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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0311

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- 299 -

e, in corrispondenza, la posizione e il taglio del-
l'occhio, il quale sul coperchio di bucchero è reso
una volta a semplice graffito, un'altra volta mo-
dellato allo stecco e contornato dalle palpebre come
nelle maschere di bronzo (cfr.ilnostro disegno). Nella
testa cineraria l'occhio è pur fatto a sgraffio, limi-
tato superiormente dal solco delle arcate sopra-
ciliari ed inferiormente da un semicerchio graffito.
Di più è indicata la cornea con un cerchietto graffito
e la pupilla con un trattino verticale. La chioma poi
è nelle due teste acconciata a ciocche prolisse tutte
legate regolarmente all'altezza dell'orecchio, e ta-
gliate con pari regolarità poco sopra la linea traver-
sale delle spalle. Le due linee orizzontali che sepa-
rano in due parti la massa dei capelli devono appunto
riferirsi alla legatura artificiale delle ciocche.l)

La notata analogia esteriore delle due teste può
avere anche un senso più profondo, e corrispondere
ad un concetto religioso. Posso fin d'ora affer-
mare, senza tema di esser colto in fallo, che nella
testa che decora il coperchio di bucchero è rappre-
sentato il supremo Dio infernale degli Etruschi
(Manto, Mimrun),2) e non credo improbabile che il
concetto della divinità tutelare del regno dei morti
sia impresso e compenetrato anche nella testa in
tufo, nella quale vedrei propriamente l'immagine
del defunto posta sotto la protezione diretta di quel
Dio. Questa compenetrazione terrebbe ad un senso
del tutto religioso, ed avrebbe il medesimo signifi-
cato della rappresentanza delle deità infernali sulle
stele arcaiche di Sparta.3) Ma ciò sarà da me spie-
gato meglio a proposito di alcune statue sepolcrali,
anzi cinerarie, dove questa fusione di concetti è
avvenuta in forma più chiara ed evidente. Intanto
m'importa di rilevare piuttosto il rapporto formale
esistente fra le due teste, che la supposta relazione
religiosa. Imperocché chi bene esamini la testa in
tufo da noi pubblicata, facilmente si persuade di
avere in essa un vero ritratto, tanto è spiccato il

») La legatura delle ciocche poteva esser operata me-
diante tante piccole spirali metalliche cfr. Helbig. Bull.
Ist. 1874, p. 62; Ueber die goldenen Gicaden d. alten Athe-
neri?) nel Voi. pubblicato in onore di Mommsen; Sopra
il trattamento della capellatura e della barba all'epoca
omerica nelle Mem. dei Lincei, V; p. 5 dell'estr.; e il bel
capitolo sul cosmetico nel suo nuovissimo libro Das Hom.
Epos, p. 162 sgg. Contro l'opinione troppo esclusiva di
Helbig v. più oltre p. 309.

s) Una rappresentanza più completa dello stesso dio
veggasi in Micali (Storia XXI, n. 2); qui però è privo del
mitico berretto, la "JiM xwérj. (Cfr. Preller, Gr. Myth. I,
p. 655 sg.).

realismo con cui, in modo un po' goffo, sono trat-
tati i lineamenti del volto, in opposizione con la
testa sul coperchio di bucchero, nella quale invece
spiccano alcune caratteristiche dovute all'influenza
stilistica. Nella testa in tufo la faccia fa veramente
l'effetto di una maschera sepolcrale applicata sopra
un blocco di pietra; e crediamo che l'effetto che
poteva fare la maschera di terracotta tav. X, n. 3,
attaccata al relativo ossario, fosse presso a poco
quello della testa cineraria in tufo. Così le orecchie
fatte schematiche a taglio piatto ed ellittico si di-
staccano poste in linea parallela alla faccia, come
nella maschera B e nelle maschere di Micene, e sono
rialzate dalle ciocche dei capelli orizzontalmente,
come in alcuni monumenti arcaici di Olimpia *) e
Beozia. 5) In questi monumenti greci l'orecchio
benché piantato in modo simile e fatto similmente
a schema ellittico in forma di pelta,6) ha però le
estremità simmetricamente arricciate senza indica-
zione della conca, precisamente come nella principal
maschera di Micene, mentre nelle altre maschere
(cfr. in particolare Schliemann, Mykenae n. 331)
l'orecchio tien la forma più semplice, propria della
testa cineraria. Vedremo neh' esame dei vasi a te-
sta umana come anche in Etruria l'orecchio a poco
per volta assuma la forma a elice, e come presto
siasi anzi stilizzato in questa forma schematica.

E per cominciare ormai lo studio dei detti vasi,
noi li divideremo in tre gruppi o categorie, com-
prendendo nella prima quelli che si collegano
più strettamente alle maschere cinerarie;
nella seconda, quelli arcaici a testa umana;
e nella terza, quelli di arte più libera.

I vasi-canopi dell' ultimo gruppo, secondo le in-
dagini da me istituite e le concordi informazioni
avute dagli scavatori chiusini Oreste Mignoni e
Santi Foscoli, si rinvengono tanto nelle tombe a
ziro quanto in tombe- a camera, frammisti a sche-
letri,7) laddove quelli del secondo e primo, esclusi-

3) Mittheil. d. athen. Inst, II, 301 sgg. taf. 20 e 24,
cfr. Overbeck, Gesch. d. G.. Plastik 3, I, p. 85, flg. 7 a e b.

4) Ausgrab. zu Olympia IV, T. 15.

») Stele di Dermis e Kitylos di Tanagra nelle Mittheil.
d. athen. Inst. Ili, p. 309 sgg. taf. 14.

e) Cosi è fatto l'orecchio anche nella testa di Meligù edita
dal Brunn, Mittheil. d. athen. Inst. 1882, p. 112 sgg. taf. VI.

7) L'asserzione degli scavatori di Chiusi è confermata
dall'asserzione di un vecchio scavatore di Cere, il quale
mi diceva d'aver trovato anche lui dei vasi cinerari a
testa umana in qualche tomba a camera. La testa di
canopo della Gliptoteca di Monaco certo appartiene al
tempo delle tombe a camera e proviene da Cere (cfr. Brunn,
 
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