tavola xi. 83
Latona 'a*™, quasi notte da u3» oblivione, viene cosi in-
dicata da vari antichi filosofi \ o più esattamente da alcuni
moderni interpetrata da v*và*v« cioè nascondere, perchè Apol-
lo e Diana, de quali si finge madre, nacquero dalla confu-
sione tenebrosa del caos, cioè da una notte senza princi-
pio2, e meglio ancora spiegata dal Vossio, il quale dichia-
rasi a tal proposito nei seguenti termini: ce Esiodo nella
Teogonia, come anche Ovidio nelle Metamorfosi dicono Apol-
lo e Diana esser nati da Giove e da Latona. Quivi come
Giove s'intende per l'artefice del mondo, Latona è la ma-
teria dell'universo la quale è detta Latona ab5« da x^«v,
perchè avanti l'emanazione della luce tutto ascondevasi tra
le tenebre, o perchè, secondo le idee de'Platonici, quella
rozza ed indigesta mole era stata occulta già da infiniti se-
coli, finché avendo il Fattore del mondo ordinate le cose,
per essa Latona furono decorate della respetti va bellezza » 3.
Or questa Latona, che nel suo parto di Apollo e Diana,
cioè del sole e della luna, ci fa partecipi di quanto godia-
mo visualmente nel mondo, ebbe vari nomi nelle varietà
della teogonia, che presso differenti popoli antichi si pro-
fessava; talché presso gli Egiziani par che sia la loro Athor,
presso i Greci or Venere, or la notturna Ecate «, ora Te-
mi presso i Latini, come anche Cerere legislatrice o appor-
tatrice dell'ordine nella natura 5, quella Dea in fine che gli
astronomi antichi vollero venerata nella costellazione della
cap. xii, p. 3G6.
/{ Iablonski L cJt., § 7. p • ;ì/> s(l ■
5 Creuzer.Symbol.uud Mylhol.Tom.
iv, p. 170.
1 > id; Iablonski, Pantheon Aegypt.,
Pars. ir, lib. m, cap. iv, § 6', p. 93.
2 Nata}. Comit, MnUoiog., Kb. in,
cfiP' xvn., p. 85.
3 Y°ss., de origine Idololatf., lib. :V,
Latona 'a*™, quasi notte da u3» oblivione, viene cosi in-
dicata da vari antichi filosofi \ o più esattamente da alcuni
moderni interpetrata da v*và*v« cioè nascondere, perchè Apol-
lo e Diana, de quali si finge madre, nacquero dalla confu-
sione tenebrosa del caos, cioè da una notte senza princi-
pio2, e meglio ancora spiegata dal Vossio, il quale dichia-
rasi a tal proposito nei seguenti termini: ce Esiodo nella
Teogonia, come anche Ovidio nelle Metamorfosi dicono Apol-
lo e Diana esser nati da Giove e da Latona. Quivi come
Giove s'intende per l'artefice del mondo, Latona è la ma-
teria dell'universo la quale è detta Latona ab5« da x^«v,
perchè avanti l'emanazione della luce tutto ascondevasi tra
le tenebre, o perchè, secondo le idee de'Platonici, quella
rozza ed indigesta mole era stata occulta già da infiniti se-
coli, finché avendo il Fattore del mondo ordinate le cose,
per essa Latona furono decorate della respetti va bellezza » 3.
Or questa Latona, che nel suo parto di Apollo e Diana,
cioè del sole e della luna, ci fa partecipi di quanto godia-
mo visualmente nel mondo, ebbe vari nomi nelle varietà
della teogonia, che presso differenti popoli antichi si pro-
fessava; talché presso gli Egiziani par che sia la loro Athor,
presso i Greci or Venere, or la notturna Ecate «, ora Te-
mi presso i Latini, come anche Cerere legislatrice o appor-
tatrice dell'ordine nella natura 5, quella Dea in fine che gli
astronomi antichi vollero venerata nella costellazione della
cap. xii, p. 3G6.
/{ Iablonski L cJt., § 7. p • ;ì/> s(l ■
5 Creuzer.Symbol.uud Mylhol.Tom.
iv, p. 170.
1 > id; Iablonski, Pantheon Aegypt.,
Pars. ir, lib. m, cap. iv, § 6', p. 93.
2 Nata}. Comit, MnUoiog., Kb. in,
cfiP' xvn., p. 85.
3 Y°ss., de origine Idololatf., lib. :V,