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Geymüller, Heinrich von; Raffael; Raffael [Ill.]
Raffaello Sanzio: studiato come architetto con l'aiuto di nuovi documenti — Milano, Napoli, Pisa: Ulrico Hoepli, 1884

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https://doi.org/10.11588/diglit.74189#0043
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RAFFAELLO A ROMA

19

faello, come quello per l’Annunziata qui riprodotto 8)
(e ne avrà visti diversi) per intendere quanta fosse
squisita già l’intelligenza del Sanzio nelle cose di ar-
chitettura e di quanta maggior eccellenza egli era
capace.
Ora cercate un momento, di mettervi « in loco di
Bramante. » Quando si è Leonardo, Michelangelo o
soltanto il modesto Raffaello, si ha sempre qualche
nozione del proprio valore, e qualche affezione alle
opere proprie. E quando si è come Bra-
mante, forse il più grande architetto del
quale la storia parli, e che uno come lui non
solo abbia creato la più stupenda mole ap-
partenente all’ architettura, il San Pietro, ma
principiato altresì il palazzo del Papa « con
un modello che dicono essere stato cosa ma-
ravigliosa 10) » ed un terzo palazzo, quello di
San Biagio, « di opera rustica bellissimo, che
da quelli della professione è tenuto il più
bello ordine che si sia visto mai in quel ge-
nere,n) » per non dir nulla di altre importanti
fabbriche, allora è ben lecito aver qualche
interesse alle opere proprie.
Figuratevi, inoltre, Bramante di 64 anni,
qualche volta col « paraletico alle mani, »
certo di non poter finire tre opere uniche al
mondo « tra quelle inaudite che non fece. »
Figuratevi l’incontro di questi due maravi-
gliosi artefici, e ditemi se io sono troppo ar-
dito affermando che Bramante vedendo que-
sto Raffaello, alla medesima età che aveva
lui quando a Milano principiò a fabbricare,
che Bramante, dico,presto si risolvesse di fare
di Raffaello il successore suo!
Non poteva trovare più degno, più affettuoso con-
tinuatore delle sue stupende opere di Raffaello da
Urbino.
Che io non m’inganni, lo provano non solo i fatti,
non solo i contemporanei scrivendo « egli fa il Bra-
mante, » ma lo prova lo stile architettonico delle fab-
briche di Raffaello.
Le parole « Bramante insegnò molte cose d'archi-
tettura a Raffaello da Urbino » che ne conosceva tanto
bene le forme, significano : egli gl’ insegnò anche « la
cosa del fabbricare, che intendeva maravigliosamente. » n)
— E Bramante che dal Papa e dai grandi era molto
amato, procurò in breve a Raffaello l’occasione di segna-
larsi nel fabbricare.

PRIME FABBRICHE DI RAFFAELLO A ROMA

Più d’uno forse, da quanto precede, s’aspetterebbe
vedere indicata da me fra le prime opere di Raffaello,
il suo palazzo proprio, il disegno del quale sarebbe
stato suo, l’esecuzione di Bramante. Ma ho provato, * 12>
mercè le parole di Marc’Antonio Michiel, che quel pa-

lazzo (fig. 24) fu disegno di Bramante, eseguito ed abi-
tato da lui, e comprato da Raffaello soltanto alla morte
del suo amico. Sarà dunque altrove che avremo a vol-
gere gli sguardi, vale a dire alla Chiesa di S. Eligio.

CHIESA DI S. ELIGIO DEGLI OREFICI A ROMA

Tra la via G-iulia ed il Tevere, separata dal fiume
da una strada e da una sola fila di case, e a pochi mi-
nuti dal sito dove Bramante aveva principiato il famoso
palazzo di San Biagio, si vede ancora oggi la piccola
Chiesa di S. Eligio (fig. 3-8), o di S. Alò degli Orefici, da
taluno attribuita a Bramante o anche a Baldassarre Pe-


(Fig. 3) - Cupola di S. Eligio dogli Orefici. Stato attuale

’) Tavola 1.
Io) Vasari, Vita di Bramante.

") Vasari, Vita di Bramante.
I2) Les projets primitifs, op. cit., pag. 89.
 
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