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ROMA
SCULTURA.
Egli è parere di alcuni che 1? Amore 9 e le Ar ti belle, (, in-
clusi vamente la Musica ) debbano riputarsi due piaceri della
vita , egualmente capaci di farci sentire a preferenza degli al-
tri quel più di delizioso , che può V uomo provare su questa
Terra . Ma il primo fugge assai presto , e se non fugge ; nè
.avviene al dir di Ricciardetto , che
Amore el il Vajuol sono due mali,
the tristo è quel che gli ha fuor di stagione ec«
Delle Arti non può dirsi così : nel bollore del sangue servo-
no esse di un leggiero passatempo; si guardano alla sfuggita 9
ma si guardano e non dispiacciono : cominciano quindi a gu-
starsi , e a'l interessare ; e già nella virilità si osservano me-
glio , si apprezzano, vi si ragiona sopra, si criticano. Giunti
alfetà provetta , se le troviamo divenute un abitudine piacevole,
ci occupano sostanzialmente , ci compensano di altri beni smar-
riti , e formano talvolta 1' unica consolazione di quel tempo ,
poco invidiabile, in cui conviene abbandonare il mondo , per
non essere abbandonati da lui . A questa terza e melanconica
sragione della vita umana , dobbiamo di fatto i più sublimi
trattati sulle Arti, e metafisici (forse troppo) , dei Sulzer,
dei Winkelmann , dei Mengs , e di altri ; i quali nel mora-
lizzare su di esse ', nello sprillarne il gusto , sembrano aver5
emulato Vacutezza di Aristotele, quella di Pico , del Cardano,
di Scoto, o di consimili penetranti ingegni dell'età passate,
e presenti.
Si andava così riflettendo presso un'erudito Artista ( il
Sig. Colino Morisson ) al proposito di un moderno oltramon-
tano Scrittore , il quale in una sua operetta molto stimata,
«i è impegnato a provare , che la Critica sulle opere delle belle
Arti^ non è stata ridotta ad una forma regolare ; che gli stessi
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ROMA
SCULTURA.
Egli è parere di alcuni che 1? Amore 9 e le Ar ti belle, (, in-
clusi vamente la Musica ) debbano riputarsi due piaceri della
vita , egualmente capaci di farci sentire a preferenza degli al-
tri quel più di delizioso , che può V uomo provare su questa
Terra . Ma il primo fugge assai presto , e se non fugge ; nè
.avviene al dir di Ricciardetto , che
Amore el il Vajuol sono due mali,
the tristo è quel che gli ha fuor di stagione ec«
Delle Arti non può dirsi così : nel bollore del sangue servo-
no esse di un leggiero passatempo; si guardano alla sfuggita 9
ma si guardano e non dispiacciono : cominciano quindi a gu-
starsi , e a'l interessare ; e già nella virilità si osservano me-
glio , si apprezzano, vi si ragiona sopra, si criticano. Giunti
alfetà provetta , se le troviamo divenute un abitudine piacevole,
ci occupano sostanzialmente , ci compensano di altri beni smar-
riti , e formano talvolta 1' unica consolazione di quel tempo ,
poco invidiabile, in cui conviene abbandonare il mondo , per
non essere abbandonati da lui . A questa terza e melanconica
sragione della vita umana , dobbiamo di fatto i più sublimi
trattati sulle Arti, e metafisici (forse troppo) , dei Sulzer,
dei Winkelmann , dei Mengs , e di altri ; i quali nel mora-
lizzare su di esse ', nello sprillarne il gusto , sembrano aver5
emulato Vacutezza di Aristotele, quella di Pico , del Cardano,
di Scoto, o di consimili penetranti ingegni dell'età passate,
e presenti.
Si andava così riflettendo presso un'erudito Artista ( il
Sig. Colino Morisson ) al proposito di un moderno oltramon-
tano Scrittore , il quale in una sua operetta molto stimata,
«i è impegnato a provare , che la Critica sulle opere delle belle
Arti^ non è stata ridotta ad una forma regolare ; che gli stessi
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