RAFFAELLO A ROMA
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impossibilità di attribuire i due gruppi allo stesso au-
tore. Alla Farnesina i pilastri dorici hanno 10 e 9 dia-
metri di altezza, mentre negli edilizi di Baldassarre
hanno 7 a 8 e poiché queste proporzioni s’in-
contrano nelle prime e nelle ultime fabbriche del Pe-
ruzzi non si può dire abbia cambiato di maniera.
Invece di credere poi col Cancellieri29) che il palazzo
Linotte sia il modello per la Farnesina, a me pare il
contrario, tanto più vedendo che nel partito delle
bugne Baldassarre sembra aver preso per modello
un altro edilizio di Raffaello, il cortile del palazzo
Vidoni.
Il primo mostra la prospettiva esterna della villa
presso a poco dal medesimo punto che la fig. 9.
Nel suo interessante studio sulla Farnesina il pro-
fessore R. Forster 30) lo descrive in base a un lucido,
e gli sembra che la scrittura sia del Peruzzi, e per
ciò sia una prova ch’egli s’abbia a tenere per autore
del progetto.31' Mi sia concesso, come architetto, affer-
mare che se Baldassarre fosse stato l’inventore del pro-
getto ed esecutore dell’ edilizio non mai avrebbe fatto
codesto schizzo. Esso è preso dalla fabbrica esistente;
le scritture in parte del disegnatore,32) sono quelle di
uno che completa lo studio suo con osservazioni, che non
(Fig. 12) - La Farnesina. Loggia sul Tevere. Prospetto verso la villa
L’ultima ragione per la quale la Farnesina viene at-
tribuita ancora recentemente al Peruzzi, è l’esistenza
di due disegni creduti di Baldassarre entrambi agli
Uffizi.
sarebbero mai entrate nella testa dell’architetto stesso !
Ma mi è riuscito dopo quindici anni di pazienza di
trovare l’autore di codesto disegno. Egli è Aristotile da
Sangallo e perciò non prova nulla per il nostro caso.33)
29) GL Cugnoni, Agostino Chigi il Magnifico, pag. 102, nota 105, cita
Cancellieri, Supplementi e correzioni allo Stato dei solenni possessi,
pag. 501, ma non discute l’opinione. Colgo questa occasione per unirmi
al voto del signor Cugnoni, perchè una delle più care fabbriche di
Roma venga tolta dallo stato di abbandono orribile in che si trova.
Ho visto con piacere che A. di Reumont, Geschichte der Stadi Rom.,
voi. Ili b., pag. 409 ha pure osservato in questo bozzetto una certa
influenza raffaellesca oltre la maniera del Peruzzi.
s0) Farnesina Studien. Rostock, 1880, pag. 13.
3I) Questo disegno si trova fra quelli di Baldassarre. Ma, nè agli
Uffìzi, nè per parte mia si era certi se fosse di lui o no. Per me aveva
un interesse particolare, perchè della stessa mano ve ne sono una cin-
quantina, e fra questi uno che sembrava lo studio per quella piccola
casa di tre piani, dell’anno 1500, nella via del Governo Vecchio a
Roma, che dal Le Tarouilly (Tav. 13) viene attribuita a Bramante.
Già nel 1869 feci fotografare dal Braun lo schizzo della Farnesina e
successivamente trovai a Milano nella Casa Litta (ora nell’Archivio
Municipale), a Monaco e a Lille nell’albo già attribuito a Michelan-
gelo, disegni della stessa mano. Per una certa somiglianza nella
scrittura si poteva forse ammettere che ad una data epoca della sua
vita Baldassarre avesse scritto così, tuttavia era poco probabile. Fi-
nalmente nel 1881 agli Uffìzi ne trovai l’autore. Il disegno n. 1043
porta l’indirizzo : A Mastro Aristotile alla rocha di Perugia, scritto
da Antonio da Sangallo; egli pure aggiunse in diversi luoghi del di-
segno, fatto in Perugia, le sue osservazioni e le risposte alle note che
accompagnavano il disegno che si vede fatto da Aristotile soprastante
dei lavori che Antonio vi faceva eseguire; questo disegno è precisa-
mente della mano del disegno della Farnesina ed è il disegno n. 1070
che stabilisce la connessione con assoluta certezza. L’albo così detto
di Michelangelo a Lille si trova essere dunque in parte di Aristotile
da Sangallo, e l’altra parte è del suo cugino Battista detto il Gobbo,
ma copiato da disegni di Aristotile, come si vede dal modo di dise-
gnare.
s2) Le altre scritture sono alquanto posteriori, di un autore ancora
ignoto, che ha postillato varii disegni agli Uffizi, forse dello stesso
Aristotile di età avanzata, e non di Agostino Chigi come scrisse l’ar-
chitetto Alberto Jahn in una descrizione dei più cospicui disegni agli
Uffìzi. (Jahrbuch fiir Kunstrcissenschaft, II, 145).
ss) Porta il n. 566 e si trova ancora descritto nell’elenco dei dise-
gni di Baldassarre che accompagna la nuova edizione del Vasari pub-
blicata dal cav. Gaetano Milanesi, voi. IV, pag. 630; è il secondo di-
segno descritto in quella pagina.
