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Hülsen, Christian
Le chiese di Roma nel medio evo: cataloghi ed appunti — Firenze: Olschki, 1927

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https://doi.org/10.11588/diglit.49250#0542
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s. PANTALEONIS

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Diacono (Mabillon Museum Ital. II 560 sg.; Migne PL. CXCIV p. 1543
sg.), papa Innocenzo II (1130-1143) consacrò un altare ai SS. Crisanto
e Daria in ecclesia S. Marine et S. Pancratii, quae est in dextro Intere ba-
silicae. Il Grimaldi (presso Martinelli), il Severano ed altri affermano che
il sito corrisponde all’antica sagrestia della basilica Lateranense. In-
fra ecclesiali Sancii Pangratii Lateran. è scritto un istrumento del 16.
novembre 1227, riferito dal Crescimbeni S. Gio. avanti Porta Latina
p. 301. Questa è l’ultima menzione che ne ho trovata; non si conosce
l’epoca della distruzione forse crollò nel grande incendio del Laterano
l’a. 1308.
Lonigo Barb. f. 45, Valliceli, f. 65 v. ; Severano Sette Chiese 530 sg. ; Cancel-
lieri de secretariis II p. 1599 sg. ; Armellini 1 495 2 106 ; Duchesne LP. II
p. 43 not. 80 ; Kehr IP. I p. 32.
3. S. PANTALEONIS (extra portam Portuensem).
Taur. 236 : non habet servitorem.
Questa chiesuola, annoverata fra S. Laurentii de Porta (Portuensi)
e SS. Cyri et Johannis (S. Passera, v. sopra p. 246 n. 32), si dovrebbe
cercare presso la località tuttora chiamata Pozzo Pantaleo (Tomassetti
Arch. soc. romana XXII, 1899, p. 458 sg.), ma nulla si sa di preciso
sul sito e sulle sue vicende. Può essere che un luogo della bolla di Cal-
listo II del 7. giugno 1123 per S. Maria in Trastevere (Kehr IP. 1
p. 179 n. 4; sopra p. 135), ove si annoverano fra le pedicae terrae con-
cedute alla basilica una apud S. Pantaleonem, una in Rosaro, stia in re-
lazione con essa (v. Tomassetti 1. c.).
4. S. PANTALEONIS IUXTA FLUMEN. I II Ge.
Taur. 323 : habet I servitorem. — Sign. 3 (senza cognome).
Chiesuola annoverata fra le filiali di S. Lorenzo in Damaso nella
bolla di Urbano III del 1186 (sopra p. 132 n. 14: G. P. afpnem\\wro.CQ,
una bolla di Onorio III (che ne cita una precedente d’Innocenzo III) del 21.
maggio 1218 (Adinolfi Canale di Ponte p. 78 sg. ; Pressutti I p. 216 n. 308)
la sottopone alla chiesa di S. Celso e Giuliano. L’Adinolfi p. 61 asserisce
che « in un’antica lapide (della chiesa) stava scritto : Thomas abbas
et frater eius Andreas fecerunt j fieri hanc ecclesiali sub anno | domini
MCCCXLIIII », ciò che sarebbe da intendere di un restauro. Leone X,
con bolla del 29 gennaio 1519, la concedette alla Compagnia della Pietà
 
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