EPOCA QUINTA 379
nuova opera era un suo progresso. Passò a
Madrid, ove in diverse camere della reggia
espresse la corte degli Dei, le parti del gior-
no , e le stagioni con invenzioni vaghissime e
propriissime: indi tornato a Roma a far nuovi
studj, e di là ricondottosi in Madrid, rappre-
sentò in una sala l'Apoteosi di Trajano, e in
un teatro il Tempo che rapisce il Piacere ; e
queste pitture assai son superiori alle prime.
Roma ha di esso tre opere in grande 5 il qua-
dro nella volta di S. Eusebio; il Parnaso nella
sala di villa Albani, che di lunga mano supera
il precedente (*) ; per ultimo v' è il gabinetto
de' papiri al Vaticano da lui dipinto, ove la
leggiadria degli Angioli, la grandiosità del Mosè
e del S. Pietro, la vaghezza del colore, il ri-
lievo , 1' accordo fan riguardare quel luogo per
uno degli ornamenti più singolari del Museo
Vaticano e di Roma. Questo medesimo impe-
gno di sempre vincer se stesso comparirebbe
a noi ne1 quadri da cavalletto, se non fossero
in Italia sì rari, avendone molti dipinti per
Londra e per altre capitali d'Europa. In Roma
stessa, ove studiò giovanetto, ove si stabilì,
ove tornò più volte, ove in fine è morto, vi
è poco di suo; il ritratto di Clemente XIII e
dell' Eminentissimo Carlo di lui nipote presso
S. E. il principe Rezzonico, quello del signor
(*) Questa pittura è delle più erudite che sian fatte
dopo il risorgimento delle arti : ogni Musa vi è rap-
presentata con gli attributi più proprj che si appren-
dano dall'antichità; di che l'artefice tu lodato dal si-
gnor abate Visconti nella immortale opera del Museo
Pio demeritino, tom. I, pag. 5j.
nuova opera era un suo progresso. Passò a
Madrid, ove in diverse camere della reggia
espresse la corte degli Dei, le parti del gior-
no , e le stagioni con invenzioni vaghissime e
propriissime: indi tornato a Roma a far nuovi
studj, e di là ricondottosi in Madrid, rappre-
sentò in una sala l'Apoteosi di Trajano, e in
un teatro il Tempo che rapisce il Piacere ; e
queste pitture assai son superiori alle prime.
Roma ha di esso tre opere in grande 5 il qua-
dro nella volta di S. Eusebio; il Parnaso nella
sala di villa Albani, che di lunga mano supera
il precedente (*) ; per ultimo v' è il gabinetto
de' papiri al Vaticano da lui dipinto, ove la
leggiadria degli Angioli, la grandiosità del Mosè
e del S. Pietro, la vaghezza del colore, il ri-
lievo , 1' accordo fan riguardare quel luogo per
uno degli ornamenti più singolari del Museo
Vaticano e di Roma. Questo medesimo impe-
gno di sempre vincer se stesso comparirebbe
a noi ne1 quadri da cavalletto, se non fossero
in Italia sì rari, avendone molti dipinti per
Londra e per altre capitali d'Europa. In Roma
stessa, ove studiò giovanetto, ove si stabilì,
ove tornò più volte, ove in fine è morto, vi
è poco di suo; il ritratto di Clemente XIII e
dell' Eminentissimo Carlo di lui nipote presso
S. E. il principe Rezzonico, quello del signor
(*) Questa pittura è delle più erudite che sian fatte
dopo il risorgimento delle arti : ogni Musa vi è rap-
presentata con gli attributi più proprj che si appren-
dano dall'antichità; di che l'artefice tu lodato dal si-
gnor abate Visconti nella immortale opera del Museo
Pio demeritino, tom. I, pag. 5j.