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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Monumenti Etruschi o di Etrusco nome (Band 1,2): Urne Etrusche — [s.l.], 1823 [Cicognara, 2591-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.4309#0178
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TAVOLA LXVI1. 565

l'intelligenza» Avverto questo prima di ogni altro, perchè
sembrami debito dell' antiquario di analizzar le favole, esa-
minando cronologicamente gli antichi, che le narrano, per
additare al lettore i loro principii, ordinariamente assai sem-
plici j e gli abbellimenti che poi vi fecero gli scrittori di età
men rimota, in ispecie i Tragici. Pisandro presso lo sco-
liaste d'Euripide nelle Fenisse 1 racconta che la Sfinge fu
mandata in Tebe dall'ira di Giunone, e che essa ghermen-
do i piccoli ed i grandi indistintamente se gli divorava 2.
Qui coiti' ognun vede, non si parla punto d'enimmi, e creder
non si posson taciuti, perchè non è proprio dei piccoli
l'interpretargli. Questa è al certo la più antica tradizione ,
la quale è confermata da Esiodo, che tacendo pur esso de-
gli enimmi chiama la Sfinge k«%sio<»v ©x&fyov 3. Era troppo
naturale, che come si die, per addurre esempio , ad Erco-
le l'impresa di soffogare il leone nemeo, il quale
Danneggiava le genti 3 dominando
La Penea cavernosa ed Apesante * j
cosi si trovasse dai poeti un eroe domator della Sfinge
che spargea di stragi il territorio di Tebe . Fu questi
Edipo; e tal'antica tradizione ci fu conservata da Suida 5,
per cui egli solo uccide la Sfinge, e in cui è silenzio degli
enimmi. Con tal tradizione si spiega una gemma ripor-
tata dal Gori 6, che esprime un uomo il quale snudata la
spada si difende da una Sfinge; la qual gemma interpretò
stranamente quell' antiquario, veggendovi un emblema del-



i V. i748.

Y.aTV,<7^t.Z1)

3 Theog., v. 326.
S. I.

4 Hesiod., Theog., v. 331.

5 V. 'OidLirovz.

6 Mus. etrus. tom. 1, tab. 198, 11. 6.

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