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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0443

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781

LA NECROPOLI

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nologicamente stanno fra questo nella sua ultima fase
(Dipylon) ed il corinzio genuino. Ma anche nella Si-
cilia abbiamo uno stile geometrico locale, ancora
assai poco conosciuto ('), che io propenderei a ritenere
indigeno anziché protoellenico; con questo nei proto-
corintii non trovo relazione di sorta, all'infuori di
quei rapporti di indole generale che possono interce-
dere fra gli stili geometrici dei paesi i più disparati ;
e dico ciò, perchè le forme di vasi a cui il protoco-
rinzio è applicato, nel mentre mancano affatto nei
tipi indigeni alludono nettamente ad importazione. Se
tali vasetti sieno fabbricati in Sicilia od importati,
è questione che si risolve sopratutto dall'esame delle
crete; di essi taluni sono leggerissimi, ben depurati,
pallidi, di disegno più curato, e per questi propen-
derei all'importazione ; altri, e sono i più, pesanti nelle
forme, di creta men bella, con colori cattivi accen-
nano a fattura locale siciliana, od a qualche centro
della Magna Grecia (2); dei megaresi quasi nessuno
ha la finezza ed eleganza, anche nei tratti di pennello,
degli skyphoi e delle kylikes della necropoli siracusana
del Fusco (3). L'epiteto poi di protocorintii, sieno essi
originali od imitati, è bene appropriato, poiché alla
decorazione che non è più rigidamente geometrica si
aggiunge qua e là qualche figurina animale in frisa.
In genere essi ponno attribuirsi al VII secolo ; i più
recenti, di uno stile ormai guasto e trascurato, alla
fine del VI ed ai principi del V (4) ; sono sempre as-

sociati ai corinzi e non di rado a quelli arcaici di
stile nero.

B) Corinzio. Il disegno a frise zoomorfe, ed a
figure antropoidi di carattere orientalizzante ha già preso
il sopravvento; in essi la figura soverchia la linea.
Si riducono quasi tutti a forme di aryballoi, bombylioi,
(o lekythoi cuoriformi), skyphoi, più rari gli alabastra,
le anfore, le piiides (= tripodes) e le lekythoi. Cura
e finezza di disegno congiunta a bontà della creta
sono i migliori requisiti per distinguere i veri co-
rinzi di importazioni, che sono pochi, dalla maggio-
ranza delle imitazioni locali dell'isola. Le tombe me-
garesi ne hanno dato una ricca messe, e talora sono am-
monticchiati in gran numero dentro lo stesso sepolcro ('),
prevalenti quelli della prima epoca, che sono di pro-
porzioni modeste e senza figure umane; nissunopoidi
scritti. Gli skyphoi protocorinzii trovansi con molta
frequenza mescolati ai vasi corinzii, e così gli uni
come gli altri incontransi qualche volta con quelli a
figure nere, quanto dire scendono fino al finire del
sesto secolo e più giù ancora ; e poiché in tutti i se-
polcri esplorati prevalgono rappresentanze di codesti
due stili, concluderemo che ciò sta in perfetto accordo
colla distruzione di Megara, e che lo stile corinzio ha
forse durato sino ai primi inizii del 5° secolo (2).

C) Siile a figure nere in vasi di fabbrica attica
e greco-sicula. I ceramografi (3) non hanno saputo
ancora cogliere in modo preciso i caratteri della pit-

accogliesse le figure animali di tipo orientalo « zur Zeit der
Grundung von Syrakus und Cymae ». Ma i più antichi vasetti
del Fusco e di Megara sono ancora schiettamente geometrici.

(') Qualche esemplare in Notizie degli Scavi, a. 1887,
p. 303.

(2) A Locri Epizephyrioi ho scavato un grande deposito
di circa 12 m. di tali skyphoi, in complesso alquanto più
grandi e grezzi dei megaresi, sebbene la decorazione sia inva-
riabilmente la stessa.

(3) Alcuni saggi soltanto furono fatti conoscere dal Mauceri
Relazione ecc. tav. AB, 6-12; Von Kohden, Vasenkunde in
Baumaisters Denkmaeler fig. 2090-2092; Diimmler, Vasen aus
Tanagra und Verwandtes {Jahrbuch des d. arch. Jnst. 1887,
tav. II), ma i migliori esemplari a decorazione sono tuttora
inediti.

(4) Anche a Suessola il periodo più arcaico della necropoli
con vasi protocorintii e corintii data dal 720 al 520 (von
Duhn, Bollettino dell'Istituto a. 1887, p. 248). Un accenno
alla cronologia dei vasi protocorintii della Sicilia si ha nel
Von Duhn, Bemerkungen zur Etrusker Frage p. 7 e nella
traduzione in Bullettino di Paletaol. Italiana 1890, p. 117 e
118. Lo stile protocorinzio si è mantenuto fino ad epoca molto

progredita in una particolare categoria di vasetti, cioè nelle
tazzine a forma di skyphos. Il piccolo bombylios protoc. edito
in Archaeol. Anzeiger 1891, p. 16 è pure una prova evidente
che talora lo stile protocorinzio passava in quello a f. n. Questo
fatto si avvera di spesso a Megara, sopratutto nei piccoli skyphoi.

(*) Fatlo osservato altrove; a Siana di Rodi erano 79 ary-
balloi in un solo sepolcro (larhbuch I°p. 145); e 200 in un altro
(Dumont & Chaplain, Cér•antique de la Grece propre,y. 174).

(2) Finora le necropoli siciliane, che ne hanno data la più
ricca messe sono quelle della Galera e Bagliazzo in Selinunte
(Bullettino della Commiss, di antichità di Sicilia 1872,
tav. IV), della Pinnita in Akrai (materiali per lo più inediti
del Museo di Siracusa e delle raccolte ludica e Bonelli-Feria
in Palazzolo), e del Fusco in Siracusa (in Museo ; Mauceri, Ne-
cropoli Fusco, tav. AB, 17, 21; Cavallari, Vasi orientali rin-
venuti in Siracusa e Megara Iblea, tav. I-II).

Tenendo conto degli anni di fondazione delle due prime
città (664, 628) conchiuderemo che tale ceramica era in pieno
uso dalla metà del sesto alla metà del settimo secolo.

(3) Non dico del Benndorf che i suoi Griechische und
Sicilische Vasenbilder più che altro denominò così per rispetto
alla loro provenienza; ma neanche il Furtwaengler nella sua
 
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