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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Iscrizioni arcaiche di Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0295

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- 283 -

le solite divisioni in stateri, dramme, oboli. Ma al-
tri fatti dissuadono poi dal troppo abbassare l'altro
limite.

Abbiamo rilevato dal testo della grande epi-
grafe che a quel tempo usavasi ancora a Creta
scrivere su pelli (ved. la nota a col. IX, 26). Ciò
ci conduce appunto al periodo a cui riferiamo
l'epigrafe. Questa usanza, se guardiamo al pro-
verbio 'Entf.uvideiov dsQ/xcc, non era ancora estinta
a Creta sul principio del 6° secolo ; ma certamente
era presso ad esserlo, poiché i Cretesi erano per
la posizione della loro isola e per le loro mercature
in grado di profittare fra i primi del commercio
a metà del 7° secolo già apertosi coli'Egitto e di
servirsi del papiro. In ogni caso, il trovar viva
quest'usanza sta ben d'accordo con tutti gli altri
segni di considerevole antichità che presenta l'epi-
grafe. Fra questi va notato anche lo stile e il
linguaggio, non solo semplice e disadorno, ma
stentato e in più luoghi monco per una brevilo-
quenza strana che produce oscurità. Ben si vede
che il comporre e lo scrivere in prosa è un fatto
nuovo di cui non si è ancora esperti ; dopo lo stu-
dio di questo che ormai è per noi il più antico
saggio di prosa greca conosciuto, chi apra Omero,
Esiodo od anche i residui della poesia di Solone
proverà una impressione indescrivibile e ricreante
di finezza, di luminosità e di armonia. Non molto
dissimile dovett'essere nella sua forma originale la
prosa di Solone che ai tempi di Lysia figurava già
come arcaica ed anche per alcun lato oscura quali
certamente allora, come neppur oggi, non appari-
vano i suoi carmi elegiaci.

Che questa sia la prima legge scritta a Gortyna
apparisce chiaro dal contesto. Mai in questo non
si allude ad una legge scritta anteriormente che si
richiami o si abroghi, quantunque vi sarebbe occa-
sione a farlo nei parecchi luoghi ove si contempla
il caso di fatti anteriori alla legge presente. Ed

è questo dello scriver leggi un fatto talmente in-
cipiente allora che neppur si vede essere ancora
stato determinato dall'uso uno special vocabolo
per indicarlo. È noto che l'uso della parola vófiog
nel significato di legge non comincia che dopo So-
lone. Solone stesso, come, poco prima, Dracone,
dovette adoperare la parola ^sa^ióg. Qui a Gor-
tyna troviamo che non si adopera nè vó^og, nè
d-safióq, nè alcun altro vocabolo particolare, ma la
legge è sempre indicata colla semplice espressione
ràde tà yqà\ifiaxa.

Tanto la grande quanto la minore iscrizione (che
può bene far parte di un testo non meno esteso
dell'altro) risultano, a mio credere, da uno stesso
impulso e da una stessa opera legislativa, e mi
par difficile troppo supporre che fra l'una e l'altra
v' abbia ad essere un grande intervallo. I caratteri
sono i medesimi e dal trovarsi l'H nella minore gran
cosa non si può inferire, come neppur dalla for-
ma H piuttostochè B. Questo segno che in am-
bedue quelle forme è pur fenicio e che in ambedue
quelle forme si ritrova a Creta, presenta singolari
incertezze e ineguaglianze nell'uso suo più antico,
e ciò anche nei paesi jonici (cfr. le pag. 194, 201,
227 di questo Museo) talché s'intenderebbe come
in quell'epoche alcuni trovassero più semplice e
speditivo non servirsene, mentre altri se ne ser-
vivano. Comunque sia, certo è che il suo uso,
così a Creta come a Thera e a Melos dovett'es-
sere tanto antico che le due iscrizioni, apparte-
nenti ambedue all'epoca sopra designata, se dif-
feriscono fra di loro, ciò non può essere che per
un intervallo relativamente piccolo.

Firenze, marzo 1885.

D. COMPARETTI.

Avvertenza. — Ho fatto quanto più ho potuto per ista-
biliro la lezione del testo e renderlo intelligibile. Nel tra-
scriverlo ho badato a ciò principalmente ed ho, con poche
eccezioni, restituito 1'»; e l'a»; la parte che ho meno cu-
rata è quella dell'accentuazione secondo le norme del
dorismo che sono invero assai incompletamente note ed
anche discutibili nella loro applicazione a questo antico
dialetto cretese di un dorismo tutt' altro che puro. Di ciò

si accorgerà il lettore notando qua e là qualche inegua-
glianza o segno di esitanza; e vorrei esserne scusato, come
degli errori tipografici che potessero esser passati inav-
vertiti. Il soggetto dell'accentuazione nei dialetti merita
ormai un nuovo studio, che però era certamente la parte
meno urgente per chi voleva affrettarsi a dare a luce un
trovato di così alta importanza che probabilmente eser-
citerà molto dotte penne.
 
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