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Mauro, Lucio; Aldrovandi, Ulisse [Hrsg.]
Le Antichita De La Citta Di Roma — Venedig, 1556 [Cicognara, 3572; 3787]

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https://doi.org/10.11588/diglit.26713#0162
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154 X E S T <AT V E
1)71(1Jìatuagrande ignudaj & i>napicciola purc
ignuda di mexxg rdeuo : Et erano di coloro che
haueuano cura delle ftufe.

Pasfindo oltra fi troua im cenacolo insorma
cjuafi dn>n mexpcg cerchio : nelcutpiano èimpoxc
xg diacqua yiua>& yn hello alhero dt celso : So-
pra la credenxg di marmofie m cjuefo cenacolo
si yede ; è yna tefa diBacco disasfo rofsofgufa
di yna mafchera, e di mexxo rileuo e maogiore
del naturalejattacata al muro. Difopra yi è yn
Nettuno idio del mare cofuoi caualh. E nella ci-
ma poi è la Dea degh Horti inpiedij yefitaj &
erta fu la fchiena di yna capra^ che le è di fotto.

A' le mura di quefto Hemiciclo f yeggono
attaccate diuerfe tauole marmoreecon antichi epi
tasstijchefanno tutti mentione deìla anticafami-
glia Cefaj che hoggi di Cefs diciamo ; e con altri
trofeij& yrne antiche.

jRitornandogiu à dietro là doue erano ismula
cri del montone j e del Leune ; e pasfando ultre f
slntone. truoua im Plutone in pie mexxg yefito j eposo
sopra yna haf marmorea : E quefa fatua di rm
contro à quelia di Pallade}che era la fecondagira
dof dgiardinopiano. Fupressogh antichi PÌu-
tonejidio ddlànsernojefratello di G 'mej e di Net

tuno :
 
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