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impossibilità di attribuire i due gruppi allo stesso au-
tore. Alla Farnesina i pilastri dorici hanno 10 e 9 dia-
metri di altezza, mentre negli edilizi di Baldassarre
hanno 7 a 8 e poiché queste proporzioni s’in-
contrano nelle prime e nelle ultime fabbriche del Pe-
ruzzi non si può dire abbia cambiato di maniera.
Invece di credere poi col Cancellieri29) che il palazzo
Linotte sia il modello per la Farnesina, a me pare il
contrario, tanto più vedendo che nel partito delle
bugne Baldassarre sembra aver preso per modello
un altro edilizio di Raffaello, il cortile del palazzo
Vidoni.
Il primo mostra la prospettiva esterna della villa
presso a poco dal medesimo punto che la fig. 9.
Nel suo interessante studio sulla Farnesina il pro-
fessore R. Forster 30) lo descrive in base a un lucido,
e gli sembra che la scrittura sia del Peruzzi, e per
ciò sia una prova ch’egli s’abbia a tenere per autore
del progetto.31' Mi sia concesso, come architetto, affer-
mare che se Baldassarre fosse stato l’inventore del pro-
getto ed esecutore dell’ edilizio non mai avrebbe fatto
codesto schizzo. Esso è preso dalla fabbrica esistente;
le scritture in parte del disegnatore,32) sono quelle di
uno che completa lo studio suo con osservazioni, che non
(Fig. 12) - La Farnesina. Loggia sul Tevere. Prospetto verso la villa
L’ultima ragione per la quale la Farnesina viene at-
tribuita ancora recentemente al Peruzzi, è l’esistenza
di due disegni creduti di Baldassarre entrambi agli
Uffizi.
sarebbero mai entrate nella testa dell’architetto stesso !
Ma mi è riuscito dopo quindici anni di pazienza di
trovare l’autore di codesto disegno. Egli è Aristotile da
Sangallo e perciò non prova nulla per il nostro caso.33)
29) GL Cugnoni, Agostino Chigi il Magnifico, pag. 102, nota 105, cita
Cancellieri, Supplementi e correzioni allo Stato dei solenni possessi,
pag. 501, ma non discute l’opinione. Colgo questa occasione per unirmi
al voto del signor Cugnoni, perchè una delle più care fabbriche di
Roma venga tolta dallo stato di abbandono orribile in che si trova.
Ho visto con piacere che A. di Reumont, Geschichte der Stadi Rom.,
voi. Ili b., pag. 409 ha pure osservato in questo bozzetto una certa
influenza raffaellesca oltre la maniera del Peruzzi.
s0) Farnesina Studien. Rostock, 1880, pag. 13.
3I) Questo disegno si trova fra quelli di Baldassarre. Ma, nè agli
Uffìzi, nè per parte mia si era certi se fosse di lui o no. Per me aveva
un interesse particolare, perchè della stessa mano ve ne sono una cin-
quantina, e fra questi uno che sembrava lo studio per quella piccola
casa di tre piani, dell’anno 1500, nella via del Governo Vecchio a
Roma, che dal Le Tarouilly (Tav. 13) viene attribuita a Bramante.
Già nel 1869 feci fotografare dal Braun lo schizzo della Farnesina e
successivamente trovai a Milano nella Casa Litta (ora nell’Archivio
Municipale), a Monaco e a Lille nell’albo già attribuito a Michelan-
gelo, disegni della stessa mano. Per una certa somiglianza nella
scrittura si poteva forse ammettere che ad una data epoca della sua
vita Baldassarre avesse scritto così, tuttavia era poco probabile. Fi-
nalmente nel 1881 agli Uffìzi ne trovai l’autore. Il disegno n. 1043
porta l’indirizzo : A Mastro Aristotile alla rocha di Perugia, scritto
da Antonio da Sangallo; egli pure aggiunse in diversi luoghi del di-
segno, fatto in Perugia, le sue osservazioni e le risposte alle note che
accompagnavano il disegno che si vede fatto da Aristotile soprastante
dei lavori che Antonio vi faceva eseguire; questo disegno è precisa-
mente della mano del disegno della Farnesina ed è il disegno n. 1070
che stabilisce la connessione con assoluta certezza. L’albo così detto
di Michelangelo a Lille si trova essere dunque in parte di Aristotile
da Sangallo, e l’altra parte è del suo cugino Battista detto il Gobbo,
ma copiato da disegni di Aristotile, come si vede dal modo di dise-
gnare.
s2) Le altre scritture sono alquanto posteriori, di un autore ancora
ignoto, che ha postillato varii disegni agli Uffizi, forse dello stesso
Aristotile di età avanzata, e non di Agostino Chigi come scrisse l’ar-
chitetto Alberto Jahn in una descrizione dei più cospicui disegni agli
Uffìzi. (Jahrbuch fiir Kunstrcissenschaft, II, 145).
ss) Porta il n. 566 e si trova ancora descritto nell’elenco dei dise-
gni di Baldassarre che accompagna la nuova edizione del Vasari pub-
blicata dal cav. Gaetano Milanesi, voi. IV, pag. 630; è il secondo di-
segno descritto in quella pagina.
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