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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 2) — Florenz, 1853

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https://doi.org/10.11588/diglit.860#0123
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TAVOLA CXCVI.

123

Della composizione che vedesi nei* due ranghi superiori fu detto dal eh.
Iorio che fosse una delle tanto celebri processioni degli antichi (I), supposi-
zione ripetuta anche dal eh. sig. Finati (2). Più dichiaratamente se n' esprime
il eh. Raoul-Rochette supponendo eh' e' sia una di quelle danse armate,, solite
praticarsi nelle solennità religiose, ed aggiunge che fosse del genere di quelle
che si celebravano all'occasione delle iniziazioni, ed in questo rapporto la
composizione mostra qualche connessione con l'altra del vaso medesimo, o
almeno sicuramente legasi al destino di questo vaso, il quale non può, secondo
il prelodato scrittore, che esser mistico e religioso (3).

Vorrei poter sodisfare l'osservatore nella sua curiosità di sapere quel che
sia l'oggetto che portano due delle donne correnti nei ranghi superiori, ma
non è facile intenderne l'uso. Il Finati non se ne occupa nel sospetto di
qualche alterazione introdottavi dai restauratori del vaso, che fu trovato in
pezzi. Non ostante si può credere antica la forma di quell'oggetto, in quan-
tochè si trova quasi simile nelle mani d'una donna che munita di esso, come
arme, scagliasi contro un militare armato, ed ivi è creduto un subbio, o
altr'oggetto di telaio da tessere (4); mentre una donna inerme volendo pure
offendere, si può credere che servasi di quel che le viene alle mani. Difatti
anche la donna ultima nella composizione par che abbia in mano un candelabro.
La donna con bipenne sull'omero a tutta ragione dir si potrebbe in costume
di Amazzone, vale a dire d'una di quelle donne che si favoleggiano per guer-
riere, talché noi potremo considerare una femmina guerriera ed armata anche
Valtra che gli è di sotto, vedendosi con egual costume succinta, ed armata
del supposto subbio che in lei tien luogo della bipenne.

TAVOLA CXCVI.

Dicesi esser questa l'apoteosi di Bacco, e si aggiunge che il nume si chiamò
cantore per la stessa ragione che Apollo si disse conduttore delle Muse (5).
L'alloro che porta in mano è dunque un attributo di Bacco Musagete. L'in-

(4) Opera cit.

(2) L. cit.

(3) Raoul-Rochette cit., p. 79.

(4) Galleria Omerica, Iliade, toni, i, p. 174.

(5) Pausan. lib. i.
 
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