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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Rucca, Giacomo: Dell'uso de' sotterranei anfiteatrali: memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0221
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SOTTERRANEI ' ANFIT E A T R A LI 209

Pioggia di croco.

Per cominciare da una delle più gradevoli destina-
zioni dell'ipogeo, dal fondo di esso si faceano salire con
occulto artificio ad una altezza immensa liquori odorosi ,
che spargendosi per aria ricadevan poi in forma di minu-
tissima pioggia su gli spettatori, e diffondevano un vapore
fragrantissimo di croco, cotanto al gusto degli antichi.
Hodie, scrive Seneca nell'epistola 90, utrutn tandem sa-
pieniiorem putas, qui invenii, queniadmodum in immen-
sam altitudinem crocum latentibus jìstulis exprìmat ? Ma
più segnatamente al nostro proposito nelle sue Questioni
Naturali lib. 2, ove ci manifesta, che il vapore odoroso
innalzavasi dal fondo dell'ipogeo nel bel mezzo dell'Arena:
JVumquid dubitas, quin sparsio illa, quae ex funda-
mentis mediae arenae crescens in summam amplii-
theatri altitudinem pervenit, cum intentione aquae fiat ?

Sicuri del fatto , come ce ne accerta pur anche Mar-
ziale, il quale favellando de'popoli accorsi a Roma da tutte
le parti dell' Orbe Romano a godere de' sontuosissimi giuo-
chi dati dall' uno e dall' altro de' Flavii, nota in ispecie
degli abitatori della Cilicia , donde veniva il croco più squi-
sito , che essi nell' anfiteatro Flavio vennero bagnati da un
nembo odoroso , che era loro proprio e nativo : Et Cili-
ces nimbis hic maduere suis, Epigr. 3 lib. de Spectacu-
lis ; sicuri, dico, del fatto, non è facile intendere oggidì»
come gli antichi potessero sospingere con tubi nascosi giù
sotto P arena a cotanta altezza il croco da produrre la pia-
cevole apparenza di minutissima brina, la quale ricadendo
 
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