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giunte a ciascun verso, tutte esigue come abbiamo errore di copia. ») Da un calcolo fatto sulle lacune
osservato, indicano senza dubbio YimdéxccTov pa- della facciata C nel registro delle corone ho tro-
gato alla cassa del tempio sulle somme riscosse dalle vato che la cifra media delle lettere perdute per
vendite. Alla fine di uno di questi articoli, col. B, ogni linea — dove le scritture sono di ordinaria
lin. 8 e 9, dove è notato l'ammontare di un pe- grandezza — non è inferiore a diciotto o venti,
riodo di tali contribuzioni troviamo la parola Ke<pd- può però essere alquanto maggiore. Nell'intesta-
Xaiov in una particolare connessione coi nomi di zione in discorso si verifica certamente il caso
certe feste Theoxenie ed Asklepiee. Questo mi fa d'una lacuna delle più capaci, giacche il numero
pensare che le decime in questione fossero desti- delle lettere copiate è minore d'assai di quello
nate ad uno scopo determinato in tali feste, forse che incontriamo nelle prime linee della stessa co-
a sostenere le spese dei conviti, delle pompe, dei lonna (B) nel nostro frammento. Dopo queste os-
sacrifizi o d'altro, onde sarei disposto a vedere seriazioni proporrei il seguente supplemento che
nel frammento ZENI Al nella terza riga dell'in- può essere ancora incompleto, ma quanto al senso,
testazione la parola [0eo]\j-évia eliminando 1' I come a mio credere, non molto lontano dal vero:
QeoC . [Tv%rj 'Aya&ij? -)
Olà e anéòovto rà [%u)qìcc ÙTCoxtiaavxec, elg rà Qso-
2-t'viu (i del.) rà £TtiòéxccT[ov (SC. rfjg Tififjg) xavà ròv vóf.iov
Per l'espressione relativa alle feste Asklepiee Bizantii sulle operazioni di vendita non fu che una
che nei due luoghi in cui ricorre (B, lin. 9 e 25) misura eccezionale presa in circostanze di estrema
segue immediatamente la prima, non trovo luogo necessità e tale che si può considerare come un fatto
nel titolo di questa lista, giacche fra la parola isolato nella storia del diritto per gli stati greci.
[@eó\l£évia e tò smósxariov non è alcun vacuo ned Ma questi due ultimi casi spettano propriamente
è presumibile che tale espressione precedesse, se' ad imposte di compera pagate sopra il prezzo di
pur v'era posto, nella lin. 2. Ciò costituisce una vendita dallo stesso acquirente e non sono per più
difficoltà per la soluzione della quale occorrerebbe ragioni applicabili al nostro. D'altra parte tutti gli
avere la parte mancante dell'iscrizione. esempi relativi a riscossioni di decime su proprietà
Non minore imbarazzo ci offre, sotto un altro o rendite hanno per fondamento un diritto — per
rispetto, la tassa di un decimo imposta sulle ven- qualsiasi modo acquisito — delle persone o degli
dite. In Atene in casi non molto diversi, voglio enti morali che riscuotono sui beni soggetti a tale
dire nell'alienazione di beni appartenuti a comu- tassa.5) Questo è specialmente il caso delle ànaqxcà
nità o sodalizii, il tesoro del tempio non riscuoteva ricavate dai templi.6)
che l'uno per cento del ricavato, come ci mostrano II modo più ovvio di spiegare l'apparente esor-
le tavole delle centesime conservateci nelle iscri- bitanza offertaci dal caso nostro credo sia ap-
zioni attiche n.1 784, 788 del C. I. Att. voi. II,3) punto l'ammettere che i fondi venduti fossero
nò molto maggiore era la parte devoluta al pub- terreni sui quali il tempio di Karthea aveva acqui-
blico erario {sTtmvia) nelle vendite di beni confi- stato — probabilmente ab antico — dei diritti, sia
scati dallo stato.4) La decima di cui fa menzione per offerte o consacrazioni di devoti, sia anche per
Aristotele (Oecon. II, 2, 3) imposta una volta dai prestiti fatti dal tesoro sacro e non completamente
*) Errori di questo genere l'iscriz. del C. I. Gr. ne pre-
senta evidentemente più d'uno.
2) Tanto il Bròndsted come il Boeckh che ebbe sott'oc-
chio anche la copia del " Aóyiag rEQ/xijg „ segnano una la-
cuna dopo @soL. La formola Tv%ij 'jya&ij che non è del
tutto propria a simili documenti si riscontra però con
poca diversità in una tavola degli opistati ateniesi delle
opere pubbliche, C. I. Att. I, 298 : ©eoi \ 'Jd-yvcda \ Tv/y.
s) A qual tempio spettassero queste centesime non si
sa; non pare però che fossero riscosse dal pubblico erario.
Cfr. le osservazioni del Koohler all' 1.784 del CI. Att. voi. II.
*) L'uno per cento (con qualche varietà pelle frazioni)
nel V° secolo, il 2 per cento nel IV0. Cfr. C. I. Att. I,
274-282 o II, 777 e sg.
5) Cfr. Boeckh, Staatsh. ti, Ath. I, 443-445.
e) Cfr. il noto luogo di Callimaco, Hymn. in Del.218-219:
diXé roi (ìftcpiereTs óexcaycpÓQoi alèv ànciQX^
néfxnovrui
e le note relative dello Spanheim; e Corsini Not. Graec.
Diss. VI, CXVI.
