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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 2) — Florenz, 1853

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https://doi.org/10.11588/diglit.860#0125
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TAVOLA CXGVII, EC.

425

Nella Tavola seguente vede rammentato un de' riti usati dai Greci nelle
Dionisiache, celebrandovisi Bacco inventore della tibia o flauto: musicale stru-
mento che nell' aumento del greco lusso vedesi unito soventi volte alla lira
nelle solenni festività degli Dei. Crede poi sacerdote preparato alle libazioni
l'uomo che ha tazza ed anfora in mano, sopra di che moverei qualche dub-
bio, e mi restringerei a dichiarar questa rappresentanza spettante ai misteri

di Bacco.

Nella T.av. Ili, e CXCIX di questo volume l'espositore vede rappresentata
una scena di qualch' una delle tante commedie, che gli antichi scrissero sotto
la denominazione delle Baccanti, ma non osa dir da vantaggio né cred'io che
più dir si possa, dopo aver assegnata questa pittura all' orgiasmo degli antichi
misteri, o riti comunque sieno di Bacco; di che fan fede il tirzo della donna,
e le satiresche forme del personaggio che le sta innanzi.

Men fondata delle altre a parer mio si mostra la spiegazione della Tavo-
la CC, dove l'interpetre vede il nuzial contratto del Dio di Nisa con una delle
Menadi, che probabilmente è la sedente, com'egli crede, e ciò il desume dal
sapersi essere stato anticamente costume fra gli orientali di comprarsi a vi-
cenda gli sposi, e di qui riconosce nell'uomo appoggiato ad un tronco d'al-
bero Sileno che offre il convenuto denaro alla donna eh' è in mezzo qual me-
diatrice di nozze, quasi per caparra di esse, mentre questa presenta a lui la
virginale zona della futura sposa. Conferisce ancora, secondo il prelodato scrit-
tore, ad accrescere probabilità a questo supposto il vedersi che la sposa at-
tentamente pare che mediti il mistico vaglio eh' ella tiene nelle sue mani per
l'ultima volta, ed il quale essendo al dire di Servio (4) un simbolo della pur-
gazione dell'anima, si custodiva gelosamente dalle sole fanciulle, e da esse
portavasi unicamente nelle feste di Bacco (2). Ammetto anch'io che qui si
rappresentano cose di tema bacchico, ma trovo soverchiamente azzardate sif-
fatte indicazioni delle specialità de'fatti ch'ei vi suppone.

Che se noi riflettiamo alla rarità estrema e costante di trovar pitture l'ima
dall'altra copiate, ed alle migliaia di vasi che sotterraronsi dal gentilesimo,
ed alla limitata varietà di soggetti che vi si rappresentavano, fra i quali do-

ti) In Virgil. Georg, i.

(2) Fontana, Pitture de' Vasi antichi posseduti dal cav. Hamilton, ediz. prima
fiorentina Tom. iv, tavv. xxxn, xxxm, xxxiv, xxxv, p. 44.
 
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