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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0226

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- 214 -

ammortizzati, sia per qualsivoglia altra ragione.
Forse tali fondi erano anche obbligati a pagare
una decima annua dei frutti al santuario. Ora, ei
pare esistesse una legge la quale imponeva ad
ogni proprietario che volesse alienare mediante
vendita tali terre l'obbligo di pagare ad Apollo un
diritto del decimo, eccezione fatta forse pel caso
in cui il proprietario subentrante si fosse addos-
sato volontariamente i carichi onde era gravato
il podere. Questa è la ragione del supplemento
xurà tòv vófiov da me dato nella terza linea del-
l'intestazione, che non è del resto assolutamente
necessario e poteva benissimo essere sottinteso.
Nelle singole formole di vendita l'unica ellissi un
po' violenta consiste nell'espressione della decima
versata. Il tipo completo della frase dovrebbe es-
sere a un di presso il seguente:

(B, lin. 4) (JJavayÓQCcq dnéòoxo tu {%wqia rà) [sy]

KÓtcqoì : {dqa^fxdàv) H ---' mv tÒ tni-

ótxarov àntTsidE (0 èld^o^isv) : AP - - .

Alla lin. 9 termina insieme col primo articolo
della colonna B la lista di un periodo di queste
contribuzioni chiudendosi colla somma elei danari
riscossi. Anche qui la restituzione del testo è sca-
brosa. Le espressioni delle somme in via ordinaria
sono Gvj.mccv xeydXcaov, hjnfiavog xscpdXaiov, ecc.
od il solo xeyàlaiov con un genitivo collettivo delle
parti che lo costituiscono p. es. tóxov, viftfjg, xrX.
Qui potrebbe aspettarsi il gen. imdsxdTov, ma pare
invece che la qualificazione sia resa in un modo
più complesso. Il frammento rafiia— che non
può spettare se non ad un caso del sostantivo
%af.uaq, ma non può essere genitivo plurale, mi
conduce al supplemento KecpdXmov tcòv rap.(a[(nv

sÌGTtQccx&bvtwv] | d-so^sviccxwv, à(JxhjTtiaxw[v '.----.l)

Questa forma dativa del plurale di %a\.ùag ricorre
anche in iscrizioni attiche e non ha nulla di strano.
Il piccolo avanzo di lettera salvato alla fine della

») Qui la lacuna si può considerare come colmata an-
che con un numero di lettere inferiore a 20, i caratteri di
questo rigo essendo, come si vede dal disegno, più grandi
e disposti più largamente. Il tratto orizzontale sotto le
primo lettere di KeyaXcaov è vergato, a mio avviso, uni-
camente per aggiungere evidenza alla parola, non per di-
videre questa linea dalla seguente, nel qual caso non
troverei facilmente da che far dipendere il genitivo &eo-

linea 8 può ben essere se non erro, parte del ver-
tice inferiore di

Nuovo è l'aggettivo S-eol-eviaxóg della lin. 10;
àcrxkrjmaxóg è già noto, ma raro. Ad un idiotismo
della lingua di Keos che dicesse Oeol-eviaxd per
Qso^évia od 'AffxX^maxd per ^AGxhpzCsia non pos-
siamo pensare, giacché in questo caso dovremmo
aspettarci anche Jiovvaiaxd per Jiovvaia, mentre
le iscrizioni cee dell' 'Ey. 'Aq%. già citate nel com-
mento al n. 1 ci danno per tali feste questa forma,
non quella.

Il suffisso -xóg nella formazione di aggettivi da
temi nominali indica, come è noto, relazione, spet-
tanza, onde messo in connessione di dipendenza
colla parola xscpdXaiov non può valere se non per
determinare quelli fra i fondi sacri che sono parti-
colarmente destinati alle feste Theoxenie ed Askle-
piee, come Chi dicesse KeydXcuov D-eoZisvicexùv (xaì)
dffxh]maxcÒv xQ^j^drav. Di qui ho preso le mosse
per supplire " sìg %d Qso^évia ,, il frammento alle
lin. 2-3 dell'intestazione.

Le linee 11-12 poste fra due erasioni conten-
gono il prodotto di due altre vendite avvenute,
come pare, dopo la chiusura dell'articolo supe-
riore ed aggiunte di poi.

Che cosa fosse scritto negli spazii eràsi non si
può dire. Certamente tutte queste cancellature ri-
petute in più luoghi della facciata non devono
essere senza significato, non essendo probabile che
abbiano origine da errori dello scalpellino incorreg-
gibili e per questo eliminati. Per alcune di quelle
segnate nella metà inferiore ed in parte riempite
di nuovo si potrebbe tentare qualche spiegazione
accettabile,2) ma lo stato attuale del monumento
tenendoci sospesi in molte particolarità di questo
testo, preferisco non pronunziare un giudizio a
tale riguardo.

Alla linea 14 comincia il secondo paragrafo della
colonna B. È questa una nota delle somme pre-
state dal tempio alla città sotto la reggenza di
sette arconti, cioè in uno spazio non minore di

5) Alla lin. 31 p. es. lo scalpellino pare avesse scritto
o il solo nome d'una donna o quello del suo rappresen-
tante [xvgiog) aggiungendo la designazione della località
venduta e la decima deposta. Reso accorto dell'errore
avrebbe cancellato il nome proprio per inscrivere nel posto
della rasura l'uno e l'altro dei due e — il primo special-
mente — con lettere molto piccole per entrarvi:

Sevoqxh'iij [xaì

'Joiaio[x'f.\i]i tà [èi> - - ecc.
 
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