de'marmi, in cui fi leg- tra i quali anche una mano, e crede V Argot i altro
ge non Solamente il prenome di Marca , ma anche il non effere, che un voto fatto a quella dea per qualche
r rijjìmo di Numeria , che fi vede parimente in Gru- ferita , 0 altra infermità della mano di alcuno rifia-
terò p. DCLXXX, 4. Del refio è noto e dagli anti- nata: e infatti prejfo lo jlejjò Toma/ini cap. 1. fi kg-
chi Grammatici , e dai marmi , come ojfervano il gono delle ificrizioni votive col fola nome di chi fa il
Panvinio , e 7 Sigonio de Nomin. Rom cap. 3. che voto fenza fpegarfi la deità , a cui è fatto , forfè
V unico prenome , che fi ficrivejfè colla fola lettera N. perchè poffe fitto la ftatua , 0 nel tempio del Nume,
era Numerio, il quale in Fabretti Infcr.p.30. n.145. a^ Quale apparteneano . Si veda anche il Fabretti In-
Ji trova anche fieri tto tutto intiero, come altresì §. fcript. p. 472. Del redo lafciando fare, che per ra~
2, lini, quib. mod. tollit. oblig. e L. 16. de Ex- gioni particolari fi vedono confacrate le piante dei
cuf. Tutor. L. 18. §. I. de Accept. e altrove ; ef- piedi ad Ifide prejfo il Tomajìni , e 'l Fabretti li. ce
fendo tra i nomi follennì ufiati nelle formole degli an- e a Minerva f re fio Gruferò p. MLXVll. 1. aures ar-
iichi Giureconfilti , come Cajo, Sejo , Tizio,Mevio, genteas: fi è anche altrove notato con S. Giova» Cri-
così anche Aulo Amerio , e Numerio Nigidio, dei fioflomo , che le mani , e le altre parti del corpi avea-
quali, fecondo V ofiervazione del Piteo al $.6. Tit.II. no anche effe prejfo i gentili il loro culto , forfè come
Collat. Leg. Mof. & Rom. il primo fa fiempre la fimboli delle deità , a cui ciafeuna parte era confiacra-
figura di attore, il fecondo quella di reo. ta ; ficcarne a Minerva lo erano filialmente le mani

(5) EGNATiw . Della famiglia Egnazia , nota per le arti , delle quali era creduta V inventrice. Ge-
dalle medaglie, dalle ificrizioni , e dagli Scrittori, fi neralmente eia fola mano delira, <?rf 'Anita al braccio,
veda , oltre al Glandorpio , il Teloio Moreliiano dinota la potenza divina , fecondo V ejprejjìom della
p. 158. e fegg. Scrittura, e come fi ojferva anche negli obelifcie in

(6) Caii Liberfus. I Liberti erano quafi figli dei altri monumenti TZgizzii : fi veda il Putto XXXV. 2.
Patroni , ( come dice Lattanzio Firmiano IV. 3. ) Il Cajlus { To. V. Tav. LVL 4. 5. ) porta un pic-
da'quali colla manumijfìone riconoficeano la vita chi- colo vajò di alabaflro , nel di cui fondo fi ve le una
le : e fi confederavano infatti dalle Leggi Romane , mano aperta colla parola NIKHTOT di Niceta ; e
come loro agnati (Vinnio Inflit.Tit. de Succ. Libert. ficcarne riconofee egli in quefio il nome dell'artefice ^co-
in princ. e Cujacio Obferv. XX. 34-).- onde regalar- sì fiupponendo, che il vafo fia per uguenti , e forfè
mente prendeano i Liberti il prenome , e 7 nome ( 0 un regala di un amante alla fiua donna. , fofpetta poi
fia il proprio , e 7 gentilizio ) dei Patroni, e in ul- che la mano dinoti la fedeltà : ma potrebbe con pen-
timo luogo riteneano il nome , che effi aveano nella fiero più femplice dirfi , che la mano alluda allofief-
fervitù, e quindi Artemidoro I. 1 8. dice , che ad un fio artefice per efprimere V eccellenza. Comunque fia,
fervo, il quale fognò aver tre membri , avvenne, che nello Jlejjò Cajlus ( I. c. Tav. LV. 4. e 5. ) fi vede
fu manumejfo , e così ebbe due nomi del Patrono, e'I una mano deflra di bronzo anche aperta con quejle pa-
ter zo, ch'era il fiuo proprio. Si veda il Sigonio èt^o- role STMBOAON nP02 OTEAATNIOT2 (imbolo
min. Rom. cap. 3. in fine, e'I Panvinio de Nomin. ai Velaunii; ed eruditamente egli dimofira con Taci-
Rom. §. de Serv. Libert. & Novor. homin. nom. to ( H. I. 54. e II. 8. ) il cofiume , che aveano le
Talvolta però s' incentrano dei Liberti , i quali non Città , e gli efierciti di mandare delle mani siffatte
hanno nè il nome, nè il pronome dei Patroni ; e'I Fa- in fiegno di amicizia, di concordia , e di ofpit alita,
bretti Infcr. p. 348. per dame ragione , ojferva, che (9) Fu ritrovata nelle ficavazioni di Refina tra
tra in libertà dei Manumijfori il dare ì nomi a quei molti rottami di fatue .

fervi , a i quali davano la libertà : così in Cicerone (10) E" noto , che il dito vicino al minimo d'ceafi
Att, IV. Epift 15. fi vede , che Attico nel manu- annulare appunto dall'ufo , che aveano di portarvi
mettere due fiuoi fervi Futi chi de, e Dionifio, diede al l'anello i Greci, e i Romani: Gelilo X. 10. Macro-
primo i nomi di T. Cecilia , s al fecondo quelli di bio Sat. VII. 13. dove anche ojferva , che quefio dito
W. Pomponio . cbiamavqfi medico , e porta ancor le ragioni , perchè

conviene
 
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