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https://doi.org/10.11588/diglit.4309#0008
TAVOLA LI. 3g5
compartito ai numi », e talvolta agli eroi come partecipi del-
la divinità; di che abbiamo esempio nelle statue degl' Im-
peratori per adulazione divinizzati} come osservano gì' illu-
stratori del museo Capitolino; i quali scrivono a tal pro-
posito esser noto che gli Dei e gli eroi erano effigiati nu-
di, siccome scevri e superiori a tutte le qualità umane *,-
e ne citano Plinio in testimonianza, dove parlando di A-
pelle dice : Pinxit et Heroa nudum 3.
Ma simil foggia di veste dà nelle arti, a mio credere,
un doppio additamento di significazione, giacché oltre l'ac-
cennata qui sopra, si può intendere ancora come veste
cenatoria o conviviale che debba dirsi. Crede per tanto il
Ferrarlo, gran trattatista di antiche vesti, che un tal pal-
lio usitato dai convivali sia detto sintesi o sindone di lino
colla quale specie di veste, lasciate per lo più le altre, av-
volgevansi nel convito 4. Difatti nelle antiche figure
recumbenti sulle Urne soglionsi veder gli uomini giacer
seminudi, un sol drappo indossando semiamicti. È poi
da notarsi che ai tempi di Romolo fino ad Ennio è po-
sto in dubbio se fosse in uso la tunica 5, talché non era
turpe il mostrarsi in qualche nudità della persona, e so-
prattutto quando in publico banchettavano. Sappiamo in-
fatti , che il vecchio Catone 9 come narra Plutarco secondo
il Ferrano , spesso passeva dal suo pranzo al publico sen-
za portare scarpe né tunica 6.
i Ved. ser. n, tav. x, p. 212.
2 Bottari e Foggiai, Mus. Capitol.,
Tom. 111, tav. li, p. 3o5.
3 Pliu., Nat. Hist., Op., Tom. 11,
lib. xxxv, cap. x, p. 697.
4 Ferrar., De re Vestiar., lib. 1, cap.
xxxi, extat in Graev. , Ant.Rom.,
Voi. vi, p. 724.
5 Ibid. , lib. in, cap. 1, p. 641.
6 Ibid. , cap. xv, p. 649-
compartito ai numi », e talvolta agli eroi come partecipi del-
la divinità; di che abbiamo esempio nelle statue degl' Im-
peratori per adulazione divinizzati} come osservano gì' illu-
stratori del museo Capitolino; i quali scrivono a tal pro-
posito esser noto che gli Dei e gli eroi erano effigiati nu-
di, siccome scevri e superiori a tutte le qualità umane *,-
e ne citano Plinio in testimonianza, dove parlando di A-
pelle dice : Pinxit et Heroa nudum 3.
Ma simil foggia di veste dà nelle arti, a mio credere,
un doppio additamento di significazione, giacché oltre l'ac-
cennata qui sopra, si può intendere ancora come veste
cenatoria o conviviale che debba dirsi. Crede per tanto il
Ferrarlo, gran trattatista di antiche vesti, che un tal pal-
lio usitato dai convivali sia detto sintesi o sindone di lino
colla quale specie di veste, lasciate per lo più le altre, av-
volgevansi nel convito 4. Difatti nelle antiche figure
recumbenti sulle Urne soglionsi veder gli uomini giacer
seminudi, un sol drappo indossando semiamicti. È poi
da notarsi che ai tempi di Romolo fino ad Ennio è po-
sto in dubbio se fosse in uso la tunica 5, talché non era
turpe il mostrarsi in qualche nudità della persona, e so-
prattutto quando in publico banchettavano. Sappiamo in-
fatti , che il vecchio Catone 9 come narra Plutarco secondo
il Ferrano , spesso passeva dal suo pranzo al publico sen-
za portare scarpe né tunica 6.
i Ved. ser. n, tav. x, p. 212.
2 Bottari e Foggiai, Mus. Capitol.,
Tom. 111, tav. li, p. 3o5.
3 Pliu., Nat. Hist., Op., Tom. 11,
lib. xxxv, cap. x, p. 697.
4 Ferrar., De re Vestiar., lib. 1, cap.
xxxi, extat in Graev. , Ant.Rom.,
Voi. vi, p. 724.
5 Ibid. , lib. in, cap. 1, p. 641.
6 Ibid. , cap. xv, p. 649-