Museo italiano di antichità classica. — Voi. I. Funt. II,
giunte a ciascun verso, tutte esigue come abbiamo errore di copia. ») Da un calcolo fatto sulle lacune
osservato, indicano senza dubbio YimdéxccTov pa- della facciata C nel registro delle corone ho tro-
gato alla cassa del tempio sulle somme riscosse dalle vato che la cifra media delle lettere perdute per
vendite. Alla fine di uno di questi articoli, col. B, ogni linea — dove le scritture sono di ordinaria
lin. 8 e 9, dove è notato l'ammontare di un pe- grandezza — non è inferiore a diciotto o venti,
riodo di tali contribuzioni troviamo la parola Ke<pd- può però essere alquanto maggiore. Nell'intesta-
Xaiov in una particolare connessione coi nomi di zione in discorso si verifica certamente il caso
certe feste Theoxenie ed Asklepiee. Questo mi fa d'una lacuna delle più capaci, giacche il numero
pensare che le decime in questione fossero desti- delle lettere copiate è minore d'assai di quello
nate ad uno scopo determinato in tali feste, forse che incontriamo nelle prime linee della stessa co-
a sostenere le spese dei conviti, delle pompe, dei lonna (B) nel nostro frammento. Dopo queste os-
sacrifizi o d'altro, onde sarei disposto a vedere seriazioni proporrei il seguente supplemento che
nel frammento ZENI Al nella terza riga dell'in- può essere ancora incompleto, ma quanto al senso,
testazione la parola [0eo]\j-évia eliminando 1' I come a mio credere, non molto lontano dal vero:
QeoC . [Tv%rj 'Aya&ij? -)
Olà e anéòovto rà [%u)qìcc ÙTCoxtiaavxec, elg rà Qso-
2-t'viu (i del.) rà £TtiòéxccT[ov (SC. rfjg Tififjg) xavà ròv vóf.iov
Per l'espressione relativa alle feste Asklepiee Bizantii sulle operazioni di vendita non fu che una
che nei due luoghi in cui ricorre (B, lin. 9 e 25) misura eccezionale presa in circostanze di estrema
segue immediatamente la prima, non trovo luogo necessità e tale che si può considerare come un fatto
nel titolo di questa lista, giacche fra la parola isolato nella storia del diritto per gli stati greci.
[@eó\l£évia e tò smósxariov non è alcun vacuo ned Ma questi due ultimi casi spettano propriamente
è presumibile che tale espressione precedesse, se' ad imposte di compera pagate sopra il prezzo di
pur v'era posto, nella lin. 2. Ciò costituisce una vendita dallo stesso acquirente e non sono per più
difficoltà per la soluzione della quale occorrerebbe ragioni applicabili al nostro. D'altra parte tutti gli
avere la parte mancante dell'iscrizione. esempi relativi a riscossioni di decime su proprietà
Non minore imbarazzo ci offre, sotto un altro o rendite hanno per fondamento un diritto — per
rispetto, la tassa di un decimo imposta sulle ven- qualsiasi modo acquisito — delle persone o degli
dite. In Atene in casi non molto diversi, voglio enti morali che riscuotono sui beni soggetti a tale
dire nell'alienazione di beni appartenuti a comu- tassa.5) Questo è specialmente il caso delle ànaqxcà
nità o sodalizii, il tesoro del tempio non riscuoteva ricavate dai templi.6)
che l'uno per cento del ricavato, come ci mostrano II modo più ovvio di spiegare l'apparente esor-
le tavole delle centesime conservateci nelle iscri- bitanza offertaci dal caso nostro credo sia ap-
zioni attiche n.1 784, 788 del C. I. Att. voi. II,3) punto l'ammettere che i fondi venduti fossero
nò molto maggiore era la parte devoluta al pub- terreni sui quali il tempio di Karthea aveva acqui-
blico erario {sTtmvia) nelle vendite di beni confi- stato — probabilmente ab antico — dei diritti, sia
scati dallo stato.4) La decima di cui fa menzione per offerte o consacrazioni di devoti, sia anche per
Aristotele (Oecon. II, 2, 3) imposta una volta dai prestiti fatti dal tesoro sacro e non completamente
*) Errori di questo genere l'iscriz. del C. I. Gr. ne pre-
senta evidentemente più d'uno.
2) Tanto il Bròndsted come il Boeckh che ebbe sott'oc-
chio anche la copia del " Aóyiag rEQ/xijg „ segnano una la-
cuna dopo @soL. La formola Tv%ij 'jya&ij che non è del
tutto propria a simili documenti si riscontra però con
poca diversità in una tavola degli opistati ateniesi delle
opere pubbliche, C. I. Att. I, 298 : ©eoi \ 'Jd-yvcda \ Tv/y.
s) A qual tempio spettassero queste centesime non si
sa; non pare però che fossero riscosse dal pubblico erario.
Cfr. le osservazioni del Koohler all' 1.784 del CI. Att. voi. II.
*) L'uno per cento (con qualche varietà pelle frazioni)
nel V° secolo, il 2 per cento nel IV0. Cfr. C. I. Att. I,
274-282 o II, 777 e sg.
5) Cfr. Boeckh, Staatsh. ti, Ath. I, 443-445.
e) Cfr. il noto luogo di Callimaco, Hymn. in Del.218-219:
diXé roi (ìftcpiereTs óexcaycpÓQoi alèv ànciQX^
néfxnovrui
e le note relative dello Spanheim; e Corsini Not. Graec.
Diss. VI, CXVI.
Museo italiano di antichità classica. — Voi. I. Funt. II,