XXV
genio particolare della nazione che seppe imprimere il bel-
lo in ogni sua produzione . Siane d' esempio quanto si è
trovato in Ercolano e Pompei, dove non videsi utensile
d'uso anche il più abietto che non avesse qualche aggiunto
O in figure o in ornati, d° un artifizio e di un gusto mira-
bile. Accordiamo questo artifizio e questo gusto anche ai pitto-
ri dei Vasi, poiché furono della nazione medesima, e cesserà
ogni meraviglia che questi ancorché mediocri, ma pur Greci
•e in conseguenza di mirabile genio dotati? abbiano eseguite
nei Vasi delle pitture che sembrano studiatissiine.
Erano a mio parere diversi artisti che tutti originalmen-
te operavano, e ciascuno coi propri metodi convenienti all'og-
getto per cui lavoravasi. E poiché i Vasi dipinti eran poi
tenuti in mostra solo al concorso dei compratori, che venendo
a prenderne per seppellirli sceglievanli a lor grado ? a se-
conda , cred io, delle dottrine die vi leggevano enigmatica-
mente rappresentate, cosi era inutile che quelle figure uma-
ne dipintevi avessero i piedi e le inani eseguite con diligen-
za , poiché dopo la compra erano certamente destinati a sep-
pellirsi nel buio perpetuo di un sepolcro. È dunque il caso
che ci fa trovare in esse pitture qualche cosa di sodisfacen-
te per il lato dell arte, mentre non fu intenzione del pitto-
re di ricreare con esse il senso della vista, cui mirano per
ordinario le opere dell' arte che si espongono al pubblico.
Direi piuttosto che i Greci eccessivamente geniali del bello
nelle arti, lo portassero in qualunque oggetto lor presentavasi
inclusive nei più comuni utensili della vita, come ne fanno
prova tutte le antichità ritrovate in Ercolano e Pompei già
ricordate,
Usarono gli Egizi di porre tra le mummie un volume di
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genio particolare della nazione che seppe imprimere il bel-
lo in ogni sua produzione . Siane d' esempio quanto si è
trovato in Ercolano e Pompei, dove non videsi utensile
d'uso anche il più abietto che non avesse qualche aggiunto
O in figure o in ornati, d° un artifizio e di un gusto mira-
bile. Accordiamo questo artifizio e questo gusto anche ai pitto-
ri dei Vasi, poiché furono della nazione medesima, e cesserà
ogni meraviglia che questi ancorché mediocri, ma pur Greci
•e in conseguenza di mirabile genio dotati? abbiano eseguite
nei Vasi delle pitture che sembrano studiatissiine.
Erano a mio parere diversi artisti che tutti originalmen-
te operavano, e ciascuno coi propri metodi convenienti all'og-
getto per cui lavoravasi. E poiché i Vasi dipinti eran poi
tenuti in mostra solo al concorso dei compratori, che venendo
a prenderne per seppellirli sceglievanli a lor grado ? a se-
conda , cred io, delle dottrine die vi leggevano enigmatica-
mente rappresentate, cosi era inutile che quelle figure uma-
ne dipintevi avessero i piedi e le inani eseguite con diligen-
za , poiché dopo la compra erano certamente destinati a sep-
pellirsi nel buio perpetuo di un sepolcro. È dunque il caso
che ci fa trovare in esse pitture qualche cosa di sodisfacen-
te per il lato dell arte, mentre non fu intenzione del pitto-
re di ricreare con esse il senso della vista, cui mirano per
ordinario le opere dell' arte che si espongono al pubblico.
Direi piuttosto che i Greci eccessivamente geniali del bello
nelle arti, lo portassero in qualunque oggetto lor presentavasi
inclusive nei più comuni utensili della vita, come ne fanno
prova tutte le antichità ritrovate in Ercolano e Pompei già
ricordate,
Usarono gli Egizi di porre tra le mummie un volume di
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