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Quaranta, Bernardo: Di una pittura pompeiana allegorica rappresentante l'Agricoltura che si fa guidare dalla Luna: memoria
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iiO QUARANTA
anche in quanto alle forme che dell' inventare son tanta
parte. Laonde se noi eravamo usi a vedere un Raffaello,
un Tiziano, un Correggio, ed altri valentissimi capiscuola,
far condurre pe' liquidi campi dell' aria qualche figura da
persona che alata fosse; talune pitture venute fuori delle
ceneri pompeiane ci convinceranno, che già da moltissimi
secoli lo stesso avevan fatto gli antichi maestri. In quella
che illustriamo e che è intagliata nella tavola qui annessa,
rappresentasi vaga donna seduta sulle spalle di altra, che
librasi in cielo con grandi ale spiegate. Questa vestita di
tunica color d'oro, e adorna di gialli calzari, stringe nella
sinistra mano il pedo pastorale, tenendo al braccio invol-
tato un azurro mantello , e, col capo rivolto alla prima ,
le fa cenno con la destra indicandole qualche cosa sulla
quale ascoltarne voglia l'avviso: quella poi porta una fiac-
cola accesa, ed ha bianca veste che per V aria ondeggia
in arco, simboli tutti di una divinità notturna lucida ed
aerea come Diana. Ed io son di credere doversi questo
dipinto avere per allegorico e che vi si vegga figurata l'Agri-
coltura che si faccia regolar dalla Luna. Non mi dimorerò a
lungo a dimostrare con quanto di ragione abbia io chiamato
Diana la figura senz'ale; essendo cosa comunemente saputa.
Piuttosto mi farò a confrontare questa donna con un'altra
figura alata, la quale anche porta il pedo come la nostra e
che forse invece di un Genio bacchico, come pretesero i
dotti Ercolanesi, rappresenta anche quello dell'Agricoltura;
e rivolgerommi alcun poco a chiarire perchè sia stata in
modo tale rappresentata.
Primamente robusta e giovane è questa donna; percioc-
anche in quanto alle forme che dell' inventare son tanta
parte. Laonde se noi eravamo usi a vedere un Raffaello,
un Tiziano, un Correggio, ed altri valentissimi capiscuola,
far condurre pe' liquidi campi dell' aria qualche figura da
persona che alata fosse; talune pitture venute fuori delle
ceneri pompeiane ci convinceranno, che già da moltissimi
secoli lo stesso avevan fatto gli antichi maestri. In quella
che illustriamo e che è intagliata nella tavola qui annessa,
rappresentasi vaga donna seduta sulle spalle di altra, che
librasi in cielo con grandi ale spiegate. Questa vestita di
tunica color d'oro, e adorna di gialli calzari, stringe nella
sinistra mano il pedo pastorale, tenendo al braccio invol-
tato un azurro mantello , e, col capo rivolto alla prima ,
le fa cenno con la destra indicandole qualche cosa sulla
quale ascoltarne voglia l'avviso: quella poi porta una fiac-
cola accesa, ed ha bianca veste che per V aria ondeggia
in arco, simboli tutti di una divinità notturna lucida ed
aerea come Diana. Ed io son di credere doversi questo
dipinto avere per allegorico e che vi si vegga figurata l'Agri-
coltura che si faccia regolar dalla Luna. Non mi dimorerò a
lungo a dimostrare con quanto di ragione abbia io chiamato
Diana la figura senz'ale; essendo cosa comunemente saputa.
Piuttosto mi farò a confrontare questa donna con un'altra
figura alata, la quale anche porta il pedo come la nostra e
che forse invece di un Genio bacchico, come pretesero i
dotti Ercolanesi, rappresenta anche quello dell'Agricoltura;
e rivolgerommi alcun poco a chiarire perchè sia stata in
modo tale rappresentata.
Primamente robusta e giovane è questa donna; percioc-