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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0440

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MEGARA IIYBLAEA

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ma privi di testa, che sarà stata arsa e deposta poi
altrove. Si trova invece perfettamente normale e con-
forme alle disposizioni elleniche in fatto di giure fu-
nebre, che talune volte i sepolcri venissero riaperti
per far luogo ai nuovi venuti, e che gli avanzi di più an-
tiche deposizioni venissero non dispersi ma accumu-
lati in un cantuccio ('). Questo sentimento di sv<ss-
/?««, di ónaióai[iovCa o di pietas verso i morti era sì
profondamente radicato, che noi troviamo persino qual-
che violatore di età romana, il quale, introducendo un
cadavere nel sepolcro greco, non osa spingere la sua
daefcCu al punto di escludere l'antico abitatore, ma
le ossa ne accumula rispettosamente in un cantuccio,
anzi nemmeno le spoglia di tutta la loro suppellet-
tile (n. 312). Un caso di vero e proprio oaroloysìv, os-
silegium, ci è fatto conoscere dal sep. 301, che con-
tiene delle ossa scomposte ed incombuste ; non potendosi
ammettere appo genti civili come i Greci il rito bar-
barico e neolitico della scarnitura dei cadaveri, con-
viene ammettere, che quell'individuo dopo essere stato
a lungo deposto in altro punto della necropoli, e forse
in altro paese, dalla pietà dei suoi discendenti sia
stato portato e definitivamente composto nel luogo
ove fu ora segnalato (?).

A proposito delle tombe poliandriche, nelle quali
congiunti e figli, talora bambini coi genitori dormi-
vano l'eterno riposo, stretti anche in morte dai vin-
coli che li congiunsero in vita, voglio notare che quando
lo stesso sepolcro non bastava più oltre a capire i
membri di una stessa famiglia, essi erano deposti in
sepolcri attigui, ed a diretto contatto col primo ; così
abbiamo i gruppi di sepolcri famigliari n. 44-48, 22,
32, 70-71, 171-173, i quali presuppongono una pre-
cedente aquisizione giuridica del terreno da loro oc-
cupato, inviolabile da altri ; forse iscrizioni ora scom-
parse, e cippi terminali (óqoi nvr]fiàT(ùv) stavano a

(') A Micene (cfr. Tsountas o. c.) gli accumulamenti di ossa
sono frequenti nei minori sepolcri a tholos. In Creta si racco-
glievano in urne le ossa non combuste, quindi spettanti a più
antiche deposizioni. Orsi, Urne funebri cretesi dipinte nello
stile di Micene p. 25 (nei Monumenti dei Lincei). Per My-
rina Pottier & Reinach, o. c. p. 74 e Bullcttin de corresp. hel-
lénique 1882, p. 423.

(2) Il rito àelVossilegium senza combustione fu notato con
qualche frequenza anche nella necropoli non greca ma semitica
di Cartagine (De Voglie" in Revue archèol. 1889, I, p. 166).

determinare quelle piccole aree di famiglia (') come
cippi funebri dovevano indicare esternamente le sin-
gole tombe gentilizie per essere prestamente rin-
tracciate nel caso di una riapertura.

MOBILIO FUNEBRE

Era pure di rito la deposizione nel sepolcro del
mobilio funebre, consistente in una serie di oggetti
svariati, i quali rinvengonsi per lo più nell'interno, ta-
lora anche all'esterno del sarcofago o ad esso appog-
giati, sia sul coperchio, sia lungo i fianchi ; di questi
ultimi, se vasi, può credersi spettassero alle libazioni
ed ai banchetti funebri (vsxvffia, nsQidentvct, daìg
■3-àlsia) che si consumavano sul luogo stesso e prima
di chiudere la fossa (2). All'interno della tomba gli
oggetti trovansi sempre sul fondo, al disotto delle terre,
e solo in qualche caso mi è avvenuto di vedere quasi
galleggianti sopra un palmo e più di terra di filtra-
zione dei vasi a bocca sottile ostruita, i quali, in-
vaso il sepolcro dalle acque piovane, rimasero sollevati
sulla fanghiglia di deposito. Degli oggetti molti sono
intatti, molti rotti per rito o per schiacciamento.
La distribuzione quantitativa di essi pare regolata con
questo criterio, che il maggior numero fosse posto at-
torno ai cadaveri di bambini benestanti, poi attorno
a quelli di donne, la minor quantità intorno ad adulti ;
anzi i cadaveri di fanciulli di agiata condizione scom-
paiono di solito sotto il cumulo degli oggetti, sopratutto
dei vasettini (piccoli skyphoi ed oinochoai) ; in più di un
sepolcro il numero di questi (fra interi e rotti) toccò
la ottantina. Per converso sono numerosi i grandi sar-
cofagi, di costruzione perfetta, nei quali tu trovi il
nudo scheletro con nessuna o con una modestissima
suppellettile; se tale fatto dipenda da sentimenti di
diversa soavità a rispetto della tenera prole e degli
adulti, ovverosia da un vario modo di concepire la vita

(') Alcuni saggi di codesti cippi terminali, di età però al-
quanto più recente della nostra necropoli, sono raccolti in Corpus
Insc. Graec. n. 534-535 e dal Koumanudis 'Eruypayal sm-
xvnfiwb n. 1356-68.

(2) Cfr,p. e. la hydria protocorinzia e la oenochoe con altre
stoviglie analoghe per contenere liquidi, rinvenute esternamente
al sarcofago n. 21, e non deposte ma di proposito buttate nella
fossa e rotte. Numerosi vasi di decorazione esteriore alle tombe
si trovano anche al Dipylon (Bull. Corr. IMI. 1891, p. 441).
 
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