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Ma » ed informili
p; è,
I paese per di ni
. acciai
la delle armilo!
ittà e'I temimi
F
-,'
Ull'esser (T00®1
; da'esso i
.10*-
a W
TAVOLA LX. 5og
so agii artigli del mostro, sia la positiva immagine del
morto; ed ammette perciò come verisimile la congettura
del Buonarroti \ che in questi mostri espressi nei loro se-
polcri abbian voluto gli Etruschi dichiarare la forza e la fe-
rale strage che il fato e la morte esercitano nei nostri corpi
Suppone altresì a. di patere apprendere da quest' Urna
come gli Etruschi evocassero i mostri, ed evocati come gli
espiassero, ed effuso il sacro liquore dalla patera sulla lor
testa, come li rendessero più miti o del tutto alieni dal
nuocere agli uomini. Vuole ancora che di qui si apprenda
che i sacerdoti e pontefici degli Etruschi si lasciassero cre-
scer la barba. Rammenta pure che tre furono i generi di
espiazione dei mostri presso gli Etruschi, cioè le suppliche
ai lettisterni degli Dei sdegnati; quindi l'uccisione e la com-
bustione, ed in ultimo l'annegazione del mostro in alto mare:
tutto ciò asserendo sulle parole di Tommaso Dempstero .
Qui però nell' Urna sembragli vedere aggiunto un nuovo
rito di espiazione dagli Etruschi esercitato ad oggetto di
allontanare il mostro , infondendo cioè sopra di lui con
patera una sacra libazione . Ed invero il Dempstero trae
dalle antiche testimonianze che i Romani cercarono di allon-
tanare i mostri con vari metodi , se crediamo a quelle
che adduce. Egli peraltro premette che i Romani traes-
sero dagli Etruschi ogni sacra disciplina, sul qual fonda-
mento attribuisce ai medesimi quel che sembra proprio
solamente ai Romani ; tanto più che i passi degli antichi
scrittori da lui stesso citati, par che trattino delle mostruo-
se figure che il caso e la bizzarria della natura fa nascere
>;/,
i Ap. Dempster., de Etr. Regali, Op.,
Tom. n, § xxvi, p. 4°-
S. I.
a Gori, Mus. Etr,, Tom. m, Diss.
ni , p. i6*o sq.
66
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so agii artigli del mostro, sia la positiva immagine del
morto; ed ammette perciò come verisimile la congettura
del Buonarroti \ che in questi mostri espressi nei loro se-
polcri abbian voluto gli Etruschi dichiarare la forza e la fe-
rale strage che il fato e la morte esercitano nei nostri corpi
Suppone altresì a. di patere apprendere da quest' Urna
come gli Etruschi evocassero i mostri, ed evocati come gli
espiassero, ed effuso il sacro liquore dalla patera sulla lor
testa, come li rendessero più miti o del tutto alieni dal
nuocere agli uomini. Vuole ancora che di qui si apprenda
che i sacerdoti e pontefici degli Etruschi si lasciassero cre-
scer la barba. Rammenta pure che tre furono i generi di
espiazione dei mostri presso gli Etruschi, cioè le suppliche
ai lettisterni degli Dei sdegnati; quindi l'uccisione e la com-
bustione, ed in ultimo l'annegazione del mostro in alto mare:
tutto ciò asserendo sulle parole di Tommaso Dempstero .
Qui però nell' Urna sembragli vedere aggiunto un nuovo
rito di espiazione dagli Etruschi esercitato ad oggetto di
allontanare il mostro , infondendo cioè sopra di lui con
patera una sacra libazione . Ed invero il Dempstero trae
dalle antiche testimonianze che i Romani cercarono di allon-
tanare i mostri con vari metodi , se crediamo a quelle
che adduce. Egli peraltro premette che i Romani traes-
sero dagli Etruschi ogni sacra disciplina, sul qual fonda-
mento attribuisce ai medesimi quel che sembra proprio
solamente ai Romani ; tanto più che i passi degli antichi
scrittori da lui stesso citati, par che trattino delle mostruo-
se figure che il caso e la bizzarria della natura fa nascere
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Tom. n, § xxvi, p. 4°-
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