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Museo italiano di antichità classica — 3.1888/​90

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Sabbadini, Remigio: Storia e critica di alcuni testi latini
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https://doi.org/10.11588/diglit.9013#0193
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quae apud ipsum variis vocabulis idem significat,
hic unico: is verborum ubertatem eandem sen-
tentiam innuere affirmat, nos sententiarum plu-
ralitatem solis verbis dicimus contineri. De quibus
arbitratu tuo utere.

Come si vede egli fa un lavoro contrario a quello
di Cicerone nell'opera falsamente attribuitagli dei
Synonyma; *) raccoglie cioè i vari significati delle
parole, che anche qui sono disposte alfabetica-
mente. Ne do qualche esempio:

anceps: dubium, duplex, anceps: acutum ab

utraque parte.
caepeee est attenuare, aperire, auferre, clecerpere;

item cakpere celeriter praeterire et carpeke

est poscere.

Tornando ora a Cornelio, così l'arcivescovo Pi.
zolpasso rispondeva al Decembrio.

Franciscus Pizolpassus Petro Candido s.s)

Probe atque ampie mecum egisti et heri et hodie,
Candide mi studiose, dum et mendas scripturae
Vitae Pomponii emendas, insuper et dubia egregie
declaras dictumque ultra facto imples, epistolae
Nopotis missione; unde tuo prò studio ego ube-
rem capio fructum. Itaque iam aliquantisper degu-
statis ferculis primoribus tuis, spero emolumenta
praestari ex te continuo excelsiora mihi, carptim
prò tempore prò quo furtivis studiis tuis in me tra-
ducendis. Vale.

La dedica di Cornelio a Sallustio gli fu chiesta
anche da Giacomo Becchetti di Monza, letterato
del circolo milanese.

J) Ebbe più buon fiuto il Salutati, che negò l'auten-
ticità ciceroniana ai Synonyma. Ecco la soscrizione del
suo esemplare: ' Reperi in antiquissimo codice Ubellum
de differentiis Ciceronis, quem Ciceronis non fuisse satis
mihi constai; quia tamen utilis est visus, ad hunc exem-
plandum duxi. Collucius de Floeentia ' (Cod. lat. della
bibliot. Nazionale di Parigi 6357).

Iacobus Bechetus Modoetiensis Petro Candido s.3)

Inveni mihi delatam parte tua epistolam, quae
purgat errorem titilli commentariorum Iulii Cae-
saris; prò qua differam tibi gratias referre, do-
nec huic addideris quandam aliam epistolam ne-
scio cuius ad Salustium de bello Troiano, de qua
pridie discurrendo sermones varios mihi mentio-
nem fecisti. Rogo non renuas hunc laborem, po-
stquam implicuisti manus ad tollendos errores, et
tunc duplices gratias de duplici munere tibi referam.

Qui il Becchetti parla inoltre di un titolo dei
Commentari di Cesare corretto dal Decembrio.
Ecco di che si tratta. Il Decembrio in data ex
Mediolano XI hai. novembris4) <1423> scriveva
all'arcivescovo Capra di aver trovato un codice
di Cesare pieno di errori, poiché attribuiva i primi
sette libri del bellum Gallicum a Svetonio o a Giu-
lio Celso, il libro ottavo a Svetonio, il bellum civile
a Svetonio o a Giulio Celso. Il Decembrio con l'au-
torità di Svetonio 8) mostra che il bellum Gal-
licum e il bellum civile sono di Cesare, meno il
libro ottavo che è di Irzio. Aggiunge che del bel-
lum Alexandrinum, Hispaniense, Africanum è in-
certo l'autore : chi crede Oppio, chi Irzio ; egli sta
per Irzio. Poco dipoi, di questa lettera al Capra
gli domandava copia il Becchetti. °)

Noi crediamo di poter dire in quali codici il De-
cembrio lesse quei titoli falsi delle opere di Cesare.
Ciò fu senza dubbio nei codici che esisteano nella
biblioteca dei Visconti a Pavia, il cui catalogo ai
numeri 319 e 320 7) segna per l'appunto due Cesari
col titolo : Gaius Iullius Celsus. Come è noto, que-
sto falso titolo entrò nei testi dalla soscrizione
di Iulius Celsus Caesar Constantinus, uno dei due
redattori degli scritti di Cesare (l'altro fu Fìavius
Licerius Firminus Lupicinus).

2) Cod. Eiccardiano 827 f. 78r.
a) ib. f. 37v.

*) Cod. dell'Università di Bologna 2387 f. 5r.
s) Caes. 56.

e) Cod. di Bologna 2387 f. 59v.

7) D'Adda, Indagini storiche ecc., p. 30.
 
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