49^ de'vasi fittili
funebre , e quindi si sotterrassero colle spoglie del de-
funto per cui tali cerimonie si praticarono Dalla ca-
tegoria di questi usi sono però da sottrarsi, cred' io, la
maggior parte almeno dei Vasi che si comprendono nel-
le otto Tavole presenti, come sarebbero quei dei numeri
1 , 3, Tav. XLVII, io, 12, Tav.XLVIII, i quali sono di un
orifizio cosi ristretto da non poter facilmente ricevere i
nominati liquidi, nè per la lor piccolezza contenerne abba-
stanza da prestarsi a pomposa funzione. Molto meno poteva-
no esserne capaci altri, come per esempio quei de'numeri
3. 8 , 11 , 20 della Tav. XLV11, 7 , 9 della Tav. XLVIII, che
oltre F eccezione data di (or picciolezza, son cosi rozzi
nella manifattura da comparirne inservibili: specialmente
poi quelli che neppure furon cotti, dei quali porto in esem-
pio il Vaso della Tav. XLVII al num. 16. Che diremo dei Vasi
senza fondo, 0 non vuoti al di dentro rapporto a tal uso?
Ma udiamo dal eh. Vermigrlioli, come dai moderni si credono
adoprati quei Vasi inconciliabili con gli usi già esaminati.
« Si poligono in secondo luogo , egli dice , i pubblici
giuochi e spettacoli della Grecia tanto celebrati da Pinda-
ro: imperciocché è opinione che i Vasi che ricevevano quei
vincitori come un premio dovutogli, fossero appunto di que-
sta classe dei plastici dipinti , i quali, aggiungono altri,
sì esponevano, e se ne ornavano i ginnasi e palestre, ove i
giovani atleti si esercitavano a perfezionarsi. Che i vincitori
ottenessero in premio Vasi, e forse plastici, è una verità
confermataci dai Classici e da Pindaro precisamente,, non
meno che dalle medaglie greche, dalle gemme incise in co-
1 Vermiglioli, 1. cit., Voi. i , lez. vm, § 6, p. 126.
funebre , e quindi si sotterrassero colle spoglie del de-
funto per cui tali cerimonie si praticarono Dalla ca-
tegoria di questi usi sono però da sottrarsi, cred' io, la
maggior parte almeno dei Vasi che si comprendono nel-
le otto Tavole presenti, come sarebbero quei dei numeri
1 , 3, Tav. XLVII, io, 12, Tav.XLVIII, i quali sono di un
orifizio cosi ristretto da non poter facilmente ricevere i
nominati liquidi, nè per la lor piccolezza contenerne abba-
stanza da prestarsi a pomposa funzione. Molto meno poteva-
no esserne capaci altri, come per esempio quei de'numeri
3. 8 , 11 , 20 della Tav. XLV11, 7 , 9 della Tav. XLVIII, che
oltre F eccezione data di (or picciolezza, son cosi rozzi
nella manifattura da comparirne inservibili: specialmente
poi quelli che neppure furon cotti, dei quali porto in esem-
pio il Vaso della Tav. XLVII al num. 16. Che diremo dei Vasi
senza fondo, 0 non vuoti al di dentro rapporto a tal uso?
Ma udiamo dal eh. Vermigrlioli, come dai moderni si credono
adoprati quei Vasi inconciliabili con gli usi già esaminati.
« Si poligono in secondo luogo , egli dice , i pubblici
giuochi e spettacoli della Grecia tanto celebrati da Pinda-
ro: imperciocché è opinione che i Vasi che ricevevano quei
vincitori come un premio dovutogli, fossero appunto di que-
sta classe dei plastici dipinti , i quali, aggiungono altri,
sì esponevano, e se ne ornavano i ginnasi e palestre, ove i
giovani atleti si esercitavano a perfezionarsi. Che i vincitori
ottenessero in premio Vasi, e forse plastici, è una verità
confermataci dai Classici e da Pindaro precisamente,, non
meno che dalle medaglie greche, dalle gemme incise in co-
1 Vermiglioli, 1. cit., Voi. i , lez. vm, § 6, p. 126.