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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Halbherr, Federico: Iscrizioni di Keos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0224
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- 212 -

rendita — pagate alla cassa del tempio dai colti-
vatori dei descritti terreni. Anzi chi pensi che a
Poiessa, quantunque in tempo molto anteriore, *)
si affittava un campo piantato con divóqa r^?«
ed una casa per 30 dramme, e che il territorio di
Karthea ai limiti della " lisxQovaaa „ non è più
adatto a coltura di quello di Poiessa, potrebbe
conchiudere che le somme in discorso non sieno
se non gli affìtti delle terre appartenute al santua-
rio divise forse in piccoli lotti e date in locazione
temporanea o perpetua (enfiteusi) a particolari col-
tivatori. L'espressione stessa si presterebbe senza
violenza all'una ed all'altra di queste due spie-
gazioni, giacché in una lista dove la medesima
formola deve ripetersi continuamente troviamo
molto naturale che il modo ellittico (DavayÓQag xà
iy KónQM : AP, ecc. fosse posto invece della frase
completa e più lunga: Q>avayóoaq xà ex xwv xwQimv
xwv iy KÓTrQy : AP. Però non è così. Non tardai
ad accorgermi che noi possediamo da gran tempo,
quantunque in istato deplorevolmente mutilo e
frammentario, la parte superiore di questa stela ;
la quale per una fortunata combinazione contiene
il principio dell'epigrafe ed un brano dell'intesta-
zione bastante per farci conoscere più o men da
vicino il vero significato di queste somme.

Chi legge l'iscrizione in tre faccie n.1 2361 —
2362 - 2363 del C. I. Gr. rinvenuta " inter ru-
dero, templi Apollinis Carthaeae „ troverà una co-
lonna minore (2363) contenente una lista di co-
rone del peso di cento dramme offerte da coregi,
strategi ed arconti; una facciata maggiore (2361)
col titolo incompleto di un capitolo ed il principio
d'un catalogo frammentario di nomi aventi allato
l'articolo xà in tre luoghi [lin. (4), 5, (6)] e la pre-
posizione iv in due [lin. 4 e 6]; più un'altra fac-
cia principale con ripetute terminazioni di dativi
in Sì\ seguiti da cifre.2) Il Bròndsted nel suo libro
su Keos alla Tav. XXIV ne dà il disegno coi suoi
contorni e da esso si vede come le tre superfici
inscritte non costituiscano che la parte'superiore
d'una stela della stessa forma della nostra e man-

») V. l'iscr. n. 1.

2) La copia disgraziatamente pare molto imperfetta e,
per quanto riguarda le cifre, inservibile, a mio credere;
basta osservare l'esempio della lin. 5 (2362) che dà nel
segno 50 ripetuto due volte F F un' espressione nume-
rica impossibile. Sembra nullameno che il 100 (H) sia
certo o probabile in alcuni luoghi.

3) Destra relativamente alla faccia in discorso B, sini-
stra relativamente all'altra C.

cante della stessa faccia laterale destra. ») Infine
la larghezza della colonna laterale rimasta, che
essendo pochissimo o punto frammentata ai mar-
gini determina anche lo spessore della stela, com-
bina a capello con quella della nostra (A), equiva-
lendo esattamente la misura di 6 pollici renani data
dal Boeckh a 16 centimetri. Anche la larghezza
delle facce principali è in perfetta corrispondenza,
poiché il divario di qualche centimetro che si ve-
rifica tra i due frammenti è dovuto evidentemente
all'ineguaglianza della rottura nei margini.*)

L'intitolazione di questa lista, secondo il testo
del C. I. Gr. fondato sul disegno del Bròndsted e
corretto in qualche punto sulla copia data dal
" Aóyioq lEQ;.irtq (1819, p. 53) „ è la seguente:

©EOI.................

OIAEAPEAONTOTA.....

ZENI AITOEni AEKAT.....

Il Boeckh colle copie mutile ed imperfette che
aveva sott'occhio non potè naturalmente tentare
alcuna restituzione nè determinare la natura del
monumento : soltanto s'accorse dover trattarsi di
vendite e di decime pagate al tempio nel quale
era posta l'epigrafe. Poche lettere di più ripro-
dotte dai primi che videro la lapide sarebbero forse
bastate per metterci in grado di dare completo
ed esatto il supplemento di questa rubrica, ma
cogli scarsi avanzi di cui disponiamo, anche dopo
scoperta la parte inferiore del marmo e trovatone
il contenuto, la ricostituzione di essa non può es-
sere che congetturale ed imperfetta.

La frase conservataci nella seconda riga " Ol'ót

àns'óovxo xà----„ riassume, se non erro, tutte le

espressioni ripetute collo stesso tipo nel corso della
lista, le quali espressioni vediamo ora essere un
po' meno ellittiche di quel che sembravano da prin-
cipio. Il xà che ricorre in ognuna con un nome di
luogo non è che un accusativo oggetto di ànéóovxo;
i nomi propri di persone sono il soggetto dello stesso
verbo rappresentato nel titolo da otós; le cifre ag-

») Il C. I. Gr. dà come misura di larghezza 10 pollici
e 9/io equivalenti a 0,28m; la mia misura pel margine su-
periore della faccia inscritta C è 0,22m, ma, come mostra
il disogno, la lapido in quel punto ha una frattura rien-
trante. — Nelle mio ricerche in Karthea non ho potuto
trovare questo primo frammento. Le rovine del tempio
sono in uno stato del tutto deplorevole: il gran muro
della terrazza sfasciato in un punto ò parte caduto, parte
in procinto di cadere, insieme con molti marmi, nel mare.
 
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