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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0331

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- 319 -

q) Tav. XI, 5. oltre la vignetta xilografica nel
testo. — Ossuario di bucchero nero, fine e luci-
dissimo ; soltanto l'anima interna trae al cinereo.
Alt. 0,70 di cui 0,19 riferentesi alla testa; circonf.
mass. 0,78. Il recipiente cinerario ha la forma d'un
busto virile nudo ed intero, unito ad una base
vasculare sagomata.

Il fondo, fatto a vaso, è ornato e rinforzato di
nervature orizzontali. Il petto, modellato anato-
micamente, mostra rilevati gli ossi delle clavicole
e quelli delle ultime coste, le quali si vedono at-
taccate alla cartilagine xiphoide dello sterno. Fra
le clavicole e le coste si estende ampia e promi-
nente la carnosità dei grandi pettorali. Le spalle,
acuminate lateralmente per il pronunciamento de-
gli omeri, sono fatte carnose sul dorso, e son di-
vise da un solco lungo e profondo corrispondente
alla spina dorsale. Lateralmente sono espresse
in rilievo anche le braccia quasi perpendicolari al

corpo ed aderenti al medesimo. Sono cortissime,
affatto sproporzionate al corpo, ma la rotondità
dei muscoli e la struttura anatomica della mano
aperta sono indicate con mirabile fedeltà. Nella
mano carnosa ogni dito è fatto con le sue falangi e
con le unghie. Il collo, modellato alla base secondo
il vero e ben attaccato col torso, ad un certo punto
è interrotto da un risalto orizzontale, sopra il quale
diventa cilindrico per sostenere in combacio il
soprastante coperchio modellato a testa umana.
Il collo del coperchio, alquanto più grosso di quel
che comportino le dimensioni della testa, è orlato
alle estremità di un listello in risalto ornato di
zig-zag graffiti, ed è fissato al sottostante collo del
recipiente mediante una caviglia di bronzo fatta
come una gruccia (Lungh. di detta gruccia 0,13).
Questa caviglia ricorda i perni con cui vedemmo
fissate le calotte o gli zucchetti di bronzo degli os-
suari forniti di maschera (v. sopra p. 293).

La testa, quasi cilindrica, piatta e schiacciata sul
culmine, e col frontale a perpendicolo, presenta una
capigliatura assai corta, rilevata nel suo spessore
dietro la nuca all'altezza delle orecchie, e perduta
in giro sulla fronte. Delle leggiere linee graffite, con-
vergenti verso un forellino praticato col trapano nel
centro della sommità, esprimono i capelli, tagliati
di dietro all'altezza dei lobi delle orecchie, e davanti
scendenti a coprire mezza la fronte. Le orecchie si-
tuate molto in alto sono fatte nel solito schema
a elice, ma col foro auriculare trapanato (cfr. f)
e col tentativo abortito di riprodurre anche l'an-
tielice (cfr. specialmente l'orecchio destro). A una
giusta distanza dalle orecchie, in modo da lasciar
libere e spazieggiate le tempie, son rilevate con
particolar cura e precisione le arcate dei sopra-
cigli, coi peli resi al graffito come nella maschera A.
Con esse è congiunto sotto la fronte alta e ver-
ticale un naso di forma camusa, molto piccante
e caratteristico, con le pinne e la punta arricciate.
La base del naso, obliqua e rialzata, lascia vedere
distintamente il setto e le aperture anteriori delle
fosse nasali. Gli occhi ovali e bulbosi sono scavati
intorno intorno, affinchè risulti meglio espressa la
cavità dell'occhiaia; sul bulbo dell'occhio sono in-
dicate col graffito le ciglia, appunto come nella ma-
schera A, e nel centro un foro esprime la pupilla.
I fori trapanati degli occhi, quelli delle orecchie e
quello al sommo del capo, hanno certamente servito
per l'esalazione delle ceneri, ed è notevole di ve-
dere come l'artista abbia saputo conciliare l'utilità
 
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