138 GERVASIO
sarebbe un impacciarsi in strada ignota senz1 alcuna guida:
oltreché è ormai risaputo per gravissimi esempj quanto sia
lubrico e pericoloso negli studj archeologici il sentiero nel
dettar canoni e regole generali. Voglio avvertir qui soltanto
che non debbesi per quelle denominazioni di veteres, novi,
etc. trarre argomento a sostenere che ne'luoghi, ove dedu-
cevausi le colonie, vi fosse un doppio reggimento munici-
pale, quello cioè de'coloni dedotti, e un'altro degli antichi
abitanti. Per quel che concerne i tempi della repubblica
romana, le accurate e sottili ricerche del Niebuhr *) non
lasciano alcun dubbio , che '1 populus della città, ove spe-
divasi la colonia, era costituito da' coloni, e la municipal
rappresentanza era composta da' decurioni scelti trai no-
vello popolo. I vecchi abitatori potevano, è vero, conservar
privatamente le loro leggi , gli usi e le cose sacre, ma non
ritenevano il lor particolare reggimento municipale, e ciò
stenio ad Cluver. llal. antiqu. p. 72,
mentre i Fabraterni novi et veteres
abitavano circa dieci miglia gli uni
dagli altri distanti, cioè i primi nella
moderna Falvaterra eh' è più. vicina a
Fregclle ed Aquino presso la riunione
de' due fiumi Liri e Trero ; i secondi
poi presso la moderna Ceccano più vi-
cini a Frosinone presso la riunione del
fiumicelìo Cosa col Trero medesimo ,
giusta le dotie ed accurate ricerche
del dottor de Malthaeis nella sua dis-
sertazione sopra due iscrizioni recen-
te/nenie scoverte ed atte a manifestare
la sede degli antichi Fabraterni nel
volume VII delle memor. dell' accad.
archeol. di Roma p. 3i2 segg. È sin-
golare, per quanto io so, il caso degli
Agrigentini, di cui parla Cicerone in
J^err. action. II lib. II c. 5o. Eran essi
distinti in veteres e coloni, cioè quelli
che C. Mamilio pretore per decreto del
senato romano dedusse in Agrigento dal-
le altre città della Sicilia , e '1 loro se-
nato per antica legge data da Scipione
doveva esser composto di egual numero
degli uni e degli altri.
a) Histoir. Ramaim tom. II p. 90
della già citata traduzione francese.
sarebbe un impacciarsi in strada ignota senz1 alcuna guida:
oltreché è ormai risaputo per gravissimi esempj quanto sia
lubrico e pericoloso negli studj archeologici il sentiero nel
dettar canoni e regole generali. Voglio avvertir qui soltanto
che non debbesi per quelle denominazioni di veteres, novi,
etc. trarre argomento a sostenere che ne'luoghi, ove dedu-
cevausi le colonie, vi fosse un doppio reggimento munici-
pale, quello cioè de'coloni dedotti, e un'altro degli antichi
abitanti. Per quel che concerne i tempi della repubblica
romana, le accurate e sottili ricerche del Niebuhr *) non
lasciano alcun dubbio , che '1 populus della città, ove spe-
divasi la colonia, era costituito da' coloni, e la municipal
rappresentanza era composta da' decurioni scelti trai no-
vello popolo. I vecchi abitatori potevano, è vero, conservar
privatamente le loro leggi , gli usi e le cose sacre, ma non
ritenevano il lor particolare reggimento municipale, e ciò
stenio ad Cluver. llal. antiqu. p. 72,
mentre i Fabraterni novi et veteres
abitavano circa dieci miglia gli uni
dagli altri distanti, cioè i primi nella
moderna Falvaterra eh' è più. vicina a
Fregclle ed Aquino presso la riunione
de' due fiumi Liri e Trero ; i secondi
poi presso la moderna Ceccano più vi-
cini a Frosinone presso la riunione del
fiumicelìo Cosa col Trero medesimo ,
giusta le dotie ed accurate ricerche
del dottor de Malthaeis nella sua dis-
sertazione sopra due iscrizioni recen-
te/nenie scoverte ed atte a manifestare
la sede degli antichi Fabraterni nel
volume VII delle memor. dell' accad.
archeol. di Roma p. 3i2 segg. È sin-
golare, per quanto io so, il caso degli
Agrigentini, di cui parla Cicerone in
J^err. action. II lib. II c. 5o. Eran essi
distinti in veteres e coloni, cioè quelli
che C. Mamilio pretore per decreto del
senato romano dedusse in Agrigento dal-
le altre città della Sicilia , e '1 loro se-
nato per antica legge data da Scipione
doveva esser composto di egual numero
degli uni e degli altri.
a) Histoir. Ramaim tom. II p. 90
della già citata traduzione francese.