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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Gamurrini, Gian F.: Della libbra etrusca
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0096

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DELLA LIBBRA ETRUSCA

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etruschi. Infatti il minore è di gr. 212, precisamente
quanto la libbra etrusca della stadera chiusina ; l'altro
di gr. 250. Quello adunque è campione della libbra,
e serviva di pondus o as etrusco nelle contrattazioni
e nelle verificazioni, e legittimato dal pubblico magi-
strato (specie di aedilis). L'altro si riferisce ad un as
o libra di peso diverso, che, s1 io non m'inganno, s'iden-
tifica colla metà di un'altra mina italica di 18 once
romane gagliarde ('), la quale è stata paragonata alla
mina leggera assira, che pesava gr. 504, ma traspor-
tata probabilmente dalle colonie focesi. Era dunque
ancora questa divisa in due libbre, la cui oncia non
superava i gr. 20,9 ; e vigeva in Etruria come l'antica
e propria del paese, mentre la più leggera era, per
quello che si vedrà, la commerciale.

La conoscenza del preciso peso della libbra etrusca
ci porge il modo di ricercarne con sicurezza le origini.
Tanto il suo nome che la divisione in dodici once fu-
rono l'importazione delle colonie dorico-sicule in Italia
specialmente da Siracusa, dove vigeva la Ikqu par-
tita in dodici ovyxtm. Equivaleva questa a due terzi
della libbra romana cioè ad otto once romane, e così è
manifesta la sua identità colla libbra etrusca, che ci
hanno disvelato i monumenti chiusini. L'azione adun-
que della potenza commerciale di Siracusa nelle rive
del mare tirreno introdusse in Etruria il tipo del suo
peso colle sue partizioni, allorquando doveva esistervi
un altro nazionale, che abbiamo riconosciuto nella mina
italica. Oltre l'evidenza del fatto si può tracciare in
qualche modo la via, che ha percorso questa litra com-
merciale per essere accolta nell'interno dell'Etruria.
Le monete di argento di Populonia, la quale fu il
principale emporio marittimo di Etruria nel quarto se-
colo av. Cr., presentano due diversi sistemi di emis-
sione: il più antico aveva tolto per tipo il peso dello
statere persiano di gr. 11,20, che al eh. Head sembre-
rebbe piuttosto che fosse l'eginetico ridotto (2), che pre-
valse fino da tempo vetustissimo in Corcira, e ricevuto
in Etruria dalla parte dell'adriatico per i porti di
Adria e di Spina avanti l'invasione gallica: l'altro, l'eu-
boico recatovi da Siracusa, che seguì nelle monete
coniate avanti il tempo di Agatocle il sistema ate-
niese, la cui mina era di cento dramme euboico-attiche.

(') Hultsch, Metrologie, 2 ed. pag. 671.

(2) Head, Hìstoria Numorum, Introd. pag. LIV.

Ascendendo questa a gr. 432, resulta chiaro che la
litra siracusana o l'etrusca corrispondeva alla sua metà
in gr. 216 incirca: chiamavasi ancora mina italo-attica
da qualche metrologo ricordata. Imitavano il secondo
o meno antico sistema della zecca di Populonia altre
città etnische della costa, ad esempio Vetulonia, e
M e t u... (luogo incerto presso Campiglia), e forse
Pisa, e Vulci (3).

Se in Populonia e nelle città, che avevano diretto
commercio col mare Tirreno, non fosse stata adottata
la moneta, cioè la litra, di argento come base del conto,
noi vedremmo, che il loro aes grave si sarebbe svolto
nello stesso modo di quello dell'Etruria centrale. Ne
abbiamo l'esempio e la prova in Volterra, la quale per
la sua posizione montuosa, e per le sue dirette comu-
nicazioni coll'interno, quantunque avesse il suo scalo
lungo il fiume Cecina e a Vada, prescelse l'emissione
della moneta librale di bronzo, il cui asse più pe-
sante finora conosciuto è di gr. 198, cioè secondo la
litra siracusana, o libbra etrusca. Sarà lecito per ciò
di affermare, che dai tre empori commerciali di Vetu-
lonia (la foce dell'Ombrone e il lago di Prile), di Po-
pulonia (porto Baratti e di Piombino), e di Pisa (porto
pisano e foce di Arno) la libbra sicula s'inoltrò nelle
contrade interne dell'Etruria, e da peso di scambio
estero e commerciale addivenne pubblico, e sostituì
l'antico del paese. Di tale influenza o pacifica domi-
nazione abbiamo veduto l'effetto in tutte quelle città,
che erano più o meno prossime alla valle del Cla-
nis e confinanti coli'Umbria per il corso del Te-
vere, le quali fusero la moneta librale; e con ciò
ben s'intende, quanto e come s'irradiasse. Nell'Um-
bria stessa, benché sia molto probabile, che fosse in
vigore la mina italica (di 18 once romane) provenuta
dalle rive dell'Adriatico; pure ragioni di civiltà e di
relazioni freguenti la costrinsero a valersi della libbra
etrusca commerciale. Infatti delle due città umbre,
che sole emisero la moneta librale colla partizione
duodecimale, e che furono Gubbio {Eugubium) e Todi
( Tuder), vedesi la prima seguire il tipo del peso etrusco,
e non oltrepassare nell'asse e nei suoi spezzati i gr. 194.

(3j La diversità dei tipi delle monete specialmente di argento,
che hanno il rovescio liscio, danno motivo a credere, che altre
città della costa tirrena oltre Populonia ahbiano emesso la loro
moneta nel quinto secolo di Eoma.
 
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