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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0208

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- 197 -

Le tre lettere della seconda linea sono abba-
stanza chiare, specie dal calco. Segue traccia di
un' asta non molto visibile ma quasi certa al fine
della pietra. A destra non vedo nulla. La pietra è
un po' scheggiata e rovinata sotto le lettere Gfxs;
ma sotto le altre vóo è conservata e non mostra
tracce di scrittura. Nulla probabilmente precedeva
le tre lettere visibili.

Se non fosse troppo audace un tentativo di
restituzione di questo frammento antichissimo,
crederei ravvisare nella prima linea i resti di due
nomi propri di persona: un nominativo certamente
molto raro colla terminazione ... vóog l) ed un
genitivo incipiente con Mrjós ... ; -) nella seconda
un vix[ì](jag o vix[r}<fag àvé&qxev e nel tutto un'iscri-
zione dedicatoria.

Per un Mì'jdsioq o simile dalla radice fisà (pé-
óo/nai) anche le note regole sul vocalismo nell'an-

5.

10.

15.

20.

') Cfr. la frequento terminazione .. vóug specialmente nei
nomi beotici: 'Enuiiuvwvàag notissimo, AìaxQ«ii>tì«g (C. I.
Gr. 1599) 'IaQuivàug (Keil, Sylloge XLIX, p. 161) 'Joxwvfcg
(Aristoph. Vesp. 1191, 1383; Diog. Laert. VI, 85) e^aaióvifag
(Diod. XIII, 98) ecc. ; e la più rara . • vtìwv : MóvSmv (Keil,
Ibid. XIX, p. 85)

tica scrittura di Keos combinerebbero perfetta-
mente.

4*. Stela di marmo bianco mancante della parte
superiore ed alquanto consumata a destra ed a
sinistra. Fu trovata nella località detta " Q>qtaQ „
non lungi da Poiessa, acquistata dalla Società ar-
cheologica e posta nell'ipogeo del Museo centrale
in Atene.3) Alt. 0,44m. Largh. 0,42m. I tre de-
creti sono scolpiti da mani diverse e presentano sen-
sibili varietà di scrittura : lettere piuttosto grandi
(0,01m — 0,015m) e di forma poco accurata nel pri-
mo ; molto minute nelle due prime linee del secondo
e poco maggiori nelle altre (0,005m — 0,009m) ; me-
diocri nel terzo (0,009™ — 0,01m) ma non più re-
golari. Questo monumento fu pubblicato sotto il
n. 3011 dell' 'e<pt][i. 'Aqx- m una forma — eccezion
fatta pel terzo decreto — quasi irriconoscibile.

2) Cfr. il nomo Mijfàiog in una epigrafe cea di Iulis,
'E<p. 'Aqx- 3209.

3) Fu messa a mia disposizione insieme con poche altro
dalla gentilezza del signor P. Evstratiadis già Eforo ge-
nerale delle antichità al Ministero dell'Istruzione pub-
blica.

IH'iSIOIEINAI AEAYTQI . /\ I E YP E^O AIAF"
/'^OTI/w; . . YAHTAIP APATOYAHM . i . . .
H3E .MQNANArPA^AIAETO^H*^ . . TO
AEEI5STHAHNAIOINH..:,Al5TH5A . E . i c

EPONTOYAPOAAfìNO^TOAEANAAfì . .

/

/,\ O V I A I T O 1 1 T A M I A N

EAO£ENTEIBoYAEIKAlT"IAHMa|EPE!AHMAI ..(.) MAKPE|ONT°£HPAKA . (.)
TH£ANHPArAOO£EéTIPEPITOY£A + IKNOYMENOY£TnNP ./....
£INAIAYT°NPOAITHNP0IHS£l0NKAIAYT0NKAIEKro|s|OYS......

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ZA . Z . NTEIBOYAEIKAITV. lAHMftlEPEIAHPAY^ANI
A ;ANAPONIKOY . AKEAilNANHPArAOO^SÌN Al ATE
. EinEPITHNPOAINTHNPOIH^I^NEINAlAYTONn .
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. . rONOY^KAIEINAIAYTftlATAOONEYPESQAIPAP
. . SPOAEin^TH^POIH^^I^NOTIANBOY. HTA
. . AfPA . \ IAEE IS!TOI EPONTO YAPO A AfìN

Museo italiano di antichità classica. — Voi. I. Puut. II.

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