AL PITTORE NELUATTO DI FARE IL DETTO RITRATTO.
Del Sig. Dott. Gionanni Tttrchi .
PIttor , che pure hai tanti Eroi dipinti»
E'i gran LVIGI di ricrar difperi >
Che i colori non hai si vivi, e veri
Per tutti i pregi fuoi moftrar diftinti;
Siano i Pennelli cuoi nel fangue intinti,
Che per la Fe verfaro i fuoi Guerrieris
Prendi poi da ia Gloria i lumi fieri »
V Ombre da i’ Ombre de Nemici eftinti.
Bigio» e verde color togli al Coidoglio
De T Erefia , ch’a Iui molle litigi:
Dia forza a 1’ Opra , fua fortezza io voglio.
Forma ii Campo» d’Onor c’habbia i vefligi»
Amore» e Maefta pingi in un Soglio»
Pingi ’i Valore» e pingerai LVIGI.
ALL* AVTOR DELLA SPIEGATIONE DEL PRESENTE
ENIMMA,
Del SigCanonico Bernardino Tinti,
CEflin di Menfl gli eruditi fafli
L’alto ftudio vantar di Zifre ignote»
Poiche a nove figure , e piu rimote
La difperata intelligcnza hor daffi.
Piu dei moftro Tebano oltre non padi
L’acuto ftiJ, che i pafifaggier percote»
Che Ia fuperbia di profbnde note
Tu, faggio Edipo interpretando abbafli»
Quindi s*avanzan le tue degne Iodi,
" Che in FELSINA P1TTRICE udilaSenna,
Hor » che dai lume a I’ ingegnofe frodi.
Pari al Magno Pelfeo ciafcun Paccenna»
Se non maggior, mentre a difciorne i nodi
Egii adopro ia Spada, e Tlj Ia Penna .
Hoc
Del Sig. Dott. Gionanni Tttrchi .
PIttor , che pure hai tanti Eroi dipinti»
E'i gran LVIGI di ricrar difperi >
Che i colori non hai si vivi, e veri
Per tutti i pregi fuoi moftrar diftinti;
Siano i Pennelli cuoi nel fangue intinti,
Che per la Fe verfaro i fuoi Guerrieris
Prendi poi da ia Gloria i lumi fieri »
V Ombre da i’ Ombre de Nemici eftinti.
Bigio» e verde color togli al Coidoglio
De T Erefia , ch’a Iui molle litigi:
Dia forza a 1’ Opra , fua fortezza io voglio.
Forma ii Campo» d’Onor c’habbia i vefligi»
Amore» e Maefta pingi in un Soglio»
Pingi ’i Valore» e pingerai LVIGI.
ALL* AVTOR DELLA SPIEGATIONE DEL PRESENTE
ENIMMA,
Del SigCanonico Bernardino Tinti,
CEflin di Menfl gli eruditi fafli
L’alto ftudio vantar di Zifre ignote»
Poiche a nove figure , e piu rimote
La difperata intelligcnza hor daffi.
Piu dei moftro Tebano oltre non padi
L’acuto ftiJ, che i pafifaggier percote»
Che Ia fuperbia di profbnde note
Tu, faggio Edipo interpretando abbafli»
Quindi s*avanzan le tue degne Iodi,
" Che in FELSINA P1TTRICE udilaSenna,
Hor » che dai lume a I’ ingegnofe frodi.
Pari al Magno Pelfeo ciafcun Paccenna»
Se non maggior, mentre a difciorne i nodi
Egii adopro ia Spada, e Tlj Ia Penna .
Hoc