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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Iscrizioni arcaiche di Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0271

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COMMENTO

Nel dare la lezione del testo ho cercato, per la
parte ortografica, di rappresentarne le condizioni
quanto più fedelmente potessi senza nuocere alla
maggior evidenza del significato; perciò non ho
creduto necessario restituire la consonante doppia
nei numerosi casi dov' essa è rappresentata da una
semplice, sia originariamente doppia, sia prove-
niente da assimilazione. Nè su questo fatto del-
l'assimilazione, non nuovo e particolarmente co-
mune fra i cretesi, mi tratterrò qui a parlare;
noterò solo che fra le epigrafi cretesi oggi cono-
sciute quella che nell'estensione di tale uso più
si avvicina alla nostra è quella (molto meno an-
tica) che fu già trovata a Venezia e pubblicata
dal Bergmann {De inscriptione cretensi medita qua
continetur foedus a Gortyniis et Hierapytniis cum
Priansiis factum, Brandenburg (Gymn.Progr.) 1861)
e che sarà da me ripubblicata in questo Museo.

Col. I. Tutte le disposizioni contenute nella prima
colonna si riferiscono alle liti aventi per soggetto
diritti su persone, schiavi o liberi. .Per questi ul-
timi si deve intendere non soltanto i servi liberi
(cfr. Wallon, Hist. de l'esclavage dans l'antiquité, I,
pag. 141 sgg.) ma anche quei cittadini che, liberi
di nascita e di stato, per insolvibilità appartenes-
sero ad alcuno, com'è il caso p. es. a col. VI,
48 sgg. od anche fosser soggetti a sequestro come
a col. IX, 40 sg.

Si comincia (1. 1-12) dall'escludere il diritto di
presa preventiva non solo pel libero, ma anche
per lo schiavo. Non così, per quest'ultimo, in
Atene (Ved. Meier e Schòmann, d. Att. Process,
p. 395 sgg.). Quanto ai liberi, c'è da notare che
non si fa alcuna eccezione per gli stranieri; cfr.
Kirchhoff in Philologus, XIII, p. 3 sg. — Non trovo
parola italiana che esprima esattamente il signifi-
cato di aysv che si dice di persone e di cose ed
esprime qui presa, cattura, sequestro, pignora-

zione, ma come atto privato e senza intervento
dell'autorità. Traduco sequestrare, ma il lettore è
avvertito del senso in cui questa voce va intesa.

1. 1 àvmpcokév ved. la nota a 1. 14.

1. 5 Xaydaai, verbo noto in varie forme, Xayyd^o),
Xayd^w, Xayys'co ecc. ; qui è Xaydw ; pel significato
in cui è qui usato abbiamo gli esempi: ITesych.
Xaydaam, dysìvai e l'Antiatticista di Bekker
(p. 103) Xayyd^si, ccvrì tov èvót'ócoGiv. 'Avxiipàvrfi

1. 8 dccQxvdv qui e altrove sempre così. Varietà
nuova della forma óuQXfid registrata inHesychio
e ritrovata in epigrafi di Tegea e dell'Elide.

1. 12 dvvi'oiTO = dgreoiro.

1. 13 dnoTiwvioi = dnoifU)véoi\ questo verbo è co-
stantemente adoperato qui parlando dei testi-
moni. Hwvév = (poavslv è più volte adoperato in
senso di dire e asserire. Tiene questo verbo nel
dialetto il posto del comune g>tjfii ed anche il
composto non si discosta nel suo uso gran fatto
da uno dei significati propri eli dnóyrjiii.

ib. fxahvg = huqtvq, una delle più curiose no-
vità che ci presenti questa epigrafe in fatto di
lingua; frequente e sempre così in tutto il te-
sto; fatto fonetico tanto più notevole che ha
luogo esclusivamente per questa parola e non
si effettua in altri vocaboli ove si potrebbe
aspettarlo, come xdqtoi;, xaqzsQÒq ecc. Si può
definirlo un allungamento in dittongo dell' « to-
nico in seguito alla soppressione del q nella sil-
laba seguente dinanzi alla dentale ; poiché il q è
certamente soppresso e non assimilato, avendosi
costantemente fiaitvg e non mai fiaCtrvg. In cre-
tese un processo analogo -si può ravvisare nel
noto nqetyvq = hq8<j§vq, avendosi il passaggio
TtQéa^vg, TtQéùyvg nqetyvg. Un fatto simile si può
ravvisare neWaUtov per dXXwv della iscrizione
d'Idalion e neh"uìXótqottov dXXoiótQonov di He-
sychio; cfr. G. Meier, Gr. Gr. 107.
 
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