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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Pais, Ettore: Le colonie militari dedotte in Italia dai triumviri e da Augusto ed il catalogo delle colonie italiane di Plinio
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0045

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- 34 -

Mommsen ai volumi quinto, nono e decimo del
Corpus Li-scriptionum Latinarum, cui piglia ad
imprestito non solo la dottrina, ma eziandio le
frasi e le parole istesse. ')

Il Professore Giulio Beloch, nel suo pregevole li-
bro intorno alla Lega italica sotto l'egemonia di
Roma, trattò brevemente la nostra questione ed
emise l'ipotesi che il catalogo delle colonie dato
da Plinio nel libro III § 49 sqq. della sua geografia,
cui egli conta in numero di quarantasei, siano pre-
cisamente le 18 colonie elei triumviri di cui parla
Appiano e le 28 colonie di Augusto alle quali questi
accenna nell'indice delle sue gesta. Tale ipotesi
è senza dubbio molto ingegnosa e degna di essere
presa in considerazione e si comprende come essa
sia potuta piacere e sia stata accolta e dallo Hirsch-
feld -) e dal Bormann: ») ma a me dopo averla esa-
minata, è sorta la persuasione che sia falsa ed in-
sostenibile.

Io penso che se è forse possibile rintracciare le 18
colonie dei triumviri, non si possa dire altrettanto
a proposito delle 28 di Augusto e credo che il mate-
riale di cui noi disponiamo, benché superiore in nu-
mero a quello di cui poteva disporre il Borghesi,
trent' anni fa, non sia ancora sufficiente per darci
la soluzione del problema ; non foss' altro perchè
nulla possiamo asserire nè prò nè contro alcune
delle città che aspirano ad essere colonie augustee
come Saena, Rusellae, Brixellum; nè vedo che sia
ingiustificato ciò che dice un uomo, cui oramai la
storia e le antichità romane hanno ben pochi se-
greti da rivelare, il quale dubita questo problema
possa mai venire risolto.4) Che se io ripiglio a
trattare anche questa questione, mi propongo non
tanto di condurla a termine quanto di stabilire a

q Per es. su Teanum cf. Hollander p. 23 e C. I. L. X,
p. 471 sq., su Bovianum p. 24 v. C. I. L. IX, p. 239, su
Clima p. 34 v. C. I. L. X, p. 350, su Firmimi p. 37 cf. C. I. L.
IX, p. 508 sq.

=0 Otto Hirschfield in Wiener Studien III, 1881, p. 258.

a) E. Bormann in C. I. L. XI, p. 133.

4) Mommsen ih Mommi. Ancyran. p. 83 sq. " Tota quae-
stio . . . haud scio an umquam certa ratione definiatur;
nani nec per testimonia libri coloniarum nec per Juliae et
Augustae agnomina coloniis attributa de auctore Au-
gusto satis liquere putaverim. „

3) P. es. v. Zumpt op. cit. II, p. 302.

°) Suet. Caes. 38 " Veteranis legionibus .... assignavit
et agros, sed non continuos ne quis possessorum expelle-
retur. „

7) V. le parole che Appiano beli. civ. 11, 94, mette in
bocca a Cesare istesso.
s) Cicer. ad famil. XIII. 8, 2 (709 u. c.) " quum Caesar

qua! punto essa si trovi e di rischiararla qua e là,
persuaso che la definitiva soluzione noi la dobbia-
mo attendere precipuamente e forse unicamente,
dalla scoperta di nuovo materiale epigrafico.

È noto che G-iulio Cesare non solo fece assegnare
il campo stellate e campano per effetto delle leggi
iuliae agraria e campana, (695 u. c. / 59 a. C.) ma •
che divenuto dittatore fece pure delle assegnazioni
di terre ai suoi veterani, dopo aver tentato di te-
nerli il più a lungo possibile sotto le armi. Gene-
ralmente, però, si pensa che egli non volle dedurre
delle colonie militari propriamente dette, ma che
solo sparse i suoi soldati qua e là nelle vecchie
colonie e nei municipi.3) Si cita a proposito un
passo di Svetonio,c) nel quale è detto che Cesare
cercò non turbare i primi possessori; nè mancano
luoghi di altri scrittori che rilevano la differenza
fra le colonie di Siila, che spogliò gli altri per ar-
ricchire i suoi, e le assegnazioni del mite Cesare,7)
che anzi Cicerone ci fa sapere che costui volle che
le distribuzioni di terre fatte da Siila avessero
valore legale, affinchè, come egli osserva malizio-
samente, serbassero maggiore carattere di legalità
anche le proprie.8) Ma se può ammettersi in tesi
generale Cesare aver cercato spostare il meno pos-
sibile i vecchi padroni di terre, non vedo si possa
inferirne e che non dedusse nessuna colonia e che
non rinforzò e rinnovò qualche altra già esistente
dandole il suo nome.

A parte infatti alcune notizie, dalle quali par-
rebbe che le lodi attribuite al divo Giulio deb-
bano essere un poco diminuite, non v' è ragione di
negare il suo valore ad un passo di Dione Cassio
il quale parla di colonie dedotte da Cesare in Italia
e nelle provincie. °) Ed era infatti naturale che un

Sullanas venditiones et assignationes ratas esse velit, quo
firmiores existimentur suae. „

o) Dio. Cass. XLIII 50. 3. (a. 709) dice di Cesare noXXàg
fj-èf yctQ xcd aXXag èv rr\ IxaXiu xcd e^io nóXsig, rag jxèv
àfioxodó/À^ae, rag cìè xcd èx xaivijg xaTearìjaaro. Già nel-
l'anno 707 u. C. aveva assegnate delle terre ai veterani
v. XLII, § 55. 1. Inoltre Cicerone Phil. IL 61, parlando
di ciò che fece M. Antonio nel suo ritorno in Italia dopo
la battaglia di Farsalo dice " Italiae rùrsus percursatio
eadem comite mima; in oppida militum crudelis et misera
deductio „ cf. Hyginus in Qrómatt Veter. ed Lachmann I,
p. 177. " divus Iulius, vir acerrimus et multarum gen-
" tium domitor .... milites ultra stipendia emerita deti-
" nuit, recusantes deinde veteranos dimisit, mox eosdem
" ipsos veniam commilitii rogantes recepit, et post aliquod
" bella parta iam pace deduxit ,. cf. Nic. Dam. fragm. 17;
per dare terre ai veterani Cesare si servì di beni pubblici
e di terre sacre v. Dio. Cass. XLIII. 47. 4.
 
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