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za* alfine richiamando tutte le forze fue, dadi piglio ad una
sbarra di ferro, fpezza e rovefcia la porta del monumento,
ed, alla villa della tomba di Alcefie, l’anima di lui a tutti gli
eccelli del più vivo dolor s’abbandona. Abbraccia fre-
mendo il freddo fafib, che la cara metà di fe Hello rinferra;
invoca l’ombra dell’adorata fua fpofa, dà di mano al fuo pug-
nale in atto di volerfi unir per fempre al dolce oggetto del
fuo tenero amore. Arriva Alcide frettolofo, e gli trattiene
H braccio già levato, e lo difarma. Admeto, che detefia la
luce del giorno, fi dà tutto in preda al furore, s’avventa ad
Alcide, e lotta con elfo, e con quanti fegvaci di lui, che fi
vogliono opporre all* efecuzione del barbaro fuo difegno. Si
fquarciale vefii fui corpo, ed, incapace di fopportar davan-
tagio l’ecceflo delle fue difgrazie, cade fvenuto fia le braccia
cTAlcide, e di coloro, che fono al di lui foccorfo volati..
S’ofcura frattanto il cielo, i lampi fendono l’aere; firide
il fulmine, crolla la tomba d’Alcefie, s’apre la pietra, che la
copre, n’efalan vapori, Alcefie riforge, e fiando aflifa fiende
langvidamente la defira ad Admeto. Efce alfin dalla tomba,
e a lenti palli verfo la porta del monumento s’avanza fcen-
dendone quindi con piò vaccinante i gradini. Le di lei
donne rimangono immobili a tale prodigio, e Admeto, che
in quello filante, rivedendo il giorno, rivede la cara fua fpo-
fa, non fà credere la fua felicità, ma, non potendo alfine più
dubitarne, vola fra le di lei braccia, fe le getta a’piedi, ed
efprime tutti quei fentimenti di tenerezza, che poflono oc-
cupare un anima fenfibile e riconofcente.
SCENA
za* alfine richiamando tutte le forze fue, dadi piglio ad una
sbarra di ferro, fpezza e rovefcia la porta del monumento,
ed, alla villa della tomba di Alcefie, l’anima di lui a tutti gli
eccelli del più vivo dolor s’abbandona. Abbraccia fre-
mendo il freddo fafib, che la cara metà di fe Hello rinferra;
invoca l’ombra dell’adorata fua fpofa, dà di mano al fuo pug-
nale in atto di volerfi unir per fempre al dolce oggetto del
fuo tenero amore. Arriva Alcide frettolofo, e gli trattiene
H braccio già levato, e lo difarma. Admeto, che detefia la
luce del giorno, fi dà tutto in preda al furore, s’avventa ad
Alcide, e lotta con elfo, e con quanti fegvaci di lui, che fi
vogliono opporre all* efecuzione del barbaro fuo difegno. Si
fquarciale vefii fui corpo, ed, incapace di fopportar davan-
tagio l’ecceflo delle fue difgrazie, cade fvenuto fia le braccia
cTAlcide, e di coloro, che fono al di lui foccorfo volati..
S’ofcura frattanto il cielo, i lampi fendono l’aere; firide
il fulmine, crolla la tomba d’Alcefie, s’apre la pietra, che la
copre, n’efalan vapori, Alcefie riforge, e fiando aflifa fiende
langvidamente la defira ad Admeto. Efce alfin dalla tomba,
e a lenti palli verfo la porta del monumento s’avanza fcen-
dendone quindi con piò vaccinante i gradini. Le di lei
donne rimangono immobili a tale prodigio, e Admeto, che
in quello filante, rivedendo il giorno, rivede la cara fua fpo-
fa, non fà credere la fua felicità, ma, non potendo alfine più
dubitarne, vola fra le di lei braccia, fe le getta a’piedi, ed
efprime tutti quei fentimenti di tenerezza, che poflono oc-
cupare un anima fenfibile e riconofcente.
SCENA