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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0514

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92:;

MEGARA HYBLABA

92 I

ricordi di umili offerenti. Di fatto anche mia molto
consimile fìguretta in bronzo rinvenuta nel tempio di
Apollo Ptoos, ad avambraccia protese, e gambe serrate
venne interpretata non tanto per un simulacro di Atena
Pronaia, quanto per ricordo di una sacerdotessa ('), ed
identiche in terracotta si ebbero da un temenos di
Artemide in Kerkyra (2).

N. 14-21 (tav. IX, 6). — Sono intimamente colle-
gate colle precedenti figure muliebri xoanotiche, ma
meno appiattite e più affusolate, talune altre colla
metà inferiore del corpo quasi cilindrica; in esse i
piedi spuntano fuori dal chitone, ma la elaborazione
delle parti è minore. Mancano in tutte le mani e le
avambraccia, troncate poco sotto il gomito, o ripiegate
sul petto, portando un oggetto ; ma così tenue è il
loro rilievo come non fossero indicate ; nè si distinguono
le traccie delle poppe. Alquanto minori di dimensioni,
sono in tutto il resto identiche, e solo in uno stadio
di elaborazione più elementare delle precedenti.

Di tali tipi si ebbero tre esemplari interi (a. cm. 11)
e cinque mancanti; in tutto otto esemplari, rappre-
sentanti un primo momento nello sviluppo stilistico
del tipo A

N. 22-32. — Otto testoline modiate, spettanti
alle suddescritte variazioni di tipo ; ripetono le stesse
caratteristiche con una faccia bassa e circolare, piut-
tosto che ovale, mento largo, naso robusto, bocca ed
occhi sviluppatissimi (tav. IX, 8 11).

N. 33-35. — Idoletto del tipo preced., ma colle

(') Holleaux, Fouilles au tempie d'Apollon Ptoos nel Bul-
letin de correspondance kellénique, 1888, p. 380, tav. II. Anche
nella statuaria ieratica cipriota che ci ha date una intera serie
di ligure iconiche il Lénormant riconosce sacerdoti (Gaz. ar-
chéol., 1878, p. 190), il Renan dei semplici devoti (Ree. arehcol.,
1879, I, p. 323).

(2) Lechat, Terrescuites de Corcyre nel Bull, de corr. hell.,
1891, p. 27. Anche per questo deposito, contenente migliaia di
pezzi, l'autore deve consentire (p. 97) che non per tutti si può
ammettere sieno simulacri di divinità ; moltissimi hanno hens'i dei
simboli ed attributi propri ad Artemide (tav. II-VII), ma altri
ripetono tipi comuni ai santuari delle divinità più disparate.

(3) Due terrecotte analoghe, ma più grandi, provenienti
dalla Sardegna, e modellate con una maniera, che risente del-
l'eginetica (Monumenti dell'Istituto, voi. XI, 52, fig. 33 e 34)
reggono al petto un oggetto, patera o pane sacro ; analoga sarà
stata l'offerta delle figure megaresi. Nella Cirenaica, ove nelle ter-
recotte continuano in epoca recente forme ieratiche arcaiche,
alterando soltanto, in ordine al tempo, il panneggio e l'anato-
mia, troviamo riprodotto lo stesso tipo in figure sorreggenti una
patera ombelicata (Heuzey, Terrescuites du Louvre, L. 2).

braccia sciolte, anzi protuse; frammenti di duo altri
simili.

N. 37. — Idoletto idem ma seduto, col braccio s.
disteso lateralmente. Parecchi avanzi di altri dello
stesso tipo.

lì) N. 38-49. — Testoline muliebri, a contorno
ovale, di molta finezza anatomica, e di tipo sebbene
arcaico meno rigido del precedente, poiché vi ha un
accenno a sciogliersi dal convenzionalismo duro, per
imprimere nel volto una qualche graziosa espressione;
la chioma ondulata in fronte, passa dietro le orecchie,
per scendere a treccie sulle spalle. Sopra di essa un
alto kalathos, decorato all'apice di pieghe ; i due mag-
giori esemplari (tav. VII, 10, 13) hanno una alt. fac-
ciale di mm. 33, e compresa la copertura mm. 95 ; il
minore di mm. 80. In tre esemplari il kalathos di-
verge a modio (tav. VII, 8), ed è vuoto nei più grandi,
chiuso di dietro da una sottile parete, pieno nei minori.

Non fu rinvenuta alcuna fig. intera, cui spetti tale
serie di teste ; e però resta più dubbiosa la determi-
nazione del loro significato. Si conosce una intera ca-
tegoria di figurine muliebri ad alto modio sedute ('),
credute Persefoni ; ciò che, se vero, accrescerebbe pro-
babilità all'ipotesi di un tempio catactonico.

C) N. 50-74 (tav. VII, 4; VIII, 3). — Figure mu-
liebri stanti, riccamente drappeggiate nel così detto
tipo della Spes, col corpo insistente sulla gamba d.
rigida, mentre la s. è spinta leggermente in avanti ;
la testa diademata, con la chioma ondulata in fronte
e con treccie scendenti sul petto, pare coperta da un
lembo dell'himation, che scende poi con un ricco par-
tito di abbondanti pieghe simmetricamente distribuii e
dallo stomaco alle coscie; la disposizione di esse è
quella detta a coda di rondine, dipendente non solo
da manierismo artistico (vasi, statue, figurine) ma
forse anche da un modo reale di portare chitone e

(') Perrot Hi Chipiez, Histoire de l'art dans tantiq., voi. Ili ,
fig. 344 ; Kekulé, o. e, p. 9, fig. 3 (di Megara) e poi gli esem-
plari trovati nella necropoli sep. n. 167, 246, con gli altri ivi
citati. Di cosi fatte teste una piccola serie di esemplari megaresi
e siracusani esiste nel R. Museo archeol. di Siracusa, nè figura
nel Kekult;. Una analoga ad alto kalathos con bende, di origine
tarantina, è ritenuta siccome spettante al culto dei Mani. Mo-
numenti dell''Insti'f., XI, tav. 56,3; Duinmler, Annali Instit.,
1883, p. 195. Veggansi per ultimo le relazioni colla testa me-
garese in calcare, che più oltre si dichiara.
 